parte 1

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"Ma tanto non succederà mai, no?" Yuri balbettó esitante, non volendo neanche considerare la possibilità. "Sicuramente no, sono un pattinatore vincitore di cinque medaglie d'oro. Se qualcuno dovesse essere preoccupato, dovresti essere tu." Yuri non rispose, ancora esitante. Era ancora paralizzato dal terrore. Victor girò la testa. "Yuri~" Sorrise tristemente prima di baciare la fronte di Yuri per un attimo. Erano ancora le labbra calde e amorevoli che Yuri ricordava.

"Vieni." Ammiccò in direzione della pista. Yuri guardò le sottili lame sotto le sue scarpe spesse che lo aiutavano a non cadere. Poteva vederle oscillare dal suo nervosismo e a volte cedere; era come se fosse la prima volta che toccava il ghiaccio. "M-Ma sei più vecchio di me... Puoi farti male più facilmente. Dovresti già esserti ritirato!" Yuri cercò di dare un senso alle infinite scene di morte che vorticavano nella sua testa più veloce di quanto lui facesse sul ghiaccio.

La schiena di Victor si raddrizzò mentre guardava verso di lui. "Se vogliamo parlarne in modo realistico... Se qualcosa come 'quello' dovesse capitare, e se io non possa- non possa scegliere personalmente-" Il suo sguardo si indurì. "Cosa stai dicendo?" "Se dovessi finire così, voglio che tu stacchi la spina." Yuri si immobilizzò, gli occhi si allargavano. "Mi faresti vivere così, veramente? Se mai dovessi finire a letto come un puro vegetale, voglio che tu stacchi la spina. Quello non è vivere." Yuri iniziò a piangere al solo pensiero.

"M-Ma Victor, non posso vivere senza di te! Lo sai!" Victor sorrise in risposta. "E non dovrai farlo, piccolo. Queste sono solo le cose peggiori che potrebbero capitarmi." Entrambi i loro sguardi osservarono il ghiaccio, incerti della sua promessa. Il ghiaccio azzurro brillava, e sembrava quasi uno specchio gigante. C'erano delle parti visibilmente intagliate dalle infinite ore di pattinaggio, dalle loro prime volte, fino a quel momento; lì era dove tutto era iniziato. Quella pista.

Era una bellissima ma pericolosa creatura, pressoché viva; quasi come se stesse aspettando di mordere uno di loro a causa delle lame all'apparenza infinite che si muovevano sulla sua superficie, spaventandolo. "Yuri", disse Victor alla fine, poggiando delicatamente il pollice sotto il mento del giapponese, forzandolo a guardarlo. Solo cinque anni prima nessuno di loro due sapeva che sarebbero stati lì cinque anni dopo, con anelli nuziali intorno ad un dito speciale proclamando il loro amore al mondo. "Non hai niente di cui preoccuparti. Credimi."

Come poteva non farlo?

L'oceano non si scoloriva negli occhi di nessuno. Solo nei suoi. Ma quelli che una volta erano di una contrastante sfumatura di blu, ora erano gli occhi chiusi di un eterno dormiente; uno che non poteva respirare autonomamente. La maschera dell'ossigeno intorno alla bocca pallida di Victor emetteva un lieve ronzio, a cui Yuri si era abituato dopo averlo sentito così tanto tempo.

C'erano anche i suoi deboli, forzati respiri, uno degli unici segni che ricordavano a Yuri che Victor era ancora vivo. Si era abituato anche a quello; come si sarebbe annebbiato con il fiato di Victor, come respirava in qualche modo con il suo cuore che pulsava a malapena. "Se dovessi mai finire così, voglio che tu stacchi la spina."

Le sue parole riecheggiavano spesso nella sua mente, ma ora c'era solo un basso eco; stava dimenticandosi la voce del suo fidanzato. Questa frase si ripeteva ancora e ancora nella sua testa, disturbandolo di più quando cercava disperatamente di dormire. Anche quella era una cosa a cui Yuri si era abituato, le piccole dosi di sonno al capezzale di Victor nelle notti fredde e buie in cui l'unica cosa che faceva era guardare il russo, cercando e stringendo la sua mano floscia.

Vene color blu pastello comparivano sul polso e sul palmo, contrastando fortemente con la sfumatura bianca della sua pelle. Il trillo dello schermo del battito cardiaco era l'unica cosa che riconosceva.

Com'era potuta andare così male?

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