cap 5

261 35 20
                                    

JIMIN

In macchina in viaggio verso casa non osai alzare lo sguardo dalle mie mani congiunte. I piedi erano posati sul cruscotto e non volava una mosca. Ero sconvolto non mentirò. Sentirlo parlare, flirtare, corteggiare persino quel ragazzo mi aveva fatto rivoltare lo stomaco. Non avevo nemmeno la minima idea che fosse gay e quella notizia mi aveva sconvolto, e in qualche modo ferito, perchè nonostante la nostra vicinanza non ha mai provato a toccarmi, ne ha avuto qualche minima voglia di me. La cosa mi irritava.

E poi ero profondamente geloso, nella maniera più distruttiva possibile. Volevo fare del male allo stupido proprietario della casa discogafica di cui non volevo ricordare l'irritante nome, ed ero arrabbiato con Yoongi pechè mi aveva costretto a guardare mentre lui si rivelava mostrando se stesso ad un altro.

Volevo disperatamente odiarlo, ma come mio solito mi chiusi in me stesso, combattendo contro la voglia di saltare dall'auto e scappare da lui, dal suo profumo, dall'osservare il suo stringere possessivo il volante come se fosse un bambino e da quello sguardo perso e fisso sulla strada che aveva inquetato i miei sonni per anni. 

"Dirai qualcosa o preferisci rimanere in silenzio per tutta la vita? Sai quello è il mio primato e ci tengo a mantenerlo."

La sua voce mi arrivò ovattata e distante e mi fece sobbalzare internamente. Non fu forte ma inaspettata quello si, mi agitò e  mi mancò per un po' l'aria. Pochi secondi, pochi intensi secondi.

Riflettei su cosa dire per alcuni minuti e dopo un ulteriore sospiro sofferto emesso da lui, trovai le palle in qualche modo di sbottare.

"Da quanto esattamente ti piacerebbe il cazzo?" Non ero solito usare volgarismi ma ero davvero, davvero molto incazzato e confuso.

Yoongi sgranò gli occhi e mi guardò per un attimo tornando poi a fissare la strada.

"Cosa?"

"hai capito, ti ho sentito con quel tipo dal vestito elegante e le spalle da lottatore di Sumo." la mia voce era avvelenata e mi ritrovai ad odiare quella intonazione acuta e bambinesca che mi aveva fatto guadagnare milioni.

"E.. allora? Non ti ho mai detto di essere etero, tu non l'hai mai chiesto." Indifferente come sempre Yoongi parlava della sua sessualità come se mi stesse descrivendo il meteo.

"Sei serio? Ti conosco da cinque anni e mai nemmeno una volta mi hai mai parlato veramente di te, non ti sei mai fatto conoscere e ora pretendi che io ti abbia chiesto se fossi gay o altro quando mi intimidiva persino chiederti cosa gradivi per colazione?" il mio discorso non aveva pecche ne ero certo.

"Uno: sono sempre io a chiederti cosa vuoi per colazione perchè non so se lo hai dimenticato ma qui quello che fa lo schiavo ad un ragazzino volubile e ubriacone sono io e non tu, secondo: non sono gay, sono pansessuale, se non sai cosa cazzo significa vai su wikipedia, è spiegato li, ti faccio una sintesi: non mi interessa cosa abbiano le persone tra le gambe se c'è da scopare io scopo, se c'è da baciare io bacio, se c'è da accarezzare io accarezzo e.."

Fece una puasa per respirare.

"... e se c'è da amare, io amo. Il genere per me è soltanto un informazione in più, abbastanza inutile, e ora che sai il mio sporco segreto puoi cacciarmi se vuoi.  Se reputi che il tuo assistente e supervisore sia così disgustoso e immorale da non saper gestire un ragazzino viziato e presuntuoso come te."

Il discorso mi lasciò spiazzato e ancora confuso. La parte dell'amare e scopare.. Yoongi non aveva mia parlato così conn me, mi accorsi in quel momento che yoongi non aveva mia parlato molto di nulla in generale. La parola scopare uscita dall sue labbra.. Lo sapevo che dovevo concentrarmi su tutto il suo discorso eppure appena aveva parlato di qualcosa di esplicitamente riferito al sesso non ho potuto fare a meno di arrosire per il piacere e il desiderio di sentirlo pronunciare ancora quella volgare parola.

A stupid bodyguard {Yoonmin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora