parte 3

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"Hey Victor, ti ricordi quando portavamo sempre Makkachin a fare una passeggiata? Lo facevamo ogni giorno

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"Hey Victor, ti ricordi quando portavamo sempre Makkachin a fare una passeggiata? Lo facevamo ogni giorno." Yuri sorrise, tenendo le mani bluastre di Victor con garze e bende avvolte intorno ad esse. "Ricordi quando lavavi sempre i piatti, ma lo facevi così male che avrei sempre dovuto venire dietro di te e rifarli? Dicevi sempre, 'Mi spiace non sono bravo in questo' e io dicevo 'Lavare i piatti non è un talento, non sei bravo o incapace in questo' ma allora tu dicevi 'Eccetto per te, tu fai schifo' e allora ti baciavo. A volte credevo fermamente che lo facessi apposta, perché... li rovinavi; ogni volta..."

L'unica risposta di Victor fu lo schermo del battito cardiaco con lo stesso tono melodrammatico di sempre. Sembrava quasi una pulsazione, ma era troppo artificiale, suonava troppo come una macchina per ingannare Yuri.

"Il battito del tuo cuore suona come l'oceano." mormorò Yuri nella fresca aria notturna, appoggiato sul petto di Victor. Il suo orecchio era premuto contro il cuore del russo. "Sì? E come fai a dirlo?" Victor fece scorrere le mani tra i capelli di Yuri, in un ritmo che conciliava il sonno al giapponese; a poco a poco si addormentava. "Non lo so... È così." Victor rise. "Okay." Yuri poteva sentire le vibrazioni nell'orecchio quando l'altro parlava. Minuti dopo, quando Yuri era più vicino di prima al sonno, Victor sussurró "Yuri?" Si alzò un po' e guardò il russo. "Sì?" "Ti amo." "Ti amo anche io."

"Cos'ha intenzione di fare, signor Nikiforov?" chiese il dottore a Yuri. "Come può pretendere che io lo sappia ora?" singhiozzó. "Non lo faccio, signore, è solo che deve prendere una decisione; e presto." "Mi... serve solo più tempo." "Signor Nikiforov, non voglio essere scortese, ma ormai sta dicendo così da un anno." Ogni volta che sentiva quel nome era come una stilettata al cuore. Ogni volta che lo sentiva veniva portato indietro al giorno del suo compleanno, la prima volta che venne chiamato 'Signor Nikiforov'. "Per piacere prenda una decisione, e presto."

"Per piacere, prendi una decisione, e presto." "Naturalmente voglio avere un matrimonio ufficiale e tutto, ma possiamo permettercelo?" Le spalle di Yuri si abbassarono. "Potremmo farne uno piccolo in famiglia. Potremmo..." Victor accarezzò teneramente la guancia di Yuri. "Tanto non vuoi farlo, vero?" Il giapponese si morse il labbro. "Dove troveremo i soldi?" "L'amore non ha prezzo piccolo. Troverò un modo. Non ti preoccupare." Yuri sorrise.

"Già di ritorno?" urlò Mari dall'altra stanza. Yuri chiuse la porta dietro di lui vedendo Makkachin correre nella sua direzione, per poi fermarsi immediatamente vedendo che era solo. Il povero cane aveva aspettato ogni giorno il ritorno a casa di Victor, non riusciva proprio a capire; non che Yuri riuscisse a capire cosa stesse succedendo più di quanto lui riuscisse a fare. "Già, vorrei provare a dormire un po' di più stanotte... Uh- Abbiamo avuto clienti mentre ero via?" Mari uscì dalla stanza, una sigaretta in mano.

"No, non ne abbiamo avuto per tutta la settimana." Esalò una lunga zaffata di fumo. Yuri annuì. Non avevano avuto molti clienti; o almeno non abbastanza per mantenere la casa ereditata dai loro genitori. E non abbastanza per pagare le spese mediche per Victor.

"Yuri, ehm, riguardo Victor..." "Sì?" "Non voglio dirlo, ma- non possiamo..." si morse il labbro. "Non possiamo pagare per mantenerlo in vita. Sono sicura che lo sapevi già..." Lui scosse la testa. "Si sveglierà presto, non possiamo arrenderci!" "Yuri! Sveglia! Non possiamo permettercelo! Vuoi tenere questa casa? O vuoi vivere in strada?" Yurì scosse la testa così violentemente che Mari fu sorpresa che non si fosse staccata. "Troverò un modo, con il tuo aiuto o senza."

"Troverò un modo." Victor sorrise. "Come?" Yuri indossava una maschera di incredulità. "Avremo il più grande matrimonio che tu possa immaginare! E ci saranno tutti. I tuoi genitori, tua sorella, Phichit, e inviteremo anche Yurio. Lo amerai." Yuri non rispose, guardando solo in basso. "E mi amerai... Vero? Farai la promessa, e-e dire sì, vero?" Yuri si alzò. "Certo. Sono solo... stressato."

La voce di Mari si ammorbidì. "Naturalmente ti aiuterò, Yuri... Mi spiace. So che lo amavi... Sono solo stressata."

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