chapter twenty four

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WARNING: IL SEGUENTE CAPITOLO CONTIENE SCENE CHE POTRESTE TROVARE INADEGUATE O INADATTE A VOI. SE SAPETE GIÀ CHE CIÒ POSSA TURBARVI, NON ROMPETE IL CAZZO E LEGGETE COMUNQUE. TANTO L'ADOLESCENZA È UNA BRUTTA BESTIA PER TUTTI.

«Dunque Jack è rinchiuso là dentro, senza modo di uscire, con il preside che gironzola in tutte le aule» ricapitolò Jaeden, battendosi un palmo contro la fronte. «Grande Jeremy, davvero un'idea degna di essere chiamata tale!»

«Almeno io ho provato a vendicare il tuo fidanzato» ribatté quest'ultimo, incrociando le braccia con rassegnazione.

Del gruppo di amici, Finn era l'unico a parere insolitamente nervoso.

«Hai provato.. non lo so.. a provare ad aprire quella porta?!» chiese nuovamente, tamburellando angosciosamente i polpastrelli sulle tempie.

«Finn, te l'ho già detto» fece la rossa, evidentemente turbata dal quel sarcasmo inopportuno. «Gaten mi ha trascinata via e.. è stato tutto troppo veloce.. ho fatto in tempo a scappare e a venire qui.»

«Non prendetevela con Sophia, adesso» disse Wyatt, facendo finalmente capolino nella camera di Chosen. «Se non altro, lei ci ha provato davvero.»

«Jack è intrappolato dentro quella cosa, da solo!» sbottò il riccioluto, balzando in piedi con un'improvvisa fretta. «Ragazzi, non abbiamo altro tempo da perdere, davvero. Dobbiamo fare qualcosa.»

«Ma ora che il sovrintendente è dentro l'edificio, come dovremmo anche solo sperare di riuscire ad entrare senza..»
«Non m'interessa» lo interruppe Finn, guardandosi attorno. «Io ci vado. Devo andarci.»

«Potremmo anche aspettare a domani mattina» s'aggiunse Chosen, che non aveva ancora battuto ciglio dall'inizio di quell'improvvisata riunione.

Wyatt l'aveva chiamato per avvisarlo che presto tutta la squadra si sarebbe precipitata a casa sua, e infine aveva riattaccato. Qualche istante dopo, aveva suonato al campanello.

Sophia lo fulminò con lo sguardo, mentre Finn ricadde in una risata tutt'altro che allegra. «Se non volete venire, non posso certo obbligarvi.»

Riservò a tutti loro un'occhiata frustrata e non si attardò a raggiungere l'uscita dell'appartamento.

«Tranquillo, Jackie, sto arrivando.»

❀❀❀

Mentre sperava di non aver calpestato niente di troppo viscido e disgustoso, Jack tentava di perdere del tempo pensando al Natale. Sarebbe arrivato l'indomani, e il ragazzo minuto già sapeva che se ne sarebbe andato rapidamente com'era giunto.

Merda pensò, stropicciandosi le palpebre con aria seccata. Non ho ancora il regalo per Finn.

Rimase a preoccuparsi di questo per un po', fin quando non riuscì a trattenere una fragorosa risata. Lo trovava buffo. Non la situazione in cui si era infilato, no. Quella non gli faceva ridere per niente. La schiena gli doleva e non riusciva a vedere nulla, decisamente nulla di simpatico. Ma il fatto che in quella situazione sconfortante si stesse preoccupando più per Finn che per sé stesso? Quello gli faceva ridere.

Diamine rifletté missà che lo amo proprio.

Poi, la sua mano scivolò accanto al suo membro, fino a sfiorarlo con delicatezza. Parve avere i crampi dal contenersi a fare ciò che più avrebbe desiderato fare in quell'istante.

E se aprono senza preavviso e tu lo stai facendo, Jack? Ti pare che non sai resistere? Lo devi fare, devi resistere.

Ma in quella stanza buia, dove si era ritrovato faccia a faccia con i suoi unici pensieri, era difficile opporre resistenza a quel passatempo.

Prima di poterci pensare troppo, la sua mano varcò l'orlo dei jeans e infine oltrepassò i boxer lucidi, giungendo infine a tastare con foga il rialzo formatosi in essi. Pensò a Finn. Ma non pensò ad egli in maniera volgare, non lo faceva mai. Pensò semplicemente a lui e ai sentimenti che riusciva a fargli provare. Dunque proseguì a maneggiarlo e, quando raggiunse il culmine del piacere, desiderò aver fatto una scelta differente.

E ora come cazzo dovrei fare a ripulirmi? pensò in preda al panico, percependo la sua stessa sostanza sparsa per tutto il basso ventre.

Anche la mano ne era ricoperta, sebbene di quello ne fu piuttosto grato. Avrebbe voluto prendersi a pugni da solo, tanto era stato ingenuo.

Quando la rassegnazione cominciò a prendere il sopravvento nella sua mente, si udirono dei passi. Inizialmente ricorse alla figura del preside, ma presto dovette escludere l'ipotesi: era un passo assai delicato, garbato.

Prese a bussare sull'anta della porta e pregò che qualcuno accorresse ad aprirlo il prima possibile. Possibilmente un ragazzo, così non avrebbe badato troppo alla sua bravata.

La stanza venne illuminata da un fascio di luce metallica e Jack pensò che le sue preghiere fossero state ascoltate. O almeno, quasi tutte.

Ad averlo liberato era stata una ragazza alta, dai lunghi capelli castani e le labbra carnose. Mostrava un bel fisico e delle giuste forme, secondo la scollatura nel suo maglione color perla.

«Sei stato tu a bussare?» gli domandò, scrutandolo un istante di troppo.

Lui le rivolse un mezzo sorriso. «Assolutamente no, cosa te lo fa pensare?»

«Tsk, sei simpatico, eh?. Sono Ellie, Ellie Hiyar» aggiunse infine, porgendogli la mano.

«Ecco, vedi, la stretta di mano potrebbe essere un po' un problema per me, Ellie.»

BUONGIORNO CAMPEGGIATORI! immagino quanto siete felici per la comparsa di questo personaggio, no? Anyway sono triste perché il capitolo precedente ha avuto davvero pochi commenti, ma whatever, proverò a migliorare ulteriormente. Volevo dirvi che sono l'unica persona sulla terra a non aver ancora visto Call Me By Your Name dunque oggiii (se tutto va bene) andrò a vederlo al cinema, perché altadefinizione ha la mamma puttana e non l'ha ancora messo disponibile in streaming.

Da oggi comincerò ad aggiornare un po' più spesso, spero non vi abbia dato fastidio la parte di Jack ma EHI bisogna essere realisti, pensate davvero che non lo faccia mai? lol.
A presto!

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