3. Ripicca

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Verity's pov
"Lasciami andare." sibilo, pacata, al ragazzo moro che mi blocca tra il suo corpo e il muro
"E se non volessi?" risponde lui, con un sorrisino di sfida sul volto
"non mi interessa quello che vuoi tu..." ribatto subito, squadrandolo... soprattutto perché è fastidiosamente attraente in questo momento.
"Prima che tu vada via però..." sussurra, stampando un leggero bacio sulle mie labbra.

Si tratta di un semplice bacio a stampo, ma che mi lascia immobile e in fiamme; come se quel veloce contatto fosse stato in grado di portare me e Alec in un altra dimensione, dove solo io e lui importiamo... dove non penso più a nulla.
Quando si allontana, avendo notato l'effetto delle sue labbra su di me, Alec sorride e mi sussurra un semplice  "buonanotte Verity" che mi fa socchiudere gli occhi, nel tentativo di godermi il suono del mio nome pronunciato da lui.                                                                                                         Poi si allontana, probabilmente diretto alla sua camera, lasciandomi da sola, con le spalle al muro, le gambe stabili come un budino e, soprattutto, il sapore di lui sulle mie labbra arrossate.

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La mattina successiva, mi dirigo alla mensa per consumare la prima colazione, dove trovo tutto il gruppo di ShadowHunters ad attendermi, con già la tavola imbandita.                                                 Istintivamente, tuttavia, i miei occhi cercano Alec, che noto essersi seduto dall'altro capo del tavolo, di fronte al mio posto; Sebastian, invece, manca all'appello.

"Verity.. hai dormito bene?" mi accoglie Jace con un gran sorriso, e io in risposta mi limito ad annuire, lievemente a disagio perché sono ben consapevole di raccontargli una menzogna bella e buona: la notte scorsa, infatti, non ho chiuso occhio. La scena del bacio ha tormentato i miei sogni.

Una volta accomodata, noto con dispiacere che Alec non mi degna nemmeno di uno sguardo. Così, come farebbe qualsiasi persona civile, cerco di intavolare un discorso, anche se banale, con un "Alec mi passi lo sciroppo?", tentando di non lasciar trasparire le mie emozioni.
"Hai le braccia? Allora prenditelo da sola" mi risponde subito lui, con freddezza. Una tale risposta non è assolutamente tollerabile, non dopo ciò che è successo ieri, mi trovo a pensare, e infervorandomi lo incalzo subito
"possiamo parlare? In privato?" gli chiedo, anche se sappiamo entrambi che si tratta di un ordine; infatti, quando mi alzo da tavola e senza guardarlo mi dirigo ad un luogo più privato, percepisco la sua figura imponente e snella seguirmi.

Quando mi fermo e mi giro verso di lui, noto che Alec è poggiato allo stipite della porta, le braccia conserte al petto
"Allora..che vuoi?" mi chiede, fissandomi come se non avesse fatto nulla, cosa che mi innervosisce maggiormente, così, dopo una pausa, lo fulmino con lo sguardo
"io? Sei tu quello che si comporta come se non fosse successo nulla!" lo metto al suo posto, lui in risposta alza le spalle
"ieri mi hai baciato... non fa niente, capita quando si vede qualcuno bello come me.." dice indifferente, guardando per terra. A questo punto sento le mie gote arrossarsi per l'umiliazione e  la rabbia si impadronisce di me
"Io ti ho baciato? Ah, certo, e sempre io ti avrei bloccato tra la parete e me giusto?" esclamo, mai non interessandomi più di mantenere un tono di voce basso.
Alec in risposta, si limita a sospirare, come se fosse lui quello esasperato, e conclude la conversazione
"senti, Verity, non è successo niente.. io vado a finire la colazione, dovresti venire anche tu." liquidandomi e piantandomi in asso: Non credevo che un ragazzo potesse essere tanto immaturo.

A differenza di Alec, però, non torno subito in mensa, in quanto l'esasperazione mi abbia chiuso lo stomaco. Prendo dei respiri profondi, nella speranza di calmarmi; una persona, però, attira la mia attenzione
" Verity? Tutto ok?" mi chiede Sebastian, perplesso, vedendomi in questo stato di agitazione
" sì... cioè no, a dire il vero no..." rispondo: ho pensato di mentirgli e dire che andava tutto bene, ma Sebastian non è un ragazzo stupido, è evidente che non sto bene.
"vuoi parlarne?" mi chiede, sedendosi con le spalle alla parete.
Senza nemmeno accorgermene mi trovo al fianco seduta, e comincio a buttare fuori tutte le mie emozioni contrastanti riguardo il bacio con Alec, le sue parole e il suo sorriso ieri, e poi di questa mattina.

𝐀𝐧 𝐀𝐫𝐫𝐨𝐰 𝐢𝐧 𝐦𝐲 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭 // 𝐀𝐥𝐞𝐜 𝐋𝐢𝐠𝐡𝐭𝐰𝐨𝐨𝐝Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora