Ricordi Preziosi

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Fleur osservava il tramonto da quel ponte, su cui ormai si fermava la maggior parte delle volte in cui usciva. Quando arrivava lì, e i suoi piedi toccavano le travi di legno, non poteva impedire che miriade di ricordi iniziassero a riempirle la memoria.
Quello era uno dei posti in cui aveva passato più tempo con suo padre, lei sempre catturata da ciò che il cielo le mostrava, mentre lui le posava una mano sulla spalla e la guardava sorridendo. Non era stato un padre severo, ma giusto e sempre interessato a lei, influenzato anche dal fatto che fosse la sua unica figlia.
Sin da quando era piccola, lui non aveva mai smesso di credere in lei, spronandola sempre a seguire la sua strada e mai di abbandonarla, mai.
Era quello che lei aveva fatto: aveva continuato gli studi, mai pensando per un attimo di rinunciare, riuscendo così a superare tutti gli esami e... A laurearsi.

La laurea. Sì, quel periodo in cui lei era riuscita finalmente a coronare il suo sogno di diventare un'infermiera, ma anche quel periodo in cui... Il destino aveva preso di mira proprio lei per fare i suoi soliti scherzi.
Suo padre, solo qualche giorno dopo il giorno più bello della sua vita, si era sentito male all'improvviso, e lei non era riuscita a fare nulla per salvarlo, assolutamente NULLA.
Non ricordava nemmeno lei quante lacrime aveva versato dopo quella perdita, aveva pianto giorno e notte, senza mai fermarsi, ma continuando a soffrire e annegare in quel pieno dolore che l'aveva completamente catturata.
Anche sua madre era distrutta, e nessuna delle due sembrava decisa a continuare ad andare avanti con quel peso enorme sulle spalle, ma un giorno, a Fleur tornarono in mente le parole che suo padre le aveva sempre ripetuto:

'Ci sono fiori che sbocciano con clima freddi, altro solo con il caldo, altri che riescono perfino a resistere a tutto... Ma tu, Fiorellino mio, sei il fiore più bello e resistente che possa esistere al mondo. Sei nata in primavera, in una giornata soleggiata, nella quale quella mattina ho visto i fiori sbocciare mentre tu piangevi tra le braccia di tua madre. Non devi mai arrenderti Fiorellino, dimostra a tutti chi sei veramente...'

Quelle parole, quelle immense parole di suo padre l'avevano risvegliata e lei era riuscita, con leggera difficoltà, a riprendere in mano la sua vita e continuarla. Dopo quell'immenso dolore, quelle parole l'avevano come fatta rinascere, con una determinazione che superava enormemente quella che aveva da bambina. Da quel giorno aveva preso a fare sempre compagnia a sua madre, aiutandola in tutto e facendo tutto ciò che le chiedeva, anche le cose più semplici, che lei non poteva fare per qualche leggero dolore improvviso o altri motivi.
Sua madre era rimasta più che impressionata di come lei fosse diventata, forse la donna che lei nemmeno era mai riuscita a raggiungere alla sua età. All'epoca non aveva ancora compiuto i trent'anni, ma poi era avvenuto l'incidente di quei due ragazzi e lei aveva ripreso a lavorare giorno e notte a tempo pieno, non volendo affatto rischiare che succedesse qualcosa all'improvviso, sapendo fin troppo bene cosa significasse perdere qualcuno di famiglia.

In vita sua non aveva mai capito cosa fosse l'amore, escluso quello che provava per i suoi genitori e parenti, non lo aveva mai provato, per nessuno. A scuola non era mai stata al centro dell'attenzione e a lei non era mai importato, per lei l'unica cosa che contava era lo studio, nient'altro.
Ma quella fatidica notte, in cui aveva sperato di poter rivedere finalmente suo padre, aveva incrociato lo sguardo di quell'uomo che, seppur l'avesse continuamente minacciata, non era riuscito a spaventarla.
'Fiorellino'.
Di nuovo quel nome. Lui l'aveva chiamata in quel modo senza neanche sapere come lei si chiamasse, l'aveva chiamata in quel modo come se fosse il primo che gli fosse venuto in mente. In quel momento, non aveva più visto ciò che rendeva quella scena spaventosa e da film horror o poliziesco, ma solo gli occhi scuri di quell'uomo. Senza sforzi era riuscito a catturare il suo sguardo e lei non era più riuscita a spostarlo altrove, a momenti rischiava anche di rimanere impalata lì per tutto il tempo.
Quando aveva comandato agli altri di portare fuori lei, non era riuscita comunque a riprendersi, era ancora scossa e con la testa tutto tranne che a posto. Il cuore le batteva all'impazzata nel petto e non riusciva a parlare, aveva la bocca bloccata, come se davvero lui fosse riuscito a zittirla.
E ci era davvero riuscito...

Da quel giorno, quello in cui aveva deciso di andare a trovare un vecchio amico di suo padre, e aveva saputo di lui...
Non capiva ancora se aveva fatto bene o no ad andarlo a trovare quella prima volta, ma dal quel giorno in cui l'aveva rivisto, completamente diverso da una sera prima, non era più riuscita a pensare a nessun altro. Ci aveva messo del tempo per capire cosa lei stessa provasse, ma infondo lo aveva sempre saputo, dopotutto era fin troppo evidente.
You sembrava un bambino ancora all'oscuro di cosa fosse davvero la vita, guardava tutto con degli occhi sempre accesi e sorrideva a tutto quello che lei gli mostrava. Aveva imparato a conoscere quel suo lato infantile, che sembrava essere stato rinchiuso dentro di lui per tutto quel tempo.

Erano passati sette anni da quando lei lo andava a trovare, e ormai sapeva che ciò che lei provava per lui era più che ricambiato. Però... Quel giorno You le era parso... Diverso.
Quando quel pomeriggio... Si era avvicinata leggermente di più a lui, You era completamente diventato un'altra persona, con una luce diversa negli occhi, ma più sicura di sé e sfrontata. Lei non aveva mai immaginato che una persona potesse cambiare così tanto solo per colpa delle emozioni, perché quello che era successo quel giorno, non le era mai nemmeno passato per la testa.
Quella sua prima volta non sapeva proprio come descriverla, non era stata orribile, però... Non capiva perché da quando se n'era andata, salutando lui con un bacio sulla testa, si era sentita strana anche lei. Le sembrava che in lei fosse cambiato qualcosa, ma forse era anche normale dopo una cosa come quella... Della quale per fortuna François non si era accorto.

«...Ti sarebbe piaciuto, sai papà...?» disse sorridendo al sole che lentamente spariva all'orizzonte.

Aveva le braccia poggiate sul parapetto e osservava tutto quello con un'immensa malinconia nel cuore, stranamente maggiore rispetto alle altre volte.

«...So che sei sempre al mio fianco papà... Lo so benissimo... Ma il dolore continua a lacerarmi... E quella ferita si riapre sempre...» sussurrò sorridendo tristemente, mentre i suoi occhi diventavano lucidi.

Si portò velocemente una mano al viso, constatando lei stessa le lacrime che stavano scendendo veloci dalle sue guance, e quel fatto le fece sgranare gli occhi. Era da diversi anni che non piangeva, anche se non era la prima volta che passava di lì dopo essere andata a trovare You.

«...Vorrei che fossi ancora qui papà... Almeno per... Vedere come la tua bambina è cresciuta nei tuoi anni di mancanza... In questa città...» singhiozzò asciugandosi un occhio con la mano: «...Almeno per... Vedere un'ultima volta insieme... Il tramonto. ...Almeno per... Salutare la mamma... Che ancora ti ama e... Dorme con il rimpianto di... Non essere mai riuscita a salutarti...» singhiozzò subito dopo, mentre le lacrime continuavano a uscire veloci dai suoi occhi.

Piangeva.
Stava davvero piangendo a dirotto? Dopo tutto quel tempo?
Si passò di nuovo la mano sugli occhi, guardando con lo sguardo offuscato il tramonto, dove ormai il sole era quasi sparito.

«...Mi manchi papà...» disse infine, asciugandosi l'ultima lacrima che le era scesa dall'occhio destro, prima di recuperare il cellulare dalla borsa per controllare l'orario: «Devo andare... Altrimenti la mamma si preoccupa...» rispose rimettendo il cellulare nella borsa.

Prima però di allontanarsi dal ponte, guardò il sole sparire dal cielo, che le scappare un lieve sorriso.

«...Spero di rivederti un giorno papà...» disse sorridendo appena prima di allontanarsi con passo lento, per avviarsi verso casa propria.

~ • ~ • ~ • ~ • ~

Eh!
Vi aspettavate che iniziassi di nuovo con Louis, o Marinette, o Adrien? E invece no!
Sono partito da Fleur, dalla cara infermiera che è rimasta al loro fianco per quel lungo periodo...

Secondo voi, quello di cui parla Fleur, Ombre se lo ricorda così o diversamente?

Ah beh, io non sono un tipo a cui piace dire tutto... Quindi vi lascio immaginare.
Questa storia prenderà il posto di 'La Lontananza Porta Dolore', quindi verrà aggiornata ogni lunedì.

Ho altro da dire?
Mmm... Ah sì, ci vediamo alla prossima, ciao!

-Louis

Ma Vie Avec Toi ~ Spin-off di 'All'inizio Era Solo Un Sogno'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora