"Siamo quei ragazzi che hanno bisogno dei like sui social, dei tatuaggi e dei pearcing per sentirsi accettati.
Siamo quei ragazzi che ascoltano la musica di notte.
Siamo quei ragazzi che vivono sui mezzi pubblici.
Quelli sempre con le cuffie nelle orecchie e le felpe larghe.
Quelli che nascondo le lacrime con un sorriso.
Quelli che fingono di stare bene.
Quello forti dietro uno schermo.
Quelli delle relazioni a distanza, dei messaggi chilometrici, dei tagli sui polsi, degli occhi troppo truccati.
Siamo quei ragazzi che hanno bisogno di attenzioni, attenzioni vere.
Siamo quei ragazzi che credono in ciò che fanno, ma non credono in loro stessi.
Siamo ragazzi..."