17. Il diavolo tentatore e la Regina Oscura parte II

2K 121 47
                                    

Il viaggio fu più lungo del previsto. Quando finalmente arrivarono a destinazione davanti a loro videro stagliarsi un vicolo buio in mezzo ad una città.
"Oh dei...credo di star per-" Arya non fece in tempo a terminare la frase che lo stomaco le si rivolse totalmente facendola vomitare a pochi passi dal dio che la osservava perplesso.
"Si bhe...non è un viaggio comodo quanto quello sul Bifrost, è normale un po' di nausea" la tranquillizzò.
La Guerriera si rialzò, il viso pallido e la testa che le girava vorticosamente.
"Dove siamo?" riuscì a malapena a chiedere.

"A New York, ovviamente" rispose Loki con un sorriso sardonico.
Arya sgranò gli occhi.
"Ma... ma sei matto? Potrebbero riconoscerti"
Il dio fece spallucce ignorando le sue parole.
Cambiò i suoi abiti con una magia facendo sparire quelli regali asgardiani per sostituirli alle vesti comuni dei terrestri.
Arya fece la stessa cosa cercando di riprendersi.
Guardò il dio perplessa.
"Scherzi vero?"
"Perchè? Cos'ho che non va?" domandò il dio irritato.
Portava dei lunghi pantaloni neri eleganti, una camicia, una cravatta e una giacca abbottonata nera a sua volta. Era tutto completamente vestito di nero.
"Ma quale persona va in giro vestita così?" chiese la donna quasi sbeffeggiandolo.
Loki alzò gli occhi al cielo, fece sparire la giacca e cambiò il colore della camicia rendendola di un azzurro scuro.
"Meglio?" chiese spazientito.
Arya gli sorrise in segno di assenso. Non lo aveva mai visto nelle vesti di midgardiano e la cosa la divertiva alquanto.

 Non lo aveva mai visto nelle vesti di midgardiano e la cosa la divertiva alquanto

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Stai meglio adesso?" domandò il dio dal nulla.
"S-si si sto bene, andiamo" rispose la dama frettolosamente.
Si avviò superando il vicolo per poi ritrovarsi di fronte ad una delle immense strade della città. Pur avendo cambiato gli abiti Loki rimaneva pur sempre simile a se stesso e, benchè fossero passati anni, non poteva fidarsi del fatto che nessuno lo avrebbe riconosciuto. Storse il naso rendendosi conto di non poter star a piede libero per molto con lui al seguito. Doveva assolutamente sbrigarsi.
Fortunatamente si accorse di non essere molto lontana dal santuario di Doctor Strange, questo significava che il bar a cui era solita andare era poco distante.
Si assicurò che Loki la stesse seguendo per poi procedere a passo deciso, col dio subito dietro di lei.
L'Ingannatore rimase in silenzio a guardarla, continuava a fissare il polso sinistro della donna perplesso. Non poteva essersi immaginato una cosa del genere. Avrebbe giurato sulla sua stessa anima di aver visto una specie di runa comparire per un istante sulla pelle della Guerriera.
Eppure era stato un attimo così breve da non essere nemmeno riuscito a capire quanto i suoi occhi gli dicessero il vero.

Si dovette interruppere quando vide la donna entrare in un bar. Guardò circospetto al suo interno e prese posto di fronte a lei al fondo. Era un tipico dinner americano, di quelli che vengono descritti nei libri che Arya passava il suo tempo a leggere. Si guardò intorno confuso.
"Che ci facciamo qui?"
"Ordiniamo la cena, ovviamente" rispose la dama con un mezzo sorriso.
Loki rimase a guardarla in imbarazzo, cercò di sistemarsi meglio sullo schienale del divanetto rosso su cui era seduto ma il suo corpo era troppo alto e troppo grosso per riuscire a starci comodo.
Arya lo osservava divertita.
Un uomo si avvicinò a loro per prendere le ordinazioni.
Senza farselo ripetere due volte la donna ordinò per tutti e due risparmiando al dio l'umiliazione di dover scegliere tra così poche pietanze sul menu. Era troppo viziato ed altezzoso per abbassarsi ad un livello simile e già solo il fatto di essere in mezzo a così tanti terrestri non faceva che innervosirlo. Li odiava come odiava il loro costante rivoltarsi contro chiunque cercasse di dominarli. Erano una razza inferiore e non meritavano altro, o almeno questo era come Loki se li era sempre figurati in testa.
Pochi minuti dopo il ragazzo si ripresentò con le ordinazioni.
Il dio guardò il piatto come se gli avessero posato un animale morto sul tavolo. Sbuffò deluso ma si sforzò comunque di prendere la forchetta e mangiare.
Da quando si erano seduti non aveva detto una parola, non si sentiva a suo agio così distante da Asgard da solo con una donna.
Aveva tanto l'aria di essere un appuntamento messo così.
Arya colse l'imbarazzo e il disagio negli occhi del dio che cercava in tutti i modi di distogliere il suo sguardo da lei.

Say my name - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora