Era una notte come tante. Una notte d'estate in cui l'aria manca, tutto sembra piú pesante e perfino dormire pare noioso. Ma quella sera in particolare, qualcosa sembrava tenerla sveglia. Aveva tentato di prendere sonno, ma non ce l'aveva fatta. Aveva provato a prendere le pasticche ma quella sera pure quelle parevano inutili. Aveva così deciso di leggere la rivista acquistata il pomeriggio all'edicola di fiducia, di Beppe. Quel anziano signore sempre sorridente che ogni giorno all'alba apriva la piccola edicola all'angolo della piazza e accoglieva tutti con un sorriso. Terminata la rivista decise di prendere l'auto e recarsi in città, per assaporare l'aria notturn
E concedersi qualche pensiero. Così giunta in città, percorse la strada principale e dopo due semafori svoltó a sinistra, inconsapevole di ció a cui avrebbe assistito. Già in lontananza vide luci di ambulanze e polizia e accelerando giunse sul luogo dell'incidente. Sarebbe passata accanto, recitato una preghiera e sarebbe tornata a casa. Ma quella sera andò diversamente. Perché quando giunse accanto alla macchina, riconobbe subito il braccialetto e le scarpe. O meglio il suo braccialetto e le sue scarpe. E subito stentó a crederci. Quello non poteva essere lui. Di corsa raggiunse la barella su cui si trovava e sentì i medici urlare:" Di
corsa all'ospedale, codice rosso, sala operatoria. Dieci ore di operazione." Quelle parole le si gelarono in cuore. Il suo "ex " ragazzo stava per essere operato e rischiava di perdere la vita. Non se lo sarebbe mai perdonato. Lei che lo amava più di ogni cosa, nonostante tutto, nonostante lui l'avesse lasciata a se, al suo destino. "Chi è lei?"domandò uno dei medici. " Sono... sono la sua ragazza",rispose. E il cuore le saltò in gola. Quelle parole erano forti. Ma ancor più forte era vederlo lì, moribondo senza poter far nulla. E allora, qualcosa lei poteva fare. "Salgo io con lui, starò io con lui". "Ragazza, non si metta in mezzo, non e il momento! Si tolga di qui,
torni a casa e le faremo sapere." Lei corrugó la fronte e con tono rispose: " Senta, mi perdoni, sono esattamente 6 mesi che non lo sento, lo amo più di me stessa, non me lo perdonerei succedesse qualcosa. Mi lasci salire. Non le chiedo altro". Le rispose un uomo giunto lì da pochi minuti: " Fatela salire. Subito. " "Eh va bene. Salga. Ma sappia che ogni tentativo potrebbe essere l'ultimo". Dieci minuti e arrivarono all'ospedale. Sala nove. Battiti accelarati. Mani intrecciate. Le loro. Unite. Dopo tanto. Chissà che un pó della sua forza non venisse trasmessa a lui, ne aveva tanto bisogno in quel momento e lei era l'unica che poteva
dargliela. In fondo alla corsia vide arrivare il primario e attorno a lui una marea di medici e dottoresse, pronti per compiere il miracolo. Perché si trattava proprio di un miracolo tentare di salvarlo, una possibilita su mille. Ma era pur sempre una. " Adesso lei dovrà rimanere qui, non puó seguirci in sala operatoria. Quando avremo terminato le faremo sapere. Nel frattempo avvisi i suoi familiari". Come glielo diceva ora lei che lui era orfano e l'unica persona che si era preso cura di lui era stata la nonna scomparsa da pochi mesi? E che lei in due anni era stata la sua mamma, il suo papa, sua sorella, suo fratello, la sua ragazza e la sua amica? E
pervasa da tutti questi dubbi, s'addormento su d'una di quelle sedie scomode delle sale d'attesa. Quelle sale piene di angoscia, di dolore, di sofferenza e di pianti alle due di notte.
Poche ore e si sveglió di soprassalto: un' incubo le aveva turbato il sonno. Il peggiore di tutti i tempi. Lui non ce l'aveva fatta. Ma non poteva essere, era solo uno stupido sogno. Guardò l'orologio: mancavano ancora due ore alla fine dell'operazione. Dopo un caffè decise di uscire nel cortile adiacente, per osservare l'alba e respirare un po d'aria sana, ricca di freschezza dopo il breve acquazzone. Ricordava. Ricordava
tutto ció che era stato di loro. Le loro follie, i loro momenti di felicità assoluta e i progetti per il futuro. Quel futuro così roseo per entrambi dopo tante sofferenze. Sarebbe stato tutto così perfetto. E improvvisamente le tornarono in mente le sue parole, pronunciate su un letto pochi mesi prima:" Io a te non ti lascerò mai, perché sei la vita mia. Te lo prometto". E si, peccato che ora lei era sola e lui non aveva mantenuto la promessa. Ma nonostante cio continuava ad amarlo. In fondo il primo amore non si scorda mai. Ti cambia la vita per sempre.
Giunta nella saletta, vide i medici
uscire. Pochi istanti,ma l'eternità. Paura, tanta. " il suo ragazzo... ce l ha fatta. Ma e ancora in pericolo di vita. Ora lo trasferiremo in sala di rianimazione. Qui ci rimarrà due settimane. Se vuole vederlo, può entrare. Ora e in coma. Ma la può sentire. " "grazie dottore, grazie veramente. A lei e a tutto il personale". E corse, il piú veloce possibile in sala di rianimazione dove si trovava. Spalanco la porta e lo vide lí, di fronte a lei. Intorno a lui mille macchinari lo tenevano in vita, luci, suoni. Tutto cosi strano. Ma se c'era una cosa che non era strana era lui: quanto era bello! Nonostante non lo sentisse e non lo vedesse da mesi era rimasto lui, bell
come sempre. Gli si avvicinò e gli prese la mano. La sua tremava. Troppe emozioni la turbavano. Era tutto troppo difficile da sopportare per lei. " Amore. Ahah sei sempre bello eh? E da tanto che non ti vedevo ma come bellezza stiamo sempre uguali. Bhe... mi fa effetto vederti qui, tra queste macchine, quando un tempo ti vedevo correre per non fare tardi e non farmi aspettare, ricordi? Dicevi sempre: ti ho aspettato per tutta la vita e ora che sei arrivata non ti lascerò attendere. Mi riempivi di attenzioni e mi facevi sentire amata. Due anni meravigliosi. Due anni in paradiso. Svegliarmi e vederti li accanto a me non aveva prezzo. Vedere ogni
mattina il tuo sorriso non reggeva paragoni. E poterti vedere e sentire ad ogni ora mi pareva un sogno. Mi hai regalato la felicità. Poi si sa... la vita non e una favola e cosi tutto e finito. Tu sei tornato alla tua vita e io alla mia. Tu avrai altre ragazze mentre io non sono ancora riuscita ad andare avanti. Tu ora la amerai io amo ancora te. Tu ora vivrai per il suo sorriso, io vivevo per il tuo. Non so se mi stai sentendo, ma tutte queste cose forse avrei dovuto dirtele prima, quella sera, forse saresti rimasto. O forse no. Resta il fatto che io ho preferito lasciarti andare perché ti amavo troppo per tenerti. Ho preferito la tua felicità alla mia. Anche se mi sanguinava il
cuore. Vorrei tanto tu mi stessi sentendo e mi dicessi cosa ne pensi. Ma purtroppo non e cosí. "
E le loro mani si strinsero. Lui riuscì a stringerla, riuscì a stringere la mano di lei. E allora forse la stava sentendo. Aveva compreso ció che le aveva detto. Un sorriso apparve sulle sue labbra. " signorina deve lasciare la sala. Ci può tornare domani". Allora lei gli prese la mano, gliela strinse forte e gli disse:"a domani". E lui accennò un piccolo sorriso. E per l'ennesima volta l'aveva sentita.
Uscì dalla sala e raggiunse il corridoio. Qui vide una ragazza che parlava con i medici. "Sarà la cugina, un amica, la vicina di casa pensó".
" hey, ciao piacere, sono la sua nuova ragazza. Sai dirmi come sta? I medici mi hanno detto che sei stata dentro per tanto." I suoi occhi si riempirono di lacrime. E tutto le crollò, per l'ennesima volta. Ancora una volta. " ehmm... diciamo che sta bene. Ha risposto stringendomi la mano... di certo quando entrerai tu se ne accorgerà e vedrai quanto sarà felice ". " grazie, grazie davvero, mi hai dato la notizia più bella. Adesso corro da lui".
Lasció l'ospedale. Giunse a casa. Si chiuse in camera. Prese le lenzuola e dopo aver fatto un nodo si tolse la vita. Non aveva piú senso viverla senza lui. Tanto a lui non importava più nulla di lei. Dunque che senso
Aveva continuare? Meglio farla finita. E così fece. Cadde come corpo morto cadde.Quattro giorni dopo al suo funerale:
" l'avevo incontrata pochi giorni fa all'ospedale, e mi aveva dato la notizia piú bella. Non capisco questo suo gesto. Ma rimarrà sempre nel nostro cuore. Nel cuore di tutti. Ti vogliamo bene."Tre settimane dopo al cimitero, lui:
" Perché l hai fatto? Amore... quando mi sarei risvegliato sarei venuto di corsa da te. Io quella non la amo, amavo e amo te. Perché ti ho
stretto la mano? Un motivo c'era. Volevo dirti tante cose ma non potevo. Lo so, sono stato un coglione, ti ho fatto soffrire quando non lo meritavi. Però tu eri così bella quel giorno in ospedale e quella sera " in cui mi hai salvato". Perché io ti ho vista, tra le luci e le sirene e li ho capito di non averti mai smesso d amare. E tu con la tua solita testardaggine hai voluto restarmi accanto. Nonostante tutto ciò che ti ho fatto.
Mi manchi da morire. Non avresti mai dovuto farlo.
Ma qui la colpa e soltanto mia.
Ti amo piccolo angelo. Proteggimi da lassù. 😇😇