8. E liberaci dai nostri peccati

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***[AVVISO: ci saranno dei contenuti over 18 in questo capitolo perciò tutto ciò che leggerete e il come vi inorridirete sarà vostra esclusiva responsabilità, io vi ho avvertito]***

Non ci volle molto perché il dio si svegliasse.
Continuava a non ricordare cosa fosse accaduto la sera prima ma, del resto, non gli importava null'altro che di quel bacio.
Si chiese dove Arya potesse essere.
Si erano solo salutati brevemente, senza nemmeno aver il tempo di parlare.
Loki non sapeva dove vivesse lei, poteva solo immaginarlo: essendo una guerriera avrebbe dovuto per forza avere il suo alloggio nella corte minore del palazzo.
Ma non era luogo dove gli dei potevano accedere, come del resto tutto ciò che riguardava la servitù.
Chiuse nuovamente gli occhi abbandonandosi ai suoi pensieri.
Ma cosa sto facendo? So benissimo come trovarla!
Si alzò di scatto quasi in preda all'euforia.
Il Dio degli Inganni non era solo un abile illusionista ma, grazie alla sua magia oscura poteva trovare chi voleva ovunque si trovasse. In pratica il suo potere era paragonabile a quello di Heimdall non fosse che il Guardiano non aveva bisogno di ricorrere alla magia per vedere oltre i suoi occhi.
Curioso pensò. Non uso questo genere di magia da un bel po' riflettè cercando di trovare la concentrazione necessaria.
In piedi in mezzo alla stanza da letto si fermò e, nascondendo i suoi occhi smeraldo sotto alle palpebre, cercò Arya, tra le immense mura del palazzo.
Nella sua mente comparí una porta intarsiata nell'ambra. Non riusciva a capire. Cercò di focalizzarsi sulla parte superiore di essa, sperando di trovare qualche indizio.
Trovata! esultò.
La donna si trovava nelle "Terme di Sale", un luogo in cui i guerrieri andavano a curare il proprio animo dopo una battaglia e, i meno fortunati, anche a morire.
Erano enormi vasche suddivise in più stanze, sembravano delle piccole piscine ma quella che le riempiva non era comune acqua. Era un liquido blu opaco, lucente e quasi viscido al tatto. Aveva il potere di annullare tutti i veleni del corpo, sia quelli fisici che spirituali. Un luogo mistico per così dire, quasi magico agli occhi di un comune midgardiano. Ma ad Asgard scienza e magia erano la stessa cosa, due facce della stessa medaglia.
Loki non poté fare a meno di chiedersi perché Arya si trovasse lì.
Dopotutto è un luogo dedicato ai feriti, perché allora?
Il dio desiderava rivederla al più presto quindi si rivestí in fretta e furia e uscì dai suoi alloggi come se dovesse andare incontro ad una battaglia.
Attraversò tutto il palazzo a passo veloce e quando fu davanti alla porta di ambra si fermò.
Non posso entrare così...non so nemmeno cosa dirle si sorprese.
Aveva camminato fino a lì ma non aveva minimamente pensato a come affrontarla nè a come giustificare la sua presenza in quel posto, dedicato solo ai guerrieri del Regno.
Ma lui era il Dio degli Inganni e non sarebbe bastato questo a fermarlo.
Prese fiato ed entrò.
Quando mise piede nella sala che precedeva gli spazi termali tutti gli uomini e le donne presenti si voltarono verso di lui.
Un uomo si avvicinò al dio "Dunque anche te di ritorno dalla battaglia? Hai ferite gravi da curare o sei qui solo per del semplice ristoro?" chiese dandogli una leggera pacca sulla spalla.
Saggia idea fu quella di mutare il proprio aspetto in un combattente del Regno prima di entrare.
Loki cercò di rimanere impassibile e con delicatezza si scostò dalle premurose attenzioni del guerriero al suo fianco.
"In realtà starei cercando una persona, si chiama Arya" cercò di imitare un tono di voce non riconducibile al suo.
"Arya? E di che reggimento è?" domandò l'uomo.
Quella domanda lo spiazzò. Sapeva veramente poco su di lei.
"Ah non ne ho idea ma non importa, la cercherò per conto mio" sorrise cercando di dirigersi verso le stanze termali.
"Guarda che sei un uomo! Non puoi mica entrare nella parte dedicata alle donne!" gli urlò dietro il guerriero ridacchiando.
"Anche se lo vorremmo tutti" aggiunse, ma il dio era già sparito.
Loki attraversò gli spogliatoi femminili con nonchalance. Si era nuovamente trasformato prendendo l'aspetto di una comune donna.
Si guardò intorno meravigliato chiedendosi perché non l'avesse fatto prima.
Gli spogliatoi erano stra colmi di donne che chiaccheravano tra loro, alcune coperte dagli asciugamani altre completamente nude e disinvolte, che parlavano animatamente delle loro battaglie e conquiste.
Era un bel vedere insomma.
Ma il dio non poteva perdere la concentrazione e si diresse a cercare la stanza che aveva visualizzato poco prima.
Eccola!
Il cuore gli batteva nel petto come il pendolo di un orologio.
Cercò di calmarsi ed entrò.
La saletta era piccola con una piscina blu come l'acquamarina e Arya era immersa in essa dando le spalle alla porta. Non si era accorta della presenza del dio e rimase immobile a guardare la cascata davanti a lei che sgorgava dalla bocca di un leone dorato.
L'acqua essendo lattiginosa copriva tutte le grazie della dama rendendo possibile solo vedere le sue spalle e la sua nuca che emergevano fuori dalla vasca.
Il dio rimase incantato da quella visione, come se quel poco di pelle che poteva scorgere fosse tutto ciò che aveva desiderato fino a quel momento.
"Allora anche una come te non è indistruttibile" affermò rompendo il silenzio.
Arya trasalí e si voltò.
Il dio era dalla parte opposta della sala, al bordo della vasca, e la guardava con un sorriso malizioso stampato sul volto.
"Ma come...che ci fai qui?" domandò allibita.
"Questa domanda me l'hai già rivolta  ieri o sbaglio? Forse dovresti cambiare repertorio" sorrise.
"Io non...ma come hai fatto a trovarmi?" la dama era sempre più spazientita.
"Sono un dio, ciò che voglio lo ottengo" spalancò le braccia come se si aspettasse un'ovazione.
"Vattene! Non puoi stare qui!" sussurrò Arya nel goffo tentativo di cacciarlo.
"E chi lo dice?"
La dama sentì la porta della sala serrarsi di colpo, nella toppa la chiave girava da sola.
Loki cominciò a spogliarsi.
La ragazza avvampò.
"Ma cos- che stai facendo!?" cercò disperata di coprirsi gli occhi con i palmi delle mani, imbarazzata come non mai.
Il dio oramai era nudo davanti a lei.
Arya si voltò in direzione del leone d'oro cercando di non vedere nulla di quella inutile entrata trionfale che Loki fece nella vasca.
Non aveva ancora tolto le mani dal viso, ormai rosso come il fuoco.
Il dio era arrivato dietro alle sue spalle, poté sentire il suo gelido respiro sul suo collo.
"Ieri ci siamo interrotti mi pare..." sussurrò al suo orecchio.
Loki fece aderire il suo corpo alla schiena di lei.
Ad Arya si mozzò il respiro.
Sentiva crescere l'eccitazione del dio contro di lei.
Non ci capiva più niente.
Lui la abbracciò da dietro avvolgendola, cominciò a lasciare piccoli baci partendo dalla sua spalla fino al collo come in una lenta e piacevole tortura.
In che guaio mi sono cacciata pensò la dama ma ormai era completamente abbandonata a lui.
Loki la spinse delicatamente contro la parte finale della vasca, sotto alla cascata. Afferrò i bordi del margine intrappolando la donna tra le sue braccia e si spinse dentro di lei, senza alcuna pietà.
Ad Arya mancò un battito per la foga con cui lui si immerse nel suo ventre, quasi squarciandola.
Cominciò a spingere, il respiro affannoso del dio divenne un suono ritmico, quasi piacevole. La dama si sciolse totalmente, lasciandosi cullare dalle vigorose spinte di Loki che gemeva preso dalla passione.
Quando entrambi furono sul punto di esplodere di piacere, il dio si levò da lei e con un gesto fulmineo la fece voltare per poterle divorare la bocca e gli ultimi respiri che la donna riuscì ad esalare.
Tornò in lei e con voracità continuò a baciarla come se temesse la sua sparizione da un momento all'altro.
Era completamente perso in lei, pareva la volesse divorare tanto era forte il desiderio di possederla.
Non ci volle molto che il dio venne dandole un'ultima forte spinta in cui lei si abbandonò completamente lasciandosi andare alla fine del piacere a sua volta.
Entrambi si lasciarono andare in un abbraccio, immersi con il volto nella cascata di acquamarina che scendeva avvolgendoli.
Loki distolse la testa dall'acqua cercando gli occhi di Arya.
Sorrise.
"A sapere che sarebbe andata a finire così mi sarei fatto interrompere più volte da mio fratello" ammise scherzando.
"Vedi di non prenderci l'abitudine" lo sfidò la donna con fare beffardo.
"Oh eccome la prenderò, ogni volta che ne avrò voglia" ribattè Loki avvicinando il suo viso a quello di lei.
"Mi stai sfidando?" domandò Arya sorridendo.
"Oh...ho appena iniziato"

(Vi allego cosa sta succedendo nella mia testa in questo momento)

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