Extraño

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Il divertimento vero é proprio era cominciato verso il terzo o quarto giorno. Credo che avessero capito che noi non aravamo molto interessati ai musei, per quanta storia potessero contenere. Io volevo vedere il tutto dal vivendo la città, perché la storia lo racconta una città, non quattro cose messe a caso dentro un museo. E credo che i professori avessero notato la differenza tra i primi giorni dato che facevamo decisamente più domande ed eravamo sempre in piedi prima che loro potessero mettere piede nelle nostre camere per svegliarci. Quel giorno saremmo andati al Templo Mayor e non stavo nella pelle, sapevo che la stavano sistemando e mi dispiaceva questa cosa, ma era ancora ricco delle mure che li proteggeva e volevo vederle e poi saremmo andati nella Torre Mayor, uno delle prime torri ad essere state costruite nel '47.

Ci divertimmo molto io e Emilia, con quella ragazza avevo in poco tempo stretto una bellissima amicizia, almeno speravo. Insomma, ormai ci scambiavamo i trucchi e io usavo la sua piastra. Riempimmo la fotocamera e la memoria dei nostri cellulari di foto delle rovine e io prendevo addirittura appunti su quello che ci diceva la guida. Ci spostammo nella torre, era altissimo, mi venne il torci collo per guardarlo e non vidi una fine. Dentro era tutto sistemato e in ordine, scrivanie lucide e computer ovunque. Le persone camminavano con calma, non si vedeva il solito caos di cui senti parlare. Facevamo silenzio per non disturbare tutti quelli che stavano lavorando, ma non credo che fossero tutti dipendenti, ma non si capiva chi lo fosse e chi no.

Non restammo per molto comunque, ma era anche giunta la pausa e quindi potevamo decidere da soli dove andare e cosa fare.

-Dove andiamo?-chiesi a Emilia

-Non lo so. Restiamo qui? Ho visto un bar e ho fame.-disse lei, mi prese sotto braccio e mi portò verso il bar per prendere qualcosa. E fu allora che lo vidi. Era in piedi, stava provando un telefono, quelli messi in fila per le prove. Sembrava molto concentrato nel capire le funzioni che, dedussi, gli stava spiegando uno degli addetti.

Comprammo delle pizze e dei panini e due bottiglie d'acqua e poi ci dirigemmo verso l'uscita, ma Emilia si accorse di lui.

-Non é quello del bar?-chiese a voce alta, e come se lui l'avesse sentita si gira verso di noi e i suoi occhi incontrano i miei, ed é come se il mio respiro avesse cessato di esistere. Il suo viso si aprì in un grande sorrisi, che mi uccise dentro. Mi indicò e fece uno strano gesto. 

Presi per il polso Emilia e la porta via, uscimmo fuori dalla Torre velocemente e una volta fuori ritornai a respirare

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Presi per il polso Emilia e la porta via, uscimmo fuori dalla Torre velocemente e una volta fuori ritornai a respirare. Ero spaventata da quella mia strana reazione, il mio cuore sembrò essere partito per non so dove da come mi batteva con forza nel petto, e il suo sorriso era la sola cosa che la mia mente in quel momento sembrava capace di riprodurre.

-Ehi, che ti prende?-mi chiese Emilia

-Che cosa era quel strano gesto che mi ha fatto?-le chiesi di rimando

-Che vuoi che ne sappia? Ma la cosa importante é che ci ha riconosciute, anzi ti ha riconosciuta ed era diretto a te. Sembrava una specie di messaggio in codice.

-E io lo dovrei decifrare?

-Ehi.-disse una voce morbida e dolce dietro di noi. Ci girammo velocemente e lui era dietro di noi.-Ciao, come va?


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