Capitolo 19.
La sveglia suona e sinceramente la voglia di alzarmi dal letto non c'è.
Oggi è lunedì e il fine settimana non è stato dei migliori,sabato sono uscita con Giulia,anzi...Giulia mi ha costretta a uscire e domenica non ho fatto nulla di particolare.Dopo parecchi minuti decido di alzarmi e di iniziare a prepararmi.
Dopo aver finito saluto mia madre ed esco di casa per dirigermi alla fermata sperando di non incontrare Josh. In realtà non so se voglio o non voglio vederlo,sono parecchio confusa in questo momento,sabato e domenica ho provato a far meglio mente locale,ma non sono riuscita ad arrivare a conclusioni concrete,mia madre dice che il mio cuore ha già preso la decisione e che spetta a me capire cosa ha deciso,ma io sto davvero cominciando a pensare che il mio cuore parli turco!Arrivo alla fermata e Josh non c'è,ci sono solo un gruppo di vecchietti e qualche studente.
Dopo pochi minuti l'autobus arriva,salgo e fortunatamente è quasi tutto vuoto. Parte,ma si ferma subito dopo per fare salire qualcuno che stava rischiando di perderlo. Le bussole si aprono e Josh fa il suo ingresso all'interno del mezzo di trasporto. Come se ci fosse una calamita nei nostri sguardi alza la testa in direzione del mio sguardo,sorride e viene a sedersi di fianco a me.-Buongiorno.-
Mi saluta dandomi un piccolo bacio sulla guancia. Ricambio il saluto. Sono davvero tanto imbarazzata,mentre lui,a contrario mio sembra parecchio sicuro di sé stesso.
Mi prende una cuffietta e se la porta all'orecchio come se fosse la cosa più naturale del mondo,come se si fosse dimenticato che Venerdì è successo un bordello.
Stiamo ascoltando "Anche tu" di Briga.
-Non fare a meno di me...-
Mormora piano.
-Cosa?-
Chiedo facendo finta di non aver finito.
-Stavo canticchiando...non fare a meno di me.-
Mi dice per poi rivolgermi un piccolo sorriso.
Non fare a meno di me.
Ormai è diventato impossibile fare a meno di lui. In questi giorni mi sono resa conto che sto cominciando dipendere da lui,tutto ruota intorno a lui e in funzione di lui,il mio umore dipende da lui,io dipendo da lui e fare a meno di lui adesso è davvero impossibile.
Questi pensieri mi riportano alla nuova canzone di Francesca Michielin,Io non abito al mare.
Queste cose vorrei dirtele all'orecchio mentre urlano e mi spingono a un concerto. Urlarle dentro un bosco,nel vento,per vedere se mi stai ascoltando. Queste cose vorrei dirtele sopra la techno,accartocciarle dentro un foglio e poi centrare un secchio.
E non posso fare a meno di rispecchiarmi in queste parole, perché tutto quello che penso vorrei dirglielo,ma siamo in una situazione troppo complicata per poter fare la sdolcinata.
Dopo poco arriviamo davanti scuola e insieme scendiamo dall'autobus dirigendoci nel cortile insieme,come se non fosse successo nulla.
Giulia e Davide non ci sono e io vorrei tanto appartarmi,stare da sola con me stessa,ma le sue intenzioni sono diverse. Mi prende la mano e mi trascina in una delle panchine che si sono nel retro della scuola dove di solito non c'è nessuno.
-Come stai?-
Mi chiede lui dopo esserci seduti.
-'Na meraviglia guarda! Te come stai?-
-Non proprio bene.-
Annuisco. Voglio andare via.
-Ginevra,abbiamo bisogno di parlare.-