Capitolo 8

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Oggi è il compleanno di uno di loro e cosi questa notte mi sono messa a pensare a l'estate, ormai scorsa, sono scoppiata in lacrime dalla malinconia. Ho paura che nel mio futuro dimenticherò tutte le persone che ho conosciuto al mare. Mi mancano, ma io mancherò a loro?

Passarono gli anni.

Era una notte fonda, quando una bambina veniva rapita da un uomo. Questa bimba non aveva mai visto la luce, mangiava pochissimo e non conosceva nessuno.
Cerano un sacco di persone in quel luogo ma nessuno che sapeva di questa storia. Così decisi di esplorare il paese e capire come mai scomparivano tanti ragazzi/e o bambini/e.

Così una mattina presto decisi di andare al molo, un posto dove nessuno metteva piede. Perché dicevano che è un posto pericoloso e inquietante. Ad un certo punto cado giù in un buco. E vidi una casa abbandonata, così credevo, poi sentì una voce che urlava "aiutooo, aiutatemiii". Allora decisi di seguire quella voce, vidi una bambina magrissima, senza forse.
Dopo un po' mi sono avvicinata in questa stanza buia e piccola. Per fortuna la porta era aperta, così entrai e la bambina piena di paura si spaventa e si nasconse. E io per rispetto non mi sono mossa, ma poi ho pensato che avesse avuto dei traumi da più piccola, allora decisi di avvicinarmi a lei chiedendogli
- "come ti chiami?"  Lei all'inizio non mi rispondeva. Allora mi sono presentata. -"piacere mi chiamo Lisa" e lei senza esitare mi ha detto -"io non so quale sia il mio nome", lei parla con voce bassa. La conversazione è andata avanti.

-"mi racconti della tua storia?"
-"si certo, ma non so molto"
-"non fa nulla raccontami quello che ti ricordi"
-"va bene. Un giorno ero con i miei genitori che stavamo giocando con la sabbia". -"poi un altro giorno mi sono ritrovata qui dentro".
-"ti ricordi chi erano i tuoi genitori?"
-"no".

Ad un certo punto sentimmo dei passi avvicinarsi a noi. La bimba spaventata si ranicchiò tra le mie braccia. Dissi alla bambina -"vieni alzati dobbiamo uscire da questo posto." E la bambina mi seguì.

Cercai un nascondiglio, ma non lo trovai, così ad un certo punto mi appoggiai ad un muro, ma cado giù. Così dissi alla bambina -"salta, ti predo io." Con volume di voce abbastanza alto. La bambina mi rispose -" ho paura!"
-"non devi aver paura ci sono qua io, ce una barca qui sotto".

Alla fine la bambina saltò giù. La presi in braccio e la calmai. Dopo con il suo aiuto riuscimmo a far andare questa barca, che ci porto alla superficie del mare. La bambina era molto felice che mi chiese -"posso venire a vivere con te, Lisa?". E senza pensarci ho risposto -"certo, sei la ben venuta".
-" ora però devi scegliere il mio nome, vero?"
-" perché invece non lo scegliamo insieme? Ti va?". La bambina molto contenta mi abbracciò. Poi mi disse -"ora tu da oggi sarai la mia mamma". E io non sapevo cosa rispondere ci pensai e infine la mia risposta è stata -"si, sarai la mia piccola figlia".

Dopo una settimana.

Arrivammo a riva. La gente che non sapeva nulla di cosa era successo, mi guardò stupita, per il semplice fatto che hanno riconosciuto la nave, dell' uomo che rapina le bambine e le ragazze. Così si spaventarono.

Altre settimane che passarono senza sapere nulla di quell'uomo.

Una ragazza scomparve mentre nuotava al mare.
Tutti disperati della faccenda che si nascondevano nelle case e non uscirono più. Andai con mia figlia a casa di questa signora che aveva perso la figlia. -"buon giorno, sono Lisa, un'amica di vostra figlia, la conoscevo bene."
-"piacere nostro".
-"questa bambina che vedete è stata rapita anni e anni fa. Ora invece è qui con noi".
La bambina felice disse a loro -"è stata Lisa a salvarmi e ora è diventata mia mamma."
La signora chiese alla bambina -"come ti chiami, fanciulla?".
-"non lo so, non lo mai saputo. Ma con Lisa sto cercando un nome adatto al mio carattere".
La signora sentendo le parole della bambina si mise a piangere.
Dopo un po' uscimmo da casa sua e andammo in giro per il paese.

Tre settimane dopo la scomparsa.

Decisi di riaffrontare la faccenda, portai la bambina da mia madre.
La bambina mi disse -"fai attenzione, potrebbe aver scoperto da dove siamo uscite".
-" tranquilla ci sono altre celle e non conosce ogni nascondiglio di ogni cella, ce là farò." "Tranquilla salverò anche lei". La bambina contenta e felice mi abbracciò.

Sono fuori da ormai una settimana e mezza.

Dopo un paio di mesi.

Un giorno con i bambini dell'oratorio dovevamo fare una gita, prima che iniziasse la scuola. Camminavamo in due gruppi, salimmo le scale di un museo e c'erano due tavoli in mezzo alla grande stanza. Piatti, bicchieri, liquori, cibo... e noi abbiamo iniziato a farli mangiare e bere (non c'erano analcolici). Dopo un' ora che eravamo li, sono arrivati i miei compagni di scuola a mangiare e a lavarsi. Quando il bambino finiva di mangiare metteva via tutte le sue cose che ha usato, tutti dovevano finire quello che c'era davanti a sè, chi non finiva rimaneva seduto a mangiare.
Dovevo correre in fretta per riuscire a trovare i miei vecchi compagni.

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