05. Stivali

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Bridgette rimase immobile, la bocca semiaperta, lo sguardo celeste e sgranato fisso sul regalo che le aveva preso: Natale era ancora lontano, due settimane erano troppo tempo per considerare ciò che teneva in mano come regalo natalizio e quindi aveva pensato di farle una sorpresa.
Quale donna si aspetta che il proprio uomo le portasse un regalo prima di Natale? Nessuna.
E, a quanto pareva, anche Bridgette non era differente.
Sorrise più sicuro di ciò che stava facendo, alzando il dono e avanzando di qualche passo verso la donna che, ancora, rimaneva immobile sul divano con le gambe ripiegate e la coperta di pile che le copriva: strano, da quel che ricordava adorava tantissimo i regali.
Uno dei ricordi più belli che aveva di Nanchino riguardava proprio lei: suo padre aveva organizzato una cena e lo aveva invitato, era stata una serata monotona ad ascoltare Hart e Alvares chiacchierare di commercio e altre cose, ma poi qualcosa era cambiato e una cameriera era entrata con un pacchetto per Bridgette.
Ricordava benissimo lo sguardo di lei che si era illuminato pochi secondi prima che la giovane balzasse in piedi e battesse le mani, squittendo e voltandosi verso il padre con un sorriso che le piegava le labbra: la sua dama di compagnia l’aveva ripresa, portandosi una mano la petto e scusandosi con tutti i commensali.
Lui non aveva commentato, reprimendo la voglia di sorridere con il bicchiere di vino rosso che un valletto gli aveva prontamente riempito e adorando in silenzio il modo di essere di Bridgette e la sua spontaneità; quando la ragazza si era calmata, mister Hart aveva spiegato che le aveva regalato un gioiello che la ragazza aveva desiderato particolarmente e quella era stata la reazione, scusandosi poi per l’impulsività della figlia.
La reazione che aveva adesso, invece, lo destabilizzava: Bridgette non si era ancora mossa, non aveva fatto gridolini o altro.
Semplicemente lo fissava.
Forse i secoli passati l’avevano mutata? Forse l’essere stata posseduta da Chiyou le aveva fatto perdere quell’innocenza e spontaneità che tanto l’avevano attratto?
Forse…
«Che cosa sono?»
Forse doveva chiarire a Bridgette, stilista di fama mondiale, cosa erano un paio di stivali.
«Stivali.»
«In quale universo alternativo, Felix?» domandò la donna, scostando il plaid e poggiando i piedi nudi sul tappeto, calamitando poi il peso su questi e alzandosi: «Seriamente, Felix, dove li hai trovati?»
«Al negozio» le rispose prontamente lui, osservando il suo acquisto: Maxime lo aveva informato, quando aveva chiamato per sentire Bridgette e accordarsi per la cena, che la donna quasi si era uccisa mentre andava verso il luogo di lavoro e Felix aveva subito compreso a cosa dare la colpa.
Bridgette continuava, nonostante il brutto tempo e la neve, ad andarsene a giro con quei trampoli che indossava sempre e la quasi morte era semplicemente una delle conseguenze: cosa sarebbe successo se, la volta successiva, non ci sarebbe stato nessuno ad aiutarla?
Semplice. L’avrebbe persa.
Di nuovo e stavolta per sempre.
Ecco perché era corso fino al primo negozio di calzature e si era fatto consigliare dal commesso: stivali comodi, che tenessero al caldo e, cosa più importante, bassi. Ciò che era uscito dalla sessione di ricerca erano quello che stava tenendo in mano: una paio di stivali cremisi dalla forma robusta con del pelo bianco che li adornava assieme a dei graziosi cristalli di neve e un fiocco rosso.
Scarpe adatte per il periodo.
«Felix, grazie del pensiero, ma…»
«Ma…»
«Sono orrendi.»
«Sono comodi. E tengono al caldo. E con questi non rischi di cadere.»
Bridgette si avvicinò, posandogli una mano sulla sua e carezzandogli il dorso con i polpastrelli, osservando il dono che le aveva offerto e che lei aveva rifiutato senza tanti problemi; alzò poi la testa e sorrise mentre l’altra mano saliva fino al mento e gli carezzava la linea della mascella: se pensava che due moine sarebbero bastate per farlo desistere o per fargli dimenticare il suo rifiuto…
Beh, miss Hart si sbagliava di grosso.
«Hai parlato con Maxime, vero?»
«No.»
«Solo parlando con Maxime, potevi sapere di quello che mi è successo stamattina…» mormorò Bridgette, seguendo la linea dello zigomo e carezzandolo fino alle sopracciglia: «Forse mi ha vista Gabriel? Beh, in ogni caso, non è successo niente di grave: sono ancora sana e salva e te lo scordi che io metta questi cosi rossi ai piedi.»
«Sono perfetti per il mese.»
«Non metto questi cosi, solo perché è dicembre. Sono brutti.»
«Non devono essere belli, devono essere comodi.»
Bridgette strinse i denti, assottigliando lo sguardo e inspirando appena, allontanandosi di un passo e annuendo con la testa: «Sai, hai ragione. Infatti penso che stasera indosserò quel bel pigiamone di pile per venire a letto: hai presente quello con il pinguino…»
«Bri.»
«Felix…»
«Io non le metto neanche morta» dichiarò Bridgette, sorridendo e allungandosi sfiorandogli le labbra con le proprie: «E se mi costringi a metterli, inizia a rassegnarti a dormire con me e Mr. Pinguino.»
«Almeno non è Marshmallow…»
«Potrei chiedere a Thomas di akumatizzarmi e invitare Marshmallow nella nostra camera. Che ne dici?»
«Puoi almeno metterti dei tacchi un pochino più bassi?»
«Felix.»

 
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Un nuovo capitolo di Miraculous Christmas e, stavolta, il tema è Stivali e, devo dire, che è stato veramente complicato trovare un qualcosa di decente con il prompt di mezzo ma ce l'ho fatta. O almeno lo spero.
Come sempre, le informazioni di rito: vi ricordo la pagina facebook per rimanere sempre aggiornati e ricevere piccole anteprime dei capitoli e dei miei scleri randomici e anche il gruppo facebook dedicato a Miraculous, gestito con kiaretta_scrittrice92. Per tutti gli altri miei account social vi rimando ai link nel profilo.
Infine vi ringrazio tantissimo tutti per il fatto che leggete, commentate e inserite le mie storie in una delle vostre liste.
Grazie mille!

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