Capitolo 1.

106 7 2
                                    


Sono circondata dai miei amici che mi stanno fissando dall'alto, non riesco a distinguere i lineamenti del viso, ho la vista troppo offuscata e mi gira la testa. Le voci mi sembrano lontane e mi arrivano all'orecchio molto flebili e a tratti.
Quando riesco a mettere a fuoco vedo le facce dei miei amici, noto subito che sono preoccupati.
Finalmente mi ricordo. Mi sono stentiate male, non ricordo molto, so solo che ho sentito una strana sensazione allo stomaco e poi ha iniziato a girarmi la testa e di colpo mi sono ritrovata sul pavimento gelido dei corridoi della mia scuola. Per fortuna non c'è troppa gente, a parte i miei amici. Cerco di alzarmi e mettermi seduta, <<aspetta ti aiuto ad alzarti.>> Sento due mani prendermi per sotto le braccia e sollevarmi piano, alzo sguardo e vedo Adrian uno dei miei più cari amici fin dall'asilo.
Mi ricordo ancora quando l'ho conosciuto e all'inizio lo odiavo, mi tirava sempre le trecce e mi rubava i giocattoli, ma poi col tempo siamo diventati davvero grandi amici. Ha gli occhi blu accesso bellissimi e i capelli castani, li portava sempre in un taglio disordinato e arruffato, ma dovevo ammetterlo GLI STANNO DA DIO. Non come me. Con la mia zarrera rossa che ho in testa assumerei le sembianze di un leone. "Ecco brava Abigail ti sei di nuovo persa nei tuoi pensieri." La vocina nella mia testa mi riporto alla fredda realtà.
<<Tranquilli ragazzi sto bene,>> mi costrinsi a dire soffoggiando il sorriso più falso che avessi. <<Non mi sembra,>> rispose Charla <<non è la prima volta che svieni.>> Aggiunse dopo avermi guardata dalla testa ai piedi. Non sopporto quando i miei amici sono troppo protettivi/preoccupati per me, ho 19anni per la miseria! Sono anche più grande di loro so basare a me stessa.
Presi lo zaino che mi era caduto e mi allontani senza aggiungere altro.
Era da giorni che non mangiavo, il solo pensiero mi dava la nausea, per quello ero svenuta, ogni volta che pensavo a cosa avrei dovuto affrontare...
Dopo una noiosissima giornata a scuola tornai a casa (finalmente) appena misi il piede in casa senti urlare dalla cucina <<Abigail tesoro hai impacchettato la tua roba?>> è mia mamma, <<quasi mamma mi manca poco.>> Ah si dimenticavo il motivo per cui non mangio è questo, mi sto per traferire dall'altra parte del paese e non rivedrò mai più i miei amici.

Voglio stare con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora