parte 9

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"Cos'hai deciso?" Mari spense la sigaretta. "Lasciami stare." rischiò Yuri. Mari gli andò incontri e sorrise compiaciuta. "Sai già cosa farai, vero?" "Ho detto lasciami solo." "Cioè, non ti biasimo. Neanche io vorrei essere un senzatetto."

"E vuoi tu, Victor Nikiforov, prendere Yuri Katsuki come tuo legittimo sposo?"

"Ho detto lasciami stare!"

"Sì."

"Capisco che è dura per te." "No, du non capisci. Non capisci per niente."

"E vuoi tu, Yuri Katsuki, prendere Victor Nikiforov come tuo legittimo sposo?"

Yuri odiava che le persone gli facessero sempre quella domanda, 'cosa farai?', come se avesse dovuto saperlo istantaneamente.

"Sì."

Yuri si tirò via la fede dal dito e la esaminò tra le mani. Avevano deciso di usare lo stesso anello che Yuri aveva comprato poco prima della finale del grand prix; aveva un valore sentimentale. Cosa sarebbe successo? L'avrebbe tirato via? Avrebbe adottato il titolo di vedovo? Non gli piaceva il suono di quella parola, e non voleva definitivamente pensare a cosa sarebbe successo dopo tutto questo. Durante l'intero periodo in cui Victor era stato in ospedale, Yuri aveva sempre tenuto l'anello. Nessuna eccezione.

Quando le persone chiedevano del suo stato, avrebbe sempre detto che era sposato, e questo successe per anni. Ma in molti di questi anni Victor non era con lui a fare nuove esperienze. Quello era come era sempre stato, il che, di nuovo, era qualcosa a cui si era abituato.

"Ora vi dichiaro marito, e marito."

Il tempo passò.

"Ora puoi baciare il katsudon."

Un paio di giorni prima, che sembravano essere stati contati accuratamente.

"Oh mio Dio, gli hai detto tu di dirlo Victor?"

Yuri era nella sua stanza e si stava abbandonando ai ricordi di loro due insieme, facendoli ripartire nella sua mente e ricordandoli con cura.

"Avrei potuto."

A quel punto Yuri si intorpidì.

"È perfetto. L'atmosfera, le persone che stanno arrivando, tutto."

La sua mente era più spenta di quella di Victor.

"Tu sei perfetto."

E quello era uno di quei momenti in cui Yuri fissava il muro per ore, sognando il tempo in cui il viso di Victor non era coperto da una maschera che faceva entrare a forza l'ossigeno nella sua gola.

"Questa era l'unica cosa che avessi potuto fare per sorprenderti più di quanto tu mi abbia sorpreso."

"Yuri. È tempo di andare, vieni." "Ora?" "Sì, ora. Sarò con te per tutto il tempo, andrà tutto bene." "...No... Non posso restare qui?" "Ti pentirai nel futuro per non aver passato con lui i suoi ultimi momenti. Dai, guido io."

"Una foto ricordo? Certo~"

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