parte 8

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Il telefono di Yuri iniziò a squillare, e l'aria familiare su cui pattinavano, 'Stammi vicino' suonò con melodiche armonie dal suo telefono. Si premette il telefono sull'orecchio. "Pronto?"

"Pronto?" Victor poteva da subito dire che si trattava della voce del suo fidanzato. La musica... era la stessa di prima. Eccetto che nessuna emozione proveniva da essa, solo oscurità. "Via, Phichit." parlò momenti dopo. Cos'era quello? L'inferno? Stava subendo un intervento? "Sì, Victor è ancora dentro." disse con tono basso. 'Di cosa stai parlando? Sono qui!' singhiozzò Victor.

"No, non penso." 'Yuri? Di cosa stai parlando? Dove sei? Perché non posso vederti?' "So che è passato tanto tempo... ma non posso. Non più, almeno. Ho bisogno e stare con Victor. Pattinare non è proprio nelle mie priorità, se puoi capirmi..." Ogni volta che parlava c'erano dei silenzi in mezzo. Era al telefono? Era da lì che proveniva la musica? 'Yuri! Rispondimi, ti prego!"

Iniziò a diventare disperato. 'Yuri!' Victor allungò le braccia e sentì una barriera. Si fermò per un momento, e poi la sentì di nuovo e notò che aveva delle proprietà simili a quelle del legno. Calciò e spinse con tutte le sue forze, ma nonostante lo sforzo lo spazio non si allargò, diventando solo più stretto. Le sue unghie grattavano e artigliavano la superficie legnosa mentre cercava disperatamente di trovare una via per uscire.

"Sì, lo so. Mari dice che devo prendere una decisione entro la fine del mese, che verrà tra una settimana o qualcosa del genere..." La presa sul telefono aumentò nella sua mano. "Cosa farai?" sussurrò Phichit, la sua voce leggermente filtrata a causa della chiamata telefonica. Sapeva già la risposta, ma non si azzardava a dirlo ad alta voce. "Io... non lo so ancora."

"Io... non lo so ancora." "Cosa significa che non lo sai?" "Significa solo che non lo so. È così un problema che io non abbia ancora preso una decisione?" Victor sorrise. "Prenditi quanto tempo hai bisogno. Io supporterò la tua decisione in ogni caso." Disse questo con un pizzico di durezza, che Yuri notò. "Comunque perché vuoi trasferirti in Russia così tanto? Non ti piace la mia famiglia? I miei genitori, mia sorella? Sono loro il problema?"

"No... È solo che adesso visto che siamo ufficialmente sposati," Gli prese la mano con l'anello di matrimonio e sorrise. "Ho pensato che avremmo potuto fare un piccolo... cambio di scenario. E, sai, vivere con la tua famiglia è bellissimo eccetera però voglio della privacy. Voglio vivere in una casa grande, solo noi, come una vera coppia!" Gli occhi di Victor si illuminarono, eccitati. Erano entrambi seduti sul letto di Yuri, con Yuri seduto a gambe incrociate e con la testa di Victor che giaceva sul suo grembo.

"Capisco, ma... la Russia? È lontano un intero continente. Non parlo russo e non... non- Sembra solo così spaventoso." Yuri accarezzò nervosamente i capelli di Victor. "So che potrebbe sembrarti così strano e lontano, ma è così che è per me il Giappone! Voglio che incontri la mia famiglia, voglio portarti a fare dei giri turistici e voglio mostrarti da dove vengo." Victor sorrise triste. Yuri sospirò solamente. "Bene, allora fammi sapere quando avrai deciso." disse a voce più bassa.

"Bene, allora fammi sapere quando avrai deciso." "Certo, Phichit. Ci sentiamo."

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