8. Non sei abbastanza veloce

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La Pagliaccia Assassina afferrò per un braccio Adalrico, con tanta forza che fu solo grazie al cappotto che le sue unghie laccate non si conficcarono nella sua pelle

«Vai all'angolo» gli disse, aggressiva «Comincio io, tu stai a guardare».

L'Avvoltoio obbedì, uscì dalle corde e posò le mani l'una sull'altra sulla cima del paletto, pronto ad aspettare pazientemente il suo turno.

Senza ulteriori indugi, il Luminoso suonò la campanella e l'unico cameraman scese dal ring per piazzarglisi accanto, concentratissimo.

La Pagliaccia fronteggiò Romano

«Che disdetta!» disse ad alta voce «Mi avevano detto che avrei combattuto, invece mi mettono davanti solo una lampada... la userò come oggetto contundente!».

La ragazza scattò in avanti e cinse con le braccia la vita del suo avversario, stringendolo con forza. Romano neppure cercò di liberarsi, ma si fece proiettare oltre la testa della Pagliaccia Assassina, che si piegò all'indietro con tutta la forza di braccia e gambe. Tutti si sarebbero aspettati che il ragazzo rovinasse al tappeto, ma questi inaspettatamente rotolò e si alzò in piedi come se niente fosse.

«Ommioddio!» Strillò il commentatore «È uscito da un over the head belly to belly suplex come se niente fosse! E siamo ancora all'inizio del match! La pagliaccia non sembra più tanto contenta...»

«Sono felicissima, imbecille» ringhiò con aria truce la ragazza «Sta attento a quello che dici!».

Approfittandone della distrazione di lei, Romano le si lanciò contro e la colpì alla parte alta del petto con un micidiale braccio teso, facendola rovinare al tappeto, poi tornò indietro di un passo, saltò e la colpì allo stomaco con la parte inferiore della coscia. La Pagliaccia rantolò, indurendo gli addominali, e rotolò via in fretta mentre Romano si rialzava e si godeva gli applausi del pubblico allargando le braccia.

«Un guillottine legdrop micidiale!» Fu il commento «Ai danni della nostra agghiacciante lady!».

All'angolo opposto rispetto a quello in cui l'Avvoltoio stava aspettando con tetra grazia, Giovanni saltellava come impazzito e dava colpi alle corde, canticchiando una specie di marcetta. Suo fratello lo puntò con un dito sorridendo esageratamente, poi si lanciò verso di lui per dargli il cinque che gli avrebbe permesso di scambiarsi sul ring, ma la Pagliaccia fu veloce e gli si buttò addosso. I due rotolarono al tappeto, aggrovigliati per un istante, prima che lui le afferrasse un braccio e glielo torcesse dietro la schiena.

La pagliaccia sbuffò sonoramente e cercò di liberarsi, ma l'uomo era più pesante di lei e la tenne ancorata a terra.

«Avvoltoio!» Gracchiò lei «Aiutami!».

Adalrico dovette decidere in fretta cosa fare. Doveva interferire nel match, ed essere ammonito dall'arbitro, perché era uno dei cattivi... o doveva infischiarsene della richiesta di aiuto della sua compagna perché era superiore a queste cose e loro due dovevano sembrare un tag team litigarello?

Alla fine scelse per la seconda e incrociò le braccia, guardando con sprezzo la Pagliaccia.

«Figlio di una cornacchia!» Lo apostrofò lei, mentre cercava di trascinarsi verso le corde nonostante Romano non volesse lasciare la dolorosa presa articolare.

«Avvoltoio! Che fai? Aiutala!» Urlò dal pubblico la signora Gianna Merlo, in piedi e con le mani a coppa intorno alla bocca «Aiutala!».

Adalrico arrossì e per nasconderlo voltò la testa verso il muro, sperando che l'ombra della tesa del cappello gli nascondesse abbastanza la faccia.

L'Ombra di un Cappello - 1. Non sei una superstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora