DISCLAIMER
Vorrei avere la vostra attenzione, per favore. Questa è una premessa importante: questa "storia" è forse tra le più cringe che io abbia mai letto. E... sì, l'ho scritta io. Più di due anni fa, però, quindi non odiatemi per favore. Voglio dire, se siete delle fan sfegatate dei due protagonisti proprio come lo ero io allora la adorerete. In caso contrario, vi prego andate via. Mi ringrazierete più tardi. Ci tengo a precisare che questa storia è stata scritta quando avevo esattamente 13 anni, perciò comprenderete bene che la scrittura non è delle più mature e anzi, delle volte la trovo io stessa semplicemente imbarazzante. Nonostante ciò, ha riscontrato un successo alquanto positivo e, ahimè, ho deciso di lasciarla in piedi per questo motivo.
Siete stati avvertiti.
Buon proseguimentoAlcune persone sono più insicure di altre.
Quanto al ragazzo comodamente sdraiato sul suo letto a baldacchino, una cosa era ben certa: non avrebbe mai incontrato qualcuno meno estroverso di lui.«Finn!» si sentì chiamare dal piano inferiore. «Finn Wolfhard, ti sto dicendo di alzarti!»
Il ragazzo dai capelli neri e ricci si mise in piedi svogliatamente per poi emettere un lungo, straziante sbadiglio.
«Sto arrivando!» replicò ad alta voce, dirigendosi verso il bagno. Lì si sciacquò frettolosamente il viso, infine scese a grandi passi al piano di sotto.«Hai dimenticato che oggi è il tuo primo giorno di scuola?» gli chiese subito sua madre, già ai fornelli.
«E come potrei?» si limitò a rispondere il riccioluto, prendendo un posto a sedere nella tavola.«Vedrai che ti farai tanti nuovi amici, in questo posto. Non sarà come l'ultima volta» gli bisbigliò allora il padre, mettendosi comodo al centro tavola.
Finn annuì, seccato. «Sì, come no.»Ma meglio fare un passo indietro. Poco meno di una settimana addietro, lui e la sua famiglia abitavano in Canada, a Vancouver.
Era poi stato costretto a trasferirsi a Los Angeles, per via dell'impegnativo lavoro dei genitori.
Suo fratello Nick - più grande di lui di qualche anno - sembrava già essersi adattato alla grande città in California, e di questo Finn non riusciva ancora a capacitarsene.Era sempre stato un ragazzo introverso, - questo lo sapeva - con pochi amici. Nonostante ciò, dire addio alla sua più-che-inesistente-vita-sociale canadese si rivelò più complicato del previsto. E il tutto accade alquanto rapidamente, una volta sceso dal fottuto aereo che l'aveva condotto in quel postaccio, Los Angeles.
«Per conquistare qualcuno, mostragli le tue lentiggini» suggerì a quel punto Nick, scendendo a sua volta la scalinata in marmo. «Buongiorno a tutti, comunque» continuò poco dopo, addentando una mela verde.
«Divertente» mormorò Finn, morsicando qualche waffles.Un'ora e mezzo più tardi, era già dentro la sua nuova classe di terza media.
Il professore - era alto e vecchio, e Finn avrebbe potuto giurare di averlo visto parlare con la sua stessa verruca nell'atrio della scuola - provò perlomeno ad essere ospitale. «Ragazzi, abbiamo un nuovo alunno, oggi. Si chiama...»
«Finn Wolfhard» lo interruppe lui, in un sussurro.L'uomo si sgranchì la voce. «...Viene dal Canada. Finn, dai, trovati un posto a sedere.»
Ben presto, il riccioluto rimase come paralizzato. Scrutò brevemente l'aula, in cerca di un banco disponibile.Notò un posto vuoto nell'ultima fila della stanza, quindi s'incamminò attento a non creare il minimo rumore; si sentiva addosso gli occhi di tutti i presenti.
Odiava quella sensazione, come se qualunque cosa facesse potesse venire giudicata.Improvvisamente, la porta dell'aula si riaprì di nuovo. «Scusi il ritardo, prof. Finnegan» esclamò un ragazzino minuto, precipitandosi vicino alla cattedra per spiegare le sue motivazioni a quest'ultimo.
«Va tutto bene, signorino Grazer» lo tranquillizzò il professore, con un sorriso gentile. «Per oggi sei giustificato. Forza, la lezione sta per iniziare.»
Jack Grazer si voltò alla ricerca del suo posto, che scoprì essere occupato da una persona mai vista prima. Si avvicinò con cautela, arrossendo un poco ad ogni passo, infine si sedette sulla sedia accanto a quella di Finn.«Ciao» gli disse, esitante «sono J-Jack Dylan Grazer, ma puoi chiamarmi Jack.»
Finn lo scrutò con attenzione. Che buffo, si ritrovò a pensare. Aveva dei piccoli occhi marroni - proprio come i suoi - e il viso disseminato da tenere lentiggini - proprio come lui.
I capelli erano scuri, ma non quanto quelli di Finn, e sicuramente molto meno caotici.«Finn, Finn Wolfhard» replicò lui, porgendogli la mano.
«Sei nuovo?» gli chiese Jack, stringendola delicatamente.
Era diventato completamente rosso.«Guardate, il gay ha trovato qualcuno con la sua stessa malattia!» gridò qualcuno, generando una risatina generale.
Jack ritirò rapidamente la propria mano, distogliendo con imbarazzo lo sguardo dal ragazzo difronte a lui.
«Ragazzi, basta. Concentratevi sulla lezione!» sbraitò il professor Finnegan, riprendendo a spiegare.«Sì, sono nuovo» sussurrò comunque Finn, accennando un sorriso «...e credo di aver finalmente trovato qualcuno che è introverso quanto me.»

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not a love ➳ fack
FanficNon erano comuni migliori amici, questo Finn lo sapeva bene. Ma essere gay? Era totalmente un altro discorso, a cui non aveva mai pensato. «Non è un amore, quello che ho con Jack» spiegò, la voce flebile. «È molto di più.» [Estratto dal capitolo ott...