Con la testa sotto l'acqua, Adalrico si chiese cosa non andava in lui. Perché non poteva essere come tutti i wrestler normali che quando vincono un match, soprattutto se è il loro primo match nella divisione tag team, sono contenti e festeggiano, magari insieme al loro compagno bevendosi una birra?
Invece lui si stava sentendo male. Non sapeva esattamente cosa avesse scatenato quella reazione, ma non appena l'arbitro gli aveva alzato il braccio, non appena si era reso conto di aver vinto, la nausea si era impadronita di lui e un sudore freddo e dall'odore acre aveva iniziato a ricoprire la sua pelle.
Tutte le altre volte, in tutti i match che aveva vinto, aveva sentito un vago senso di compiacimento, sebbene mai questo si fosse trasformato in una gioia sfrenata. Si chiese perché mai faceva il wrestler se vincere non lo rendeva felice e se perdere lo rendeva infelice... non poteva certo concludere tutti i match in un pareggio.
Questa volta invece del vago senso di compiacimento era subentrata una prepotente voglia di vomitare a spruzzo insieme ad un attacco violento di tachicardia. Nessuno si era accorto del suo malessere e lui era sgattaiolato in bagno, dove ora stava cercando di calmarsi con i capelli direttamente sotto il getto d'acqua fredda del rubinetto.
«Calmati calmati calmati» Ripeteva come un mantra, ma ogni volta che lo diceva otteneva solo di agitarsi ancora di più.
Si aggrappò al bordo del lavandino con entrambe le mani e tirò indietro la testa, schizzando l'acqua ovunque. Gocce spesse scendevano dalla sua lunga coda di capelli e gli inzuppavano la canottiera sulla schiena.
Iniziò a chiedersi se ci fosse qualcosa di sbagliato nel suo cuore, che ora stava balzando come impazzito contro le sue costole, quando la voce più androgina del mondo lo distrasse dai suoi pensieri.
«Che succede, Avvoltoio?» Domandò Artemis, che era entrato così silenziosamente da non essere notato.
Adalrico prese un respiro molto profondo e si passò una mano sui capelli zuppi
«Artemis... che cosa... che cosa ci fai qui?»
«Stai male, Avvoltoio?»
«Che fai, mi rivolgi la parola, adesso?» scherzò Adalrico, inquietato: era così raro che Artemis parlasse a qualcuno in tono anche solo lontanamente confidenziale che temette di stare allucinando di nuovo.
Artemis lo guardò dritto negli occhi. In quel momento portava delle lenti a contato bianche e verdi che davano al suo sguardo un'aria stralunata, aliena. Adalrico indietreggiò fino a sbattere con la schiena contro la parete e distolse gli occhi, incapace di sopportare oltre quel contatto.
Artemis parlò con voce chiara
«Quando vuoi aggiustare il male, devi distruggere il tuo ego»
«Co... cosa? Artemis, non ha senso. Cioè, non adesso. Che cosa vuoi dirmi?».
Adalrico si strinse le braccia intorno al corpo, preso da un freddo insensato poiché era una calda sera estiva e fino a poco prima l'afa lo stava opprimendo al punto che aveva deciso di infilare la testa sotto l'acqua corrente e fresca.
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L'Ombra di un Cappello - 1. Non sei una superstar
AdventureAdalrico Merlo (in arte Avvoltoio), ventitré anni di età e un metro e novantadue di altezza, è un giovane wrestler italiano con un sogno: diventare il nuovo Undertaker, una leggenda inoffuscabile del wrestling mondiale. Ma non è certo un sogno faci...