Arrivai a casa, zuppa dalla testa ai piedi e il mio libro non era da meno.
Tolsi il giubbino e le scarpe, posai le chiavi sullo scaffale vicino all'ingresso e poi mi diressii in camera a prendere qualcosa di asciutto da indossare.
Entrai nella camera da letto che stranamente era molto buia. Mi diressi alla finestra e spostai ai lati le tende oscuranti per far entrare quella poca luce che quel piovoso giorno offriva.
Fissai qualche istante la pioggia cadere a terra, dopo mi girai per andare verso l'armadio ma sobbalzai dallo spavento. Zayn era improvvisamente dietro di me.-Non ti ho sentito...
Mi tirò uno schiaffo.
-Dove cazzo sei stata? Non voglio che esci senza di me. E se lo fai voglio sapere dove sei, con chi sei, quanto stai via e con cosa vai via. Sono stato chiaro?
Si avvicina con fare minaccioso a me.
-Non sei nessuno per sapere i fatti miei.
Risposi guardandolo dritto negli occhi. Non ci vide più dalla rabbia. Mi tirò un altro schiaffo, più forte del precedente. Caddi a terra, spaventata. Mi afferrò con violenza per un braccio, facendomi alzare da terra. Mi strappò di dosso sia la maglia che il pantalone e mi spinse sul letto. Sapevo cosa stava per fare ma la paura non mi permetteva di muovermi. Bloccò il mio corpo con il peso del suo.
-Ti prego, non lo fare.
Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare con voce tremolante, quasi sulla'orlo di una crisi di pianto. La sua risposta? Una risatina. Afferrò i miei polsi e li legò alla testiera del letto con la sua cintura.
-se osi gridare o anche solo lamentarti, questa volta non ne esci viva. E che ti serva di lezione.
Mi disse mentre iniziò a baciarmi il collo, per poi scendere al seno che palpò avidamente come se avesse paura che qualcuno glielo rubasse. Scese alla pancia e intanto le sue mani dal mio seno si spostarono ai bordi dei miei slip. Tolse anche quelli.
-apri le gambe
Ordinò aggressivamente, ma non obbedii nella speranza che cambiasse idea. È invece no, me le aprì con forza. Iniziò a toccarmi e mentre lo faceva rideva. Come se godesse a vedermi impotente...
Mi toccava ovunque avidamente, avevo schifo. In quei momenti io non vivevo. Respiravo, ma non vivevo. La mia anima si rifugiata in un angolo del mio cervello dove si sentiva al sicuro, facendo del mio corpo solo un inutile pezzo di carne con cui sfogare la voglia di sesso arretrata.
Zayn abusò di me ripetutamente, senza tregua. Io ero costretta a sorbirmelo per svariato tempo. Il dolore interiore che provavo era lancinante, iniziai persino a pensare che ne lo meritassi.Dopo che Zayn terminò di usare il mio corpo per soddisfare le sue esigenze, slegò i miei polsi, prese i suoi vestiti e se ne andò, chiedendomi a chiave in camera.
Portai le ginocchia al petto. Chiusi le palpebre stanche, e il volto si rigò di lacrime, mentre la mia mente disegnava il suo volto. Non so quante volte ho sussurrato di voler morire. Non so quante volte io ci abbia provato. Non lo so. So solo che non ci sono mai riuscita. Forse ‘qualcuno’ lassù mi ha fatta sopravvivere, o semplicemente doveva andare così. Io non lo so. Ma so che sono forte. Che i pugni che la vita ti da in faccia sono ancora molti. Ma io non mi arrendo. Oh no. Io sono imbattibile. Io sono forte...
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"Vivere e sopravvivere"
Hayran KurguUna storia d'amore sfocia in una gelosia morbosa e molto pericolosa. La salvezza? Si cela dietro un'amicizia profonda e particolare. Chissà se questa amicizia si trasformerà in una nuova storia d'amore.