Fiesta

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I suoi occhi erano difficili da capire, non ero sicura se fossero neri o...cioccolato. Fece un passo avanti, sfoggiando un bellissimo sorriso che fu la firma del mio decesso. Neri, erano neri come la notte, ma senza le stelle. I suoi capelli...erano ricci, ma credevo che fosse dovuto alla poca cura prestato, ma quella bandana gli dava un non so che di chic, ma non troppo. La sua camicia era di una strana fantasia e i pantaloni strappati leggermente sulle ginocchia...ma era ok.

-Ciao.-rispose Emilia al suo saluto. Saluto al quale io non ero riuscita a rispondere.

-Scusatemi per prima, sono un pò euforico.-disse guardandomi nei occhi.

Perché mi fissa così? Mi chiesi abbassando il mio di sguardo per l'imbarazzo. La sua bellezza era...difficile da descrivere.

-Non ti preoccupare.-continuò Emilia-Per caso ci siamo già visti da qualche parte?-gli chiede

-Non ne sono sicuro, ma io vi ho notate qualche giorno fa in un bar. Vi stavo guardando, ma non sono un maniaco.-rise e anche noi, ma il mio era una risata un pò nervosa.-Non siete di qui, giusto?

-No, siamo qui in gita con la scuola.-rispose Emilia stringendomi il braccio come ad incitarmi a dire qualcosa.

-Alloggiamo in un hotel.-dissi e poi mi diedi dell'idiota.

-Davvero? In quale?

-Hotel Habita*- rispose Emilia. Non ero la sola cretina tra i due, anzi lei non era messa meglio di me dato che gli aveva detto il nome dell'hotel in cui alloggiavamo. Lui diceva di non essere un maniaco, ma noi che ne potevamo sapere? 

-Oh, grande!-esclamò battendo le mani.-Un mio amico compie gli anni e ha organizzato la festa proprio lì, in una stanza affittata per la serata. Vi va di venire?

Ci stava davvero invitando ad una festa? Noi? Due perfette sconosciute? Sembrava tutto un gigantesco scherzo, anche Emilia che accettava e prendeva il numero della stanza. La guardai come se fosse impazzita. Sentivo ancora i suoi occhi addosso, mi voltai verso di lui e il suo sorriso sembrò allargarsi.

-Ci vediamo.-disse, poi si girò e torno dentro la torre.


Nonostante avessi fatto una ramanzina a Emilia, mi ritrovai con lei davanti alla porta. Avevamo fatto attenzione, evitando di incontrare professori o qualche nostro compagno che poi sarebbe potuto andare a fare la spia. Emilia bussò e attendemmo che ci venisse aperto la porta.

-Mi sembra ancora una cattiva idea.-le sussurrai e proprio in quel momento si aprì la porta.

Ad aprirci fu un ragazzo, forse con qualche anno in  meno di noi, occhi verdi e un ciuffo nero che gli copriva un occhio. Era vestito di nero.

-Voi dovete essere le ragazze che ha invitato Joel.-disse semplicemente prima di spostarsi ed invitarci ad entrare. Quando vidi che dentro oltre al ragazzo strano e a quello che ci aveva aperto, c'è ne erano altri tre, cominciai a temere. Gli invitati sarebbero stati tutti ragazzi e noi le uniche femmine? Ci aveva invitato per violentarci? 

-Ehi, siete arrivate.-disse lo strano ragazzo.-Prego, accomodatevi.-continuò molto servizievole. Ci portò addirittura da bere.

-Hola, io sono Richard.-disse uno che all'apparenza sembrava il più grande e forse lo era anche. 

-Christopher.-si fece avanti uno con i capelli lunghi ma coperti da una berretta. Fecce un piccolo e leggero inchino davanti a noi.

-Piacere di conoscervi, io sono Zabdiel.-disse quello riccio con un sorriso che doveva essere rassicurante credo.

-Io sono Erick.-disse quello che ci aveva aperto la porta.

-Io mi sono dimenticato di presentarmi. Il mio nome é Joel.

Anche il suo nome era bellissimo. Bussarono alla porta e lui si diresse per aprirlo. Aveva una camminata che non so perché, mi attirava molto

Aprì la porta ed entrarono altre persone, tirai un leggero sospiro di sollievo quando vidi che erano entrate anche tre ragazze, una di loro aveva una bambina che ad occhio e croce aveva non più di un anno di vita, forse di meno

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Aprì la porta ed entrarono altre persone, tirai un leggero sospiro di sollievo quando vidi che erano entrate anche tre ragazze, una di loro aveva una bambina che ad occhio e croce aveva non più di un anno di vita, forse di meno. La bambina fece uno strano verso, Emilia aveva gli occhi a cuoricino diretti alla bambina. Capii subito che amava i bambini e forse desiderava diventare madre.

-E loro?-chiese una delle ragazze.

-Loro sono...-disse quello che si chiamava Christopher, ma si ferma, rendendosi conto che non sa i nostri nomi.-Come vi chiamate?

-Io sono Emilia e lei Esperanza.

-Piacere, io sono Yocelyn.-disse la ragazza con la bambina

-Diamo inizio alla mia festa?!-gridò Erick

Qualcuno fece partire la musica e subito iniziarono tutti a scatenarsi e anche io mi sciolgo dopo un pò, spinta anche da Emilia. Mi staccai quando iniziai a sentire il bisogno di bere qualcosa e mi diressi al tavolo e mi versai del succo di frutta. 

-Ti stai divertendo?-mi chiese il strano ragazzo che avevo scoperto si chiamasse Joel

-Si, molto. 

-Visto? Non sono un maniaco.-disse, non sapendo che cosa dire.

-No, ma sei un pò strano.

-In che senso strano?

-Lo strano gesto che hai fatto...-dissi cercando di imitarlo, ma credo di non aver fatto una buona imitazione, ma lui capì lo stesso e rise.-Che significa?-gli chiesi, curiosa di sapere.

-Significa che sono quattro giorni che mi fai diventare pazzo.


*Hotel Habita esiste veramente, ma non ve lo sto consigliando, sia chiaro. E il personaggio di Esperanza Estevens, la protagonista é interpretato dall'attrice Sol Rodriguéz.

 E il personaggio di Esperanza Estevens, la protagonista é interpretato dall'attrice Sol Rodriguéz

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