Yen era lì, sul palco e Taehyung la osservava come il più esperto dei critici d'arte guarderebbe la Venere di Milo, completamente assorto, perso nei suoi pensieri su quella giovane donna dai capelli ramati che lo osservava con sguardo spaesato da un palco sul quale non voleva trovarsi.
Sarebbe rimasto lì, ad osservarla pronto ad accaparrarsi il ballo con lei a qualsiasi costo, se il suo telefono non si fosse messo a vibrare insistentemente nella sua tasca.
Un ronzio noioso quasi quanto il nome che comparve sull'enorme schermo del cellulare.Con uno sbuffo sonoro il giovane fece strisciare il pollice da un lato all'altro dello schermo, accettando la telefonata.
"Taehyung, dobbiamo parlare immediatamente, è arrivato il momento della tua vita." quasi urlò il manager dall'altro capo del telefono, più esaltato del solito.
Kim Taehyung, il suo viso angelico e i suoi 179 cm di altezza erano stati la fortuna della sua agenzia di moda.
Il ragazzo, subito dopo aver passato il provino, aveva iniziato ad essere ingaggiato da brand sempre più d'alto livello, sia nel campo della moda che in quello della cosmetica, il suo viso apparentemente perfetto ed il suo fisico statuario erano stati fonte di immensi guadagni, tanto da renderlo, nel giro di appena un paio d'anni, uno dei modelli più richiesti da tutti i più importanti marchi d'abbigliamento dell'Asia."Di cosa si tratta?" la voce del giovane uscì leggermente seccata, con il classico tono di una persona che è stata interrotta in un momento di vitale importanza.
"Ho preso contatti con Gucci, hai un provino imminente, devi partire per l'Italia in due ore, ti voglio in agenzia il prima possibile dato che partirai con il nostro aereo." rispose l'altro in maniera sbrigativa, senza troppi convenevoli.
"Yubin-nim, ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Sono alla serata di beneficenza, dovrei mollare tutto e venire dall'altro lato della città? Mi ci vorranno ore." Il tono di Taehyung contrastava terribilmente con il linguaggio formale che si ritrovava costretto ad usare.
"Me ne rendo conto, Taehyung, ma ne va della tua carriera e del tuo futuro in agenzia, farai meglio ad essere qui in un'ora se non vuoi ritrovarti senza lavoro." con queste parole, Yubin attaccò il telefono in faccia al giovane il quale si ritrovò a fissare lo schermo nero del cellulare con rabbia e disappunto.
Sarebbe dovuto tornare da Yen e avrebbe dovuto dirle che la sua serata da principessa sarebbe dovuta terminare lì.
Si diresse dall'entrata della sala dove si era incamminato, verso il centro dove, una canzone di Ed Sheeran aveva unito varie coppie di ogni età, spingendole ad ondeggiare a ritmo di musica.
Si fece spazio fra le varie coppie danzanti, quando uno sfarallio argenteo catturò la sua attenzione, costringendolo a voltarsi per osservare Yen fra le braccia dell'uomo con il quale avevano scambiato quattro chiacchiere poco meno di un'ora prima.
La osservò compiere piccoli passi aggraziati e volteggiare da un braccio all'altro del castano che la stringeva.
Un morso di irrefrenabile gelosia gli attanagliò lo stomaco, irrefrenabile, intollerabile, famelica come poche volte in vita sua l'aveva sentita.Il suo lavoro gli aveva spesso impedito di godersi momenti simili a quello con la donna che amava, ma lei sembrava non dare mai peso a quelle mancanze, soddisfatta dei pochi momenti che vivevano assieme, sempre pronta a sostenerlo, a spingerlo a fare ciò che desiderava.
Aveva sognato Gucci, l'aveva sognata per lungo tempo, l'aveva sognata da quando aveva iniziato a fare il modello; ammirava la stravaganza degli abiti, gli abbinamenti di colore, il modo in cui i capi calzavano addosso ai modelli.
Quella volta, tuttavia, seguire il percorso che l'avrebbe condotto al suo obbiettivo, sembrava anche condurlo direttamente a rinunciare alla donna che gli era stata vicina fino a quel momento.Sospirò osservando i due danzare come se non facessero altro da tutta la vita, come se ci fosse una forza, un qualcosa, capace di unirli nonostante tutto, nonostante tutti.
La canzone terminò nelle sue ultime dolci note, spingendo Yen a stringere le mani di Jungkook e a guardarlo negli occhi per la prima volta dall'inizio del loro ballo, scatenando una serie di piccoli brividi lungo la schiena del giovane uomo dai capelli castani.
La giovane abbasso il capo ad una velocità appena percettibile, sentendosi messa in soggezione da uno sguardo insistente puntato dritto sulla sua schiena.
Si girò di scatto, trovando Taehyung osservare la scena con sguardo perso e freddo, li stava osservando, ne era certa, ma la sensazione che trasmettevano quegli occhi era simile a quel senso di smarrimento e vuoto che si ha guardando un bambino abbandonato in strada.
Yen tolse di fretta le sue mani da quelle di Jungkook avvicinandosi al ragazzo dai capelli di un grigio ormai sbiadito, per assicurarsi che stesse bene.
"Tae-" fece per alzare una mano, portandola al viso del giovane uomo dallo sguardo perso davanti ai suoi occhi, ma quest'ultimo non sembrava essere in vena di avere quel tipo di contatto con la giovane.
Le afferrò la mano in uno scatto felino e puntò i suoi occhi, azzurri a causa delle lenti a contatto, in quelli color ossidiana della giovane, mettendo su un ghigno dolce-amaro.
"Dobbiamo andare via, piccola, il lavoro chiama." furono le sole parole che pronunciò, per poi trascinarla letteralmente verso l'uscita.
In un gesto non programmato, dettato dall'impulso e forse, in parte dal comportamento rude di Taehyung, Yen voltò il capo in direzione di un uomo dai capelli castani che la osservava andare via.
Lo sguardo dispiaciuto che gli rivolse fu abbastanza per Jungkook, abbastanza per tornare a sperare che le note di quella canzone avessero risvegliato la ragazza testarda di cui si era innamorato anni prima, furono abbastanza per indurlo a sorriderle un'ultima volta, mentre lei attraversava la porta e spariva dalla sua vista, ancora.
L'animo di Yen sembrò agitarsi, riempirsi di emozioni assopite da tempo, nascoste in un angolo della sua memoria e del suo cuore, come un vecchio album di foto che resta intoccato su uno scaffale per anni e anni, dimenticato e abbandonato a se stesso.
Ed esattamente come quando si apre un vecchio album di foto e si spera, per un attimo, di tornare indietro nel tempo, così Jungkook sperava che quella vecchia melodia, quei passi di danza impressi a fuoco nei ricordi di Yen, le avessero fatto venire abbastanza nostalgia del passato, abbastanza voglia di tornare indietro.
"When I saw you
I fell in love, and
you smiled
because you knew."_William Shakespeare