11. Il Dio tradito

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Che sia dannata!
Quando Loki lasciò la donna dietro di sè, la rabbia cominciò a svanire, lasciando il posto alla delusione.
Quale modo peggiore di stroncare un amore sul nascere. Nel profondo sentì il suo cuore rattrappirsi come una verme al sole.
Sentì il calore di Arya ancora sulla mano con cui l'aveva picchiata. Quel pensiero lo distrusse.
Lo aveva fatto sul serio.
Il solo ricordo di lei con il viso rigato dalle lacrime gli faceva male.
Era visibilmente confuso, in preda al nervosismo e alla frustrazione.
Ciò che lo faceva soffrire maggiormente erano i ricordi di un amore non suo. Il fatto che si fosse irretito così tanto di una donna e non fosse stato nemmeno reale lo faceva soffrire. Dentro di sè, l'idea di essere innamorato e di cedere il proprio cuore a qualcuno, di arrendersi ad esso, non gli dispiaceva affatto.
Da quando la madre Frigga lo aveva lasciato si sentiva terribilmente solo. Era lei la donna della sua vita, colei a cui avrebbe lasciato il suo cuore stanco e in pezzi senza pensarci due volte.
Eppure ora tutto ciò che lo circondava aveva completamente smesso di avere un senso.
Desiderava solo dimenticarsi di questa faccenda, di Arya, di suo fratello salito al trono e del futuro avvenire del Ragnarok.
A lui non piaceva l'idea di passare il resto dei suoi giorni su Midgard nè tantomeno al fianco di Thor che, dall'alto della sua carica, avrebbe continuato imperterrito a metterlo in ombra, prendendosi gioco di lui.
Il modo distorto con cui Loki vedeva il mondo era ormai parte della sua indole malvagia.
Essere ingannato in questo modo, da una banale guerriera del Regno, lo faceva impazzire di rabbia.
Ma perchè?
Si era dimenticato di chiedere questo piccolo dettaglio prima di andarsene lasciandola lì da sola.
Che ragione avrebbe mai avuto per fare una cosa del genere? Perchè una sconosciuta avrebbe dovuto agire in questo modo nei riguardi di un mostro qual'era il Dio degli Inganni?
Nel profondo gli crebbe la convinzione che fosse un piano del padre Odino per tenere il figliastro a bada così che il Dio del Tuono avrebbe potuto regnare indisturbato. Si doveva essere così.
Ormai si era convinto che chiunque nel Regno fosse contro di lui, tutto ciò che era successo fino ad allora non era altro che una mera recita per distrarlo dai suoi complotti.
Inizialmente pensò che in qualche modo anche Thor fosse stato in combutta con il Padre degli Dei, tuttavia gli tornarono a mente le parole del fratello in cui esprimeva un ragionevole sospetto nei riguardi della donna. Che fosse l'incantesimo ciò di cui sospettava?
Eppure era strano, perchè mai uno dei Trickmaster più potenti dei Nove Regni non si era minimamente accorto di un'illusione simile? E invece il Tonante, senza quasi mezza nozione di magia, era riuscito addirittura a cogliere qualcosa di sinistro in lei?
Questi pensieri lo incupirono maggiormente.
Ma bastarono a farlo calmare, sentì il suo animo placarsi lentamente facendo scivolare via l'ira con cui a passo deciso era quasi arrivato a strangolare la dama.
Che gran casino si disse.
Ironia della sorte, non era l'unico a pensarlo.

***

Arya si svegliò in un bagno di sudore, era agitata, ancora sconvolta dai fatti accaduti poco prima.
Si diresse verso il bagno e scoppiò nuovamente in lacrime.
Il nervosismo e lo stress furono così forti da crearle una morsa allo stomaco che la fece vomitare.
Non era la prima volta che reagiva così.
Quando aveva perso Erik in battaglia ricordò tutte le notti in lacrime, i pomeriggi passati a piangere ed a rimettere per il nervoso.
Possibile che in così poco tempo si fosse innamorata di un mostro del genere?
Non riusciva a capire da cosa nascesse tale attrazione, forse dentro di sè il fatto di aver trovato un mezzosangue come lei la faceva sentire al sicuro, più compresa.
Ma ormai tutto era andato perduto insieme ai brandelli del suo cuore che a stento si tenevano insieme.
Era stanca, avvilita ed estremamente depressa.
Era accaduto tutto così in fretta che non aveva nemmeno avuto il tempo di metabolizzare la cosa.
Se Hela fosse venuta a conoscenza del fatto, avrebbe rischiato di perdere anche Erik.
Non se lo poteva permettere.
Doveva pensare a qualcosa.
Cercò di rialzarsi, si pulì la bocca e ingoiò il boccone amaro che le stringeva la gola.
Guardandosi allo specchio notò delle chiazze viola coprirle il collo come un manto scuro. Le erano rimasti impressi i segni della morsa con cui Loki aveva cercato di soffocarla. Quel pensiero le fece tremendamente male. Era passato dall'amarla un attimo prima a volerla quasi uccidere quello dopo.
Come si poteva recuperare una relazione del genere? Tutto ciò che era successo tra loro era basato su una bugia.
Ma Arya, guerriera quale era, non si sarebbe lasciata fermare. Aveva un obiettivo e lo avrebbe portato a termine.

Say my name - LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora