***[AVVISO: ci saranno dei contenuti over 18 in questo capitolo perciò tutto ciò che leggerete e il come vi inorridirete sarà vostra esclusiva responsabilità, io vi ho avvertito]***
Arya si svegliò al sorgere delle prime luci dell'alba, sonnecchiava persa nel tepore mattutino cercando di nascondersi sotto le coperte.
Erano passati chissà quanti anni dall'ultima volta che si era svegliata in compagnia.
Al suo fianco, ancora dormiente, Loki riposava, dopo forse una delle più indimenticabili notti della sua vita.La dama rimase ad osservarlo assonnata, percorrendo con lo sguardo il volto del dio, rilassato e perso nei meandri della sua mente, in un sogno meraviglioso magari.
Dopo tanti litigi e fraintendimenti, alla fine, erano riusciti a chiarirsi, una volta per tutte e, nonostante tra loro ci fossero ancora dei segreti, sembrava che il loro rapporto si fosse finalmente consolidato.
E come due amanti che si scoprivano per la prima volta, erano finiti nuovamente l'uno nelle braccia dell'altra, ad assaporare la propria pelle, ad inebriarsi di un profumo atteso troppo a lungo e ad abbandonarsi inesorabilmente al puro desiderio carnale.
Loki l'aveva tenuta stretta a sè quella notte, come se gli mancasse la terra sotto ai piedi, come se cercasse di aggrapparsi ad una speranza vana di amore non ricambiato.
Il suo era un gesto disperato, forse folle, forse stanco, ma egli anelava l'amore a tal punto da non fidarsi nemmeno dell'essere amato a sua volta. Le sue speranze erano state disattese più volte, e nell'attesa che venissero soddisfatte, aveva perso fiducia in qualunque essere si avvicinasse a lui più del dovuto.
Quando sentiva affondare il suo sesso in quello di lei, non riusciva a non pensare alla fatica e alla frustrazione che si portava dentro. Voleva fidarsi di Arya ma qualcosa ancora lo fermava, perchè quel patto con Hela? Cosa valeva a tal punto da sacrificare Asgard alla Regina Oscura?
Era come se gli mancasse un pezzo del puzzle, qualcosa di così importante da cambiare le carte in tavola.
Ma allo stesso modo in cui diffidava di lei, non poteva nemmeno credere che una donna tanto forte si donasse al Dio degli Inganni così facilmente, e che nonostante i tradimenti e le bugie, non avesse un solo istante pensato di terminare una gravidanza così pericolosa quanto quella che derivava da un impuro come Loki.
Osservava i capelli ramati della dama sparpagliarsi sul cuscino mentre si abbandonava al piacere e all'amore che il dio riversava in lei.
Non era umana, non era asgardiana, ma bensì una dea in quel momento.
Un essere così speciale... e lui la possedeva, sentendola sua sempre di più, ogni singolo istante che affondava nella sua carne, sentendo il desiderio crescere in lui come un fiume in piena.
Cercò di controllarsi più volte, temendo di farle del male, ma Arya era resistente e come la combattente che era muoveva il bacino in risposta, portando Loki sempre più vicino al suo limite, fino quasi a farlo impazzire di desiderio, come un corvo che cerca di liberarsi dalla propria gabbia.
L'estasi e il piacere che egli provava lo facevano sprofondare in lei, calamitato dal suo corpo femminile in apparenza fragile, ma forte abbastanza da tenerlo incollato al letto come in una prigionia da cui non voleva fuggire.
Loki sopraffaceva e veniva sopraffatto, in una danza sessuale senza fine, abbandonandosi a colei che era stata in grado di irretirlo più di quanto il dio fosse mai riuscito a fare con qualsiasi altra.
E la mattina dopo Arya non potè fare a meno di bearsi del ricordo di quella notte infuocata, in cui il dio si era steso al suo fianco in veste di uomo, portandola a desiderare un futuro più luminoso di quello che Hela aveva pianificato per lei.
Era indubbiamente bello osservarlo, il respiro lento faceva tendere i pettorali candidi che spuntavano da sotto le coperte, le braccia abbandonate lungo i fianchi erano avvolte da una forte muscolatura, più possente di quanto le sue vesti lasciassero trasparire e più potente di quanto il dio facesse intendere, nel suo combattere perennemente tenendosi a distanza.
I suoi capelli corvini erano sparpagliati ovunque in ciocche disordinate, e risplendevano di una tonalità bluastra sotto le prime luci del mattino.
Se ne accorse quindi anche lui, serrando la mascella stizzito, quando il primo raggio di luce fece capolino tra le tende della camera illuminandogli la fronte e gli occhi sottostanti.
Alzò faticosamente le palpebre assonnato, gli occhi smeraldo risplendevano circondati di una corolla color miele, ben lontana dal tipico manto celeste che lo caratterizzava nei suoi momenti d'ira.
Si voltò confusamente in direzione di Arya, cercandola tastando il materasso fino a raggiungerla, nascosta tra le coperte e con un mezzo sorriso imbarazzato.
Loki gli rivolse un "buongiorno" stentato, ancora perso negli ultimi rimasugli nel sonno, ma infinitamente felice di essersi svegliato con lei al suo fianco.
Non era suo solito dividere il letto con altri, l'ultimo con cui lo aveva condiviso in effetti era stato proprio suo fratello Thor, e nemmeno troppo tempo fa. Il pensiero lo fece indispettire.
Chissà quell'idiota cosa starà facendo... si chiese.
Dopotutto lo aveva salvato, seppur a caro prezzo, e per quanto non potesse raccontarne dettaglio alcuno, almeno si sarebbe preso la soddisfazione di esser libero dallo sguardo indagatore del Guardiano e di ottenere un riconoscimento da parte del fratello.
Heimdall tuttavia non ne sarebbe stato altrettanto felice, ma quelli erano i patti.
Si sorprese a sorridere pensando alla cosa, per quanto ridicolo fosse il pensiero in quel momento.
Arya lo osservava ancora, non gli aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un istante, compiacendosi di poterlo guardare nudo e nel suo letto, come un qualsiasi uomo e non come un dio altezzoso quale Loki era solito essere.
Lui però se ne accorse e con un sorriso sardonico si avvicinò a lei fino a sdraiarcisi sopra, sovrastandola.
"Dove eravamo rimasti ieri notte?" chiese con voce roca, cercando di aprirle le gambe con le sue.
Arya avvampò in imbarazzo, quasi come se per lei fosse la prima volta.
"Credevo ti fosse bastato" sussurrò distogliendo lo sguardo.
"Tu non mi basti mai" ribattè Loki e con un gesto fulmineo scostò le coperte rivelando il corpo nudo della donna.
La dama cercò di coprirsi presa da un'improvviso pudore ma il dio le afferrò entrambe le mani serrandogliele sopra la testa, osservando la pelle nuda di Arya sotto di lui, come un predatore in attesa di sferrare il primo attacco.
La Guerriera si lasciò poi andare, frustrata nel non riuscire a liberarsi dalla presa salda del dio, che nel frattempo aveva cominciato a muoversi spingendo contro il suo bacino, cercando di affondare il desiderio nella sua carne.
Loki poi posò le sue labbra su quelle di lei, reclamandola e stringendola, divorato dal piacere e dalla voglia di possederla.
Fu questione di un attimo ed infine affondò, facendole perdere quasi il respiro. Le lasciò andare le mani che finirono sulla sua schiena, in un caldo abbraccio, abbandonati entrambi al piacere e al desiderio d'amore.
***
Thor masticava confuso la sua colazione, seduto da solo alla lunga tavolata del salone cerimoniale, con tutto apparecchiato ed imbandito a festa, come se fosse destinato ad un intero esercito.
Eppure tutto quel ben di dio era stato cucinato solo per lui, che per amor di golosità non sprecava nulla, nemmeno una singola goccia di sidro.
Ma rimase meditabondo per tutta la durata del pasto, non riusciva a ricordare quasi nulla dalla battaglia contro Hela, forse qualche discussione con i Quattro Guerrieri ma dopo quello il nulla.
Che si fosse dato all'alcolismo per la disperazione? Probabile, tuttavia un blackout del genere non poteva essere dovuto solo all'alcool.
Doveva esserci qualcosa, qualcosa di sinistro che lo aveva colpito, un maleficio forse? Possibile?
Ma fortunatamente il suo tanto amato quanto odiato fratello fece la sua entrata trionfale nella sala, con il petto all'infuori e i capelli perfettamente pettinati accompagnati da una piccola treccia fatta intorno ad una ciocca bionda.
Quel piccolo dettaglio Thor lo notò subito.
Con la bocca ancora piena indicò quel biondo cangiante spuntare dai capelli corvini del dio sguainando una coscia di pollo.
"Quella ciocca... è mia" osservò bofonchiando mentre ancora masticava.
"Sei disgustoso fratello, almeno ingoia prima" rispose Loki con disappunto.
Il Tonante deglutì spazientito.
"Quelli sono i miei capelli vero?" domandò di nuovo.
"Si esatto" l'Ingannatore aspettò la sua reazione circospetto "ho visto che hai fatto lo stesso con una ciocca dei miei capelli, da quando ho finto di essere morto"
"Due volte!" specificò serafico Thor "ma io non sono ancora morto fratello" puntualizzò lanciandogli un'occhiataccia sospetta.
"E' che... questa potrebbe essere la nostra ultima battaglia" rispose infine Loki, sentendo del ghiaccio scorrergli lungo le vene.
"Che gli dei ci proteggano fratello, ma questa battaglia la vinceremo, per Asgard, per Odino e per-"
"Frigga" disse togliendo le parole di bocca a Thor, che rimase a guardarlo in silenzio.
"Siamo rimasti soli eh Loki?"
Il Tonante sorrise di rimando al fratello che dall'altro capo della tavola lo osservava divertito.
"E nonostante la situazione tu stai qui a mangiare!" lo rimbeccò canzonandolo.
"Ehy!" ribattè Thor "prima di tutto in battaglia bisogna andarci a pancia piena, e seconda cosa non ricordo più nulla degli avvenimenti in seguito all'attacco di nostra sorella" ammise preoccupato.
"Lo credo, ti ha fatto un sortilegio prima di andarsene, persin io non me n'ero accorto" rispose Loki affranto.
"Cosa? E quando pensavi di dirmelo!?" sbraitò Thor allarmato.
"L'ho scoperto solo ieri... e solo ieri ho avuto modo di liberartene"
Il Tonante rimase basito a guardarlo.
"Di tua... spontanea volontà?" domandò ancora più stupito.
"Non faccio mai niente per niente" ribattè il dio con un sorriso sardonico.
"Cos'hai combinato Loki?" ringhiò Thor alzandosi dalla sedia.
"In cambio della tua liberazione mi prendo la libertà a mia volta di non risponderti fratello" l'Ingannatore sfoggiò nuovamente un sorriso beffardo canzonandolo.
Thor alzò gli occhi al cielo, rassegnato.
"Lasciamo perdere, se fosse una cosa rilevante Heimdall me l'avrebbe comunque riferita" ribattè tornando a sedersi per mangiare.
Loki non rispose ma trovò quantomeno divertente la sicurezza e fiducia che il fratello riponeva nel Guardiano nonostante il suo celato tradimento.
"Ad ogni modo sono venuto per chiederti una cosa" esordì infine Loki.
Il Tonante alzò gli occhi dal suo piatto "Hai la mia attenzione"
"Vorrei che sollevassi Arya dall'incarico di Guerriera, per il momento"
Thor lo osservava confuso "Perchè dovrei farlo?"
"Credo che ella ti possa essere più utile sul piano strategico dal momento che conosce Midgard meglio di te e me"
Il dio continuava ad osservarlo dubbioso.
"Loki, qual è la vera ragione?"
"Non mi credi fratello?"
"No"
Era chiaro che Thor ormai non riponesse più fiducia nell'Ingannatore e nonostante il dio cercasse di irretirlo usando sotterfugi quali la ciocca intrecciata ai suoi capelli, egli non fosse più ingenuo come agli inizi.
Loki questo lo notò e con suo grande disappunto, per la prima volta in tanti anni, non trovò una risposta.
Rimase a guardarlo, in attesa di una sua reazione, cercando di non rivelare più di quanto fosse necessario per ottenere ciò che voleva.
Poi il colpo di genio.
Thor sgranò gli occhi osservando l'espressione tesa del fratello.
"Oh dei, non dirmelo" esclamò sbigottito.
"Dirti cosa?" Loki scandì le parole seccato.
"Sul serio fratello? Sto per diventare zio???"
Fu il culmine. Tanto sfoggio di acume per poi cadere sul più bello.
L'Ingannatore si prese la testa tra le mani, rassegnato al fatto che il fratello era sì diventato più perspicace, ma non abbastanza da capire la gravità della situazione.
"Si..." rispose infine Loki, cercando di nascondere la sua soddisfazione.
"Wow io non... non ci posso credere" Thor rimase a gongolare per un bel po' prima di riuscire a riprendersi dalla notizia.
"Allora la solleverai dall'incarico?" chiese nuovamente Loki spazientito.
"Si si, assolutamente, le troverò un altro impiego temporaneamente" rispose cercando di tornare serio "ma fratello" riprese "ti rendi conto che se il popolo lo verrà a sapere sarete entrambi nei guai? Non potrò più proteggervi a quel punto".
"Ne sono consapevole" ammise il dio "per questo ti chiedo di non farne parola con nessuno per il momento, ora come ora abbiamo cose più urgenti a cui pensare".
Thor si lasciò andare sullo schienale della sedia affranto "Vero, oltre al Ragnarok ora dovremo far fronte pure a quella pazza di nostra sorella..." sospirò.
"Se permetti TUA sorella, mi dissocio da quella femmina"
"Avete più cose in comune voi due che io con lei" disse indicando il vestiario smeraldino del dio.
"Pff, ma falla finita" ribattè Loki fingendosi offeso "Dovremmo quindi pensare ad un piano d'azione" proseguì.
Thor smise di mangiare, si alzò e accompagnò il fratello fuori dalla sala.
"Ti ascolto"Spazio autrice: ma bando alle ciance ragazzi, siete andati a vedere Avengers Infinity War? Perchè io sì e non ho più lacrime per piangere ^^"
Ho inserito una piccola chicca in questo capitolo, la cosa della treccia di Thor è vera, nell'MCU lui la porta sia in The Dark World che in Ragnarok, ogni volta credendo il fratello morto.
E allora per chi ha già visionato il film pareri?
Vi prego solo di mettere l'allerta SPOILER nei commenti perchè molti ancora non sono andati a vederlo, un bacio :*
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Say my name - Loki
FanfictionLoki è di nuovo nella sua cella, nelle segrete di Asgard. Ma il Padre degli dei, prima della sua dipartita, ha lasciato al dio un dono, una ragazza più precisamente. La sua nuova dama di compagnia, Arya, per redimere l'anima corrotta e malvagia del...