Capitolo 11

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Era la prima volta che uscivamo insieme con la bambina. Ci ritrovammo "casualmente" in piscina una domenica mattina. Chiara, con aria candidamente ingenua mi aveva "scorto" tra la gente ed io le avevo accolte accanto al mio ombrellone. Vanessa fraternizzò subito. Si vedeva che le piacevo: forse esercitavo su di lei il "fascino della televisione (come sottolineava spesso Chiara) e non mi fu difficile conquistarla. Passammo quasi tutta la mattinata in acqua, come un trio affiatato. Chiara mi aveva detto più volte che Vanessa era una bambina "fredda" che non amava le confidenze e il contatto con le altre persone. Non era una bambina che si perdeva in smancerie. Un caratterino forte e pepato: non avrebbe mai salutato una persona con un bacio, come fa la maggior parte dei bimbetti "comuni". Eppure la freddezza di Vanessa si sciolse subito. Chiara fu molto sorpresa nel vedere che la piccola non mi si staccava di dosso ed ancor più sorpresa fu quando Vanessa, terminato il lungo bagno in piscina, mi si accoccolò vicino chiedendomi di asciugarle i capelli. Ma le sorprese non erano certo finite. Diavoletto di una bambina! Mi alzai dalla sdraio per accendere una sigaretta. Non porto mai fiammiferi con me, per limitarmi nel fumare. Cercai qualcuno che fumasse ed, individuato un gruppo di ragazzi, mi avvicinai a loro. La "Ranocchia" (così avevo battezzato in tono scherzoso la pargoletta!) mi seguì, infilandosi le mie ciabatte di gomma: due motoscafi sotto a quei minuscoli piedini.

- Papy, Papy, aspettami vengo con te!- disse, la Ranocchia facendomi rimanere di sasso. Vanessa mi aveva chiamato "Papy"? Sì, proprio "Papy"!

Se ne accorse anche Chiara e credetemi, non ci sono parole che possano descrivere, con esattezza di particolari, il volto che le si era dipinto addosso! Stupore? Sbigottimento? Sorpresa? No, no! Molto di più. Molto di più, per davvero! Cercai di ridurre i danni apostrofando la Ranocchia per quelle espressioni. Ma avete mai provato a spiegare ad una bambina che tu non puoi essere il "papy" (che lei ha già) anche se lui (quello vero) non è esattamente quello che lei vorrebbe avere? E che questo Papy con la mamma "vera" avrebbe potuto... Dio che complicazioni per una mente così ingenua ed innocente. Preferii tacere, dandomi un'aria indifferente. Ma lei non ne voleva sapere. Continuò a chiamarmi "Papy" per tutta la mattinata, tenendomi la mano (incredibile questa sua confidenza e desiderio di contatto!) ed abbracciandomi ad ogni occasione. Poi ad un tratto, mentre stavamo pranzando tutti e tre nel piccolo ristorante della piscina, zacchete... il colpo di grazia.

- Senti, Michelino, Perché, non ti sposi la mia mamma?- disse tutto in un fiato quell'impertinente Ranocchia con un candore disarmante. Non so quale santo protettore evitò che la mozzarella mi andasse di traverso, finendo nel buco dello "strozzo"!

Chiara mi fissò con un' occhiata fulminante, come per dire: se provi a dire qualcosa, vedrai che ti strozzo io!.

- Almeno potremmo stare sempre insieme e fare tanti bagni, lunghi lunghi e non una briciolina come mi fa fare sempre papà Camillo- replico la Ranocchia non udendo risposta!

- Vanessa, sbrigati a mangiare, così poi rifacciamo il bagno!- intervenne Chiara, con una vocina tutta candida, troncando quella situazione divenuta all' improvviso insostenibilmente "pesante". Fortuna le mamme! Già, la mamma è sempre la mamma! Mentre Vanessa ripuliva il suo piatto, io e Chiara non potevamo evitare di guardarci negli occhi. In quello sguardo leggevo tutte le emozioni che scorrevano nella sua mente. "Carogna che sei! Non ti accontenti della mamma eh? Ora vuoi conquistare anche la figlia! L' ho sempre detto che eri un "furbastro"! Vi leggevo però anche una felicità inaspettata, per quello che la bambina aveva detto. Chiara era bellissima in quel momento. Mi eccitava da matti il suo stato di confusione e di perdita dell'orientamento. Sembrava impotente di fronte a quelle affermazioni "innocenti" della bambina. Era sul punto di capitolare e di gettare la spugna, accettando senza difese le proposte avanzate. Avrei voluto abbracciarla teneramente, come avevo fatto tante altre volte, avrei voluto alzarmi dal tavolo, baciarla teneramente sulla fronte e dire alla sua bambina:

- E va bene, Ranocchia, che sia così! hai vinto! ...Accetto!-


Per favore, non lavarmi la caffettieraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora