parte 4

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"Yuri, potresti venire qui un momento?" chiamò Victor dall'altra stanza. Yuri uscì dalla cucina, lasciando il katsudon a cuocere. "Sì?" "Ah, Yuri!~ Com'è?" Victor si alzò in uno smoking formale bianco e nero. "È... bellissimo." disse Yuri, il viso che mutava da color pesca a un rosso brillante. "Non dovresti farmelo vedere prima delle nozze! Porta sfortuna!"

Si coprì gli occhi. "Ma mi serviva la tua opinione su quale dovrei mettere! Ne ho così tanti!" Victor emise un sospiro triste. "Certo." disse Yuri mentre sorrideva. Perché aveva pensato che ne avrebbe mai comprato uno nuovo? Di certo Victor Nikiforov avrebbe avuto una vagonata di abiti da cui scegliere; e tutti abbastanza adatti ad un matrimonio. A volte Yuri si chiedeva dove Victor conservava quelle ricchezze con cui pagava tutte le cose che aveva.

"Beh... Se ti aiuta a decidere, mi piace questo." Yuri fece un passo avanti, ancora con la faccia rossa e gli strinse la cravatta. "Maledizione, è sexy." "Cosa?!" "Niente, solo tu." Victor sorrise.

Yuri sospirò, tenendo l'abito tra le mani. Su una gruccia, con la polvere attaccata ad esso, non sembrava così bello come ricordava. Era solo un normale smoking bianco e nero, niente di speciale; o almeno niente che Victor non avesse indossato alla finale del Grand Prix. Forse era solo la persona che lo indossava, o la circostanza e la ragione per cui veniva indossato che lo rendeva così irresistibile.

Era entusiasta di avere il cognome di Victor ma in quei momenti se ne pentiva. Non gli piaceva sentirlo dire ogni volta che le persone si rivolgevano a lui. Si sentiva come se proprio dietro la sue spalla ci fosse Victor, la persona a cui si stavano veramente rivolgendo. Ora solo la sua depressa ombra lo derideva, ed era la sua unica compagnia; che malinconia.

"Hey Victor... Sono tornato. Il dottore vuole che io decida cosa fare con te..." Nessuna risposta. "Gli ho detto che mi serviva più tempo, e mi ha chiamato signor Nikiforov. Ricordi quando le persone parlavano di noi come "I Nikiforov"? Mi innamorai del tuo cognome, specialmente da quando lo condividevo con te." Yuri si sentì venire le lacrime agli occhi, quindi si fermó. Non voleva piangere davanti a Victor, doveva essere forte visto che il russo non poteva farlo. "Mi faranno decidere veramente presto e- e-" La sua voce si abbassò un po', tremando. "Non penso di essere pronto per lasciarti andare." Gli occhi marroni di Yuri contrastavano con il liquido brillante che si stava formando sulla loro superficie. "Mari dice che non possiamo permettercelo. Non possiamo permetterci di tenerti... in vita... per altro tempo ancora."

Nessuna risposta. Lo schermo del battito cardiaco aumento leggermente il suo ritmo. Yuri non ce la fece più e si inginocchió davanti al letto di Victor che aveva un po' del suo profumo, se era ancora restato. Iniziò a singhiozzare e a piangere come un bambino. "Non so cosa fare, Victor! Non posso- Io so- Io so cos'hai detto-" Yuri si premette i palmi nelle orbite, finché il colore scuro dietro le sue palpebre si trasformò in un colore statico, asciugandosi violentemente le lacrime.

"Dicesti che se mai saresti finito come quello, no, così, volevi che io andassi avanti e... Ma non posso. Non sai quanto ti amo, non posso e mi spiace che non posso." Yuri rise per un attimo. "So che probabilmente sarai arrabbiato con me per questo, per averti trascinato in questa miseria, se fossi stato sveglio oppure se tu avessi potuto sentirmi..."

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