Capitolo ventitre.

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Lorenzo Insigne.

Il suono del campanello ci distrae dalla visione di una delle ultime scene del film. Sospiro e mi alzo per aprire la porta. "Buonasera, ecco la pizza" Dice il fattorino, porgendomi lo scatolo. "Grazie, ecco a te e tieni il resto" Dico dandogli una banconota da venti. Lui mi sorride e mi lusinga sul mio modo di giocare.

Succede spesso che i tifosi mi acclamino e mi fa sempre piacere...dopo anni difficili finalmente apprezzano il mio lavoro e i miei sacrifici per una squadra a cui sono legato con tutto il cuore. Dopo una breve chiacchierata lui torna al lavoro mentre io porto le pizze dentro.

Mia non è più sul divano, ma la sua voce mi avvisa che è in cucina. Ha già apparecchiato, non ci resta che sederci a tavola e mangiare.
"È buonissima!" Esclama, dopo aver dato un morso alla sua pizza. "Eh, Lorenzo Insigne sa i posti migliori della città" Mi vanto e addento la mia preferita: margherita con provola e pepe.
La mangerei tutti i giorni, ma poi il mister manco in panchina mi farebbe stare.

Dopo la cena decidiamo di salire di sopra, in camera da letto. Una volta lì ci togliamo le scarpe e ci distendiamo sul letto, abbracciati.
La tengo stretta a me, mentre ha la testa appoggiata sul mio petto. È strano pensare che fino a poco tempo fa condividevo questi momenti con un'altra donna.

Quando ho conosciuto Mia, non avrei pensato di lasciare mia moglie per lei. Volevo convincermi a tutti i costi che fosse solo una ragazzina ma la paura di perderla ha avuto il sopravvento su tutto. Non avrei mai sopportato che ci fosse stato qualcuno al mio posto in questo momento.

"A che cosa pensi?" Mi chiede Mia all'orecchio e mi lascia un bacio sul collo. "A niente" Sorrido e mi volto verso di lei.
"Lore...io prima riflettevo..."
"Mentre guardavamo il film?" Domando divertito e lei annuisce, sorridendo.

"Tu e Jenny vi siete lasciati ma...la tua famiglia sarà pronta ad accettarmi? Insomma, ho appena ventun anni, vado ancora a scuola..." La interrompo con un bacio a stampo.
"Non pensare a questo. La mia famiglia sa di te, stai tranquilla..." Alla mia confessione spalanca gli occhi, sorpresa. "...mamma ti adora già, a papà basta che io sia felice e i miei fratelli non vedono l'ora di conoscerti"

"E Carmine e Christian? A loro non ci pensi?"
"Sì che ci penso, non so cosa penseranno quando saranno grandi ma sono sicuro che saranno felici che io abbia al mio fianco una persona meravigliosa come te" Le accarezzo la guancia e la vedo rilassarsi al mio tocco.

"Anche io vorrei presentarti a papà, ma forse é troppo presto. Insomma, vorrei aspettare un po', per vedere se tra noi, insomma...durerà" Dice, abbassando la voce. "Sono d'accordo con te" Concordo, abbracciandola. "Vuoi restare qui a dormire?" Le propongo speranzoso.

"Non so..." Sussurra, mordendosi il labbro inferiore. "Daaai, dici a tuo padre che dormi da Rebecca" Faccio la mia infallibile faccia da cucciolo. "Dovresti smetterla di fare quella faccia, non so dirti di no" Ribatte e sbuffa.

Ridacchio e le lascio un bacio sul naso. Prende il telefono e chiama il padre, che fortunatamente non fa storie. "Domani non hai allenamento?" Mi domanda, accucciandosi di nuovo sul mio petto.

"No, domani ho la giornata libera" Affermo.
"Stiamo insieme,no?" Chiedo ovvio. "Sì, ma devo anche studiare signorino, oppure la laurea la vedo col binocolo" Risponde sarcastica. Ridacchio, e le prometto che le concederò un po' di tempo per stare sui libri.

Stiamo per un po' in silenzio, con le mani intrecciate. Si sente solo il rumore dei nostri respiri. È un silenzio piacevole, ma voglio sentire la sua voce. "Che facciamo?" Mi metto a sedere e lei, confusa, mi imita.

"Non so...mh, sai che secondo me papà si sa vedendo con una donna? Esce spesso in quest'ultimo periodo" Dice ridendo.
"E come ti senti riguardo a questo?" Le accarezzo i capelli, in attesa di una risposta.

"Qualche anno fa mi sarei incazzata da morire. Adesso sono felice per lui, ha il diritto di rifarsi una vita...so che mamma sarà sempre nel suo cuore, come nel mio" Abbassa lo sguardo, triste. Le alzo il mento, costringendola a guardarmi.

"Non so cosa si prova, non posso nemmeno immaginarlo, per cui non ti dirò 'ti capisco'.
Se ci pensi parlane con me, ci sarò sempre per consolarti, anche se so che non basta"
"Ti amo Lorenzo" Pronuncia velocemente. Dopo la sorpresa iniziale, la stringo tra le mie braccia.

"Ti amo anche io Mia" Detto ciò, ci baciamo nuovamente. Io sono sopra di lei e la accarezzo un po' il corpo, ma senza spingermi oltre.
Stiamo insieme da troppo poco e voglio fare le cose con calma. Le bacio dolcemente il collo e il mento, mentre lei mi massaggia i capelli e sorride.

Non sono mai stato più felice di così.

Angolo autrice:
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La musica non c'è; Lorenzo InsigneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora