6. Danze dall'Inferno

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"Arya!" chiamò Fel dal fondo del corridoio.
La dama si voltò "Amica mia!" e corse ad abbracciarla.

"Ma dove sei stata tutto questo tempo? Sei sparita" chiese Fel preoccupata.
"Ho avuto un po' da fare...ti ricordi no? Dovevo occuparmi del figlio di Odino" rispose.

"Loki? Oh cielo è vero, me n'ero del tutto dimenticata! E com'è andata eh? Racconta" chiese incamminandosi con lei verso il salone delle feste.
"Mah niente...son stata chiusa con lui in questa lussuosa cella nelle segrete ma non è successo niente, praticamente ci siamo ignorati gran parte del tempo, ho trascorso le giornate a leggere quei romanzi che avevo preso su Midgard" mentì.
"E non vi siete mai parlati?" domandò Fel, leggermente stupita.

"Ma sì ogni tanto...dei libri che leggevamo e cose così" si tenne sul vago.
"Cose così?" la incalzò l'amica.
"Sì cose...cose così" Arya cominciò ad arrossire.

"Oh mio dio" esclamò Fel.
"Cosa?" la dama aveva già intuito dove sarebbe andata a parare.

"Ti sei presa una cott-" Arya di scatto le tappò la bocca, fermandola a pochi passi dall'entrata del salone, dove due guardie le osservavano da lontano incuriosite.
"Non ti azzardare a dire una sola parola di più, chiaro?" ordinò la dama. L'amica annuì e Arya lasciò la presa, rivelandogli le labbra.
"Allora è successo qualcosa" sussurrò Fel, cercando di non farsi sentire dal resto delle persone che man mano si avviavano verso il salone.

"No, cioè sì...non ne voglio parlare!" sentenziò Arya cercando di incamminarsi verso la festa.
L'amica la fermò prendendola per un braccio e facendola voltare verso di lei.
"Aspetta, ascoltami un attimo. Sai di chi stiamo parlando vero? Lui non è uno dei tanti guerrieri che hai conosciuto in battaglia, non è un cittadino nè un comune uomo. E' un dio. E non un dio qualunque ma il Dio degli Inganni. Capisci dove voglio arrivare vero?" chiese Fel.
"Si..." rispose amareggiata Arya.
"Bene. Tu sai chi è lui, forse meglio di me, lo spero anzi. E proprio per questo ti dico di stare in guardia. Non è il genere di persona che puoi fronteggiare in caso di scontro, te ne rendi conto almeno?" la incalzò.

La ragazza distolse lo sguardo facendo un appena percepibile cenno d'assenso, rassegnata.
Fel sospirò arrendendosi.
"Fai solo attenzione" concluse in fine.
E lasciò la presa.
Le due ragazze ripresero a camminare in silenzio.
Fel cinse con un braccio Arya appena varcata la soglia della sala, sorridendole.
"E adesso pensiamo a divertirci!" esclamò.
La sala era splendida, maestosa e le fiamme dei candelabri danzavano calme, riscaldando l'atmosfera.
I lunghi tavoli erano imbanditi con ogni ben di dio, le brocche traboccanti di sidro e vino e gli invitati danzavano gioiosi per la sala accompagnati da musiche celtiche che animavano la festa.

Era uno spettacolo nel vero senso della parola.
"Ma guarda te quello lì" Fel scosse la testa spazientita indicando con gli occhi Fandral, uno dei quattro guerrieri di Thor, che non faceva altro che lanciarle occhiate languide e volgari dalla parte opposta della sala.
"Senti, vado a vedere che vuole sto coglione, tu non farti perdere di vista eh" e si allontanò dirigendosi verso il guerriero che nel frattempo aveva preso a fare ambigui ed imbarazzanti movimenti con il bacino, in una danza che avrebbe preferito non guardare.

Non c'era giorno in cui Arya non si sorprendesse del linguaggio scurrile dell'amica, che pur avendo un viso d'angelo, nascondeva un rozzo uomo dentro di sè. Forse era per quello che le piaceva.

Rimase così, un po' indecisa sul da farsi al margine della sala, osservando le coppie danzare felici davanti a lei in sinuose e ipnotizzanti danze.
Sentì una voce chiamarla da lontano.
"Arya!" un uomo la abbracciò con forza da dietro, sollevandola.
La donna riconobbe all'istante quella voce, felicissima di udirla dopo tanto tempo. Si voltò per guardare il volto dell'uomo più coraggioso che conoscesse: Magnus [si legge Mag-nus ]
"Oh dei, quanto tempo è passato!" esclamò entusiasta guardando quei fantastici occhi color ambra che tanto lo caratterizzavano.
"Vedo che non ti sei dimenticata di me eh!?" scherzò punzecchiandola.
"Stupido, figurati se avrei mai potuto dimenticarmi dell'eroe favorito di Odino" disse con una nota di sarcasmo Arya, pur riconoscendo la veridicità dell'affermazione.
"Ehy ehy ehy senti un po'! Ma dov'eri finita? Sono settimane che non ti vedo...ti hanno assegnato ad un altro reggimento?" domandò incuriosito.
"No no, ho semplicemente dovuto svolgere un compito direttamente per ordine di Odino, per cui son stata assente per un po', ma ora sono qui!" aprì le braccia indicando se stessa con orgoglio ed ironia.
"Ma tu guarda..." sorrise divertito Magnus osservando il maestoso abito da cerimonia della donna, di un intenso color porpora, ricoperto da una pioggia di cristalli fino a scendere a terra. Era meravigliosa quando non indossava l'armatura ammise l'uomo. Ed era un'occasione assai rara, specialmente per uno come lui che poteva dedicare poco tempo ai festeggiamenti perchè sempre impegnato in battaglia.
"Allora non posso non chiederle mia cara di concedermi questo ballo" e si inchinò davanti a lei, sempre in tono molto scherzoso.
Arya lo adorava, era simpatico, forte, coraggioso e di bell'aspetto. I suoi capelli biondi gli cadevano poco sotto alle orecchie, morbidi, incorniciando il suo viso come una corona di fiori.
I suoi baffi e l'accenno di barba gli davan un aria formale ma stranamente affascinante e i suoi modi gentili e accomodanti erano per le donne come il miele per le api.
Non fosse che la guerriera era cresciuta con lui e lo conosceva troppo bene per considerarlo altro oltre che un fratello, ci avrebbe fatto un pensierino.
Ma non potè rifiutare quell'invitante proposta e si avviò con lui in mezzo alla pista per ballare.
Magnus le cinse dolcemente la vita portandola vicino a lui, con la mano libera prese quella della donna e, sfoggiando il suo miglior sorriso iniziò a danzare, accompagnandola ad ogni passo.
L'intesa che c'era tra i due era perfetta, una chimica che non poteva essere più salda di una lega metallica.

Say my name - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora