21. Non sei in condizione di ribellarti

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Quando si risvegliò, confuso e vagamente indolenzito, Adalrico vide che tutto era diventato di colore marrone scuro. Non ci mise molto a capire che qualcuno gli aveva messo un sacco di iuta in testa ed era per questo che non ci vedeva o meglio che vedeva tutto dello stesso colore.

Inspirò a fondo, sentendosi i polmoni compressi, e scoprì di avere le braccia legate dietro la schiena.

Era seduto su una sedia dura e scomoda, con le caviglie legate ai piedi di questa, e aveva uno strano sapore in bocca, come di marshmallow e fagioli.

«Controlla se è sveglio» Disse una voce maschile aspra, come quella di qualcuno che aveva tossito violentemente e a lungo prima di parlare

«Nah, si sveglierà fra una ventina di minuti» rispose quella sottile di Aisha

«Ma hai visto quanto è grosso? Una dose normale gli fa un baffo. Per me è sveglio»

«È mezz'ora che fai così, che hai, paura?».

Adalrico sentiva i passi di diverse persone che si muovevano per la stanza. Non poté fare a meno di iniziare a tremare, spaventato. Lo avevano sequestrato! E perché mai? Lui non aveva mai fatto niente di male nella sua vita. O almeno niente che gli venisse in mente adesso.

«Non ho paura» Disse l'uomo dalla voce aspra «Figurati, di questa mezza cartuccia. Io dicevo di controllarlo per sapere se ci sta ascoltando oppure no»

«Va bene, dagli un calcio» acconsentì Aisha, tranquilla.

Adalrico si irrigidì involontariamente e strattonò con forza i legacci.

«Porca miseria!» Esclamò l'uomo dalla voce aspra «Lo vedi che era sveglio?»

«Sono sveglio, sono sveglio!» Ammise Adalrico «Non fatemi del male».

Delle persone risero. Erano molti di più di quanti il povero Adalrico avesse immaginato e le loro risate erano cattive quasi quanto quella di Tiberio. Avrebbero potuto fargli qualunque cosa, sia nel senso che erano troppi più di lui e perciò lui non avrebbe potuto opporsi, sia nel senso che sembravano capaci di fargli qualunque cosa.

«Ci immaginavamo chissà chi... l'Avvoltoio» Ridacchiò ancora l'uomo dalla voce aspra «Sei solo un ragazzino»

«Certo» replicò indignato Adalrico «Sono un giovane a cui piace fare wrestling, niente di più. Cosa volete da me?»

«Sono un giovane a cui piace fare wrestling» lo imitò qualcuno, copiando quasi perfettamente la sua voce per poi mettersi a ridere.

Adalrico arrossì, ma per fortuna nessuno lo vide perché la sua testa era nascosta da un sacco di iuta.

«Catturarti è stato un giochetto da ragazzi» Disse Aisha «Davvero, non mi ci sono impegnata»

«P-perché?»

«Niente di personale, Adalrico. Non è per te, tu sei un tipo a posto, uno che si fa i fatti suoi. Non c'è un solo motivo al mondo per cui dovremmo avercela personalmente con uno così insignificante»

«E allora perché?»

«Non possiamo dirtelo. Metti il caso che scappi e poi lo dici a qualcuno... siamo più accorti di così. È per questo che non vedrai le nostre facce. Non cercare di vederci, a proposito, perché possiamo risparmiarti solo fin quando non conosci la nostre facce».

Adalrico avrebbe voluto dire "ma io ho già visto te!", invece rimase convenientemente zitto. Trovava ingiusto che lo avessero sequestrato senza un motivo personale e la paura si mischiava all'indignazione, in un cocktail di brutte emozioni che gli serrava lo stomaco e imporporava le guance.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2018 ⏰

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