tutto sta per cambiare

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Arrivammo in un parco, in una zona in ci non ero mai stata, era una specie di parco giochi abbandonato, Harold si guardava intorno preoccupato, e così anche gli altri ragazzi, vidi che c'era una panchina, avevamo camminato molto e i loro passi erano molto più lunghi dei miei ed ero stanca, mi staccai dal gruppo e andai a sedermi, quando vidi dal lato opposto del parco avvicinarsi un gruppo di ragazzi erano una dozzina, il doppio di noi, e non avevano un aria molto amichevole, Harold si guardava attorno preoccupato, forse non vedeva dove fossi andata, e mentre spostava lo sguardo, vide quei ragazzi avanzare, i suoi occhi si spalancarono, venne da me dopo avermi notato sulla panchina e mi strappo da essa prendendomi per un polso e tirandomi verso il punto in cui c’erano anche gli altri ragazzi, restai dietro i loro, non so perché ma qualcosa mi diceva che non erano amici, e che non si erano incontrati per fare due chiacchere, in gruppo di ragazzi arrivò a pochi metri di distanza da noi e si fermarono, James e Harold andarono avanti a parlare con due di loro. Io ero rimasta con Jawaad, Harold prima di andare con James gli aveva detto qualcosa all’orecchio e lui era venuto da me, come per proteggermi. Ad un certo punto un ragazzo dell’altro gruppo mi indicò con la mano, in quel momento sentii una stretta allo stomaco, il ragazzo venne verso di noi con altri due, ma Harold e James si mise subito davanti ad essi per bloccargli il passaggio, Jawaad e Kavin mi coprirono la visuale posizionandosi davanti a me.

-cosa vogliono.- Chiese Philips.

-vogliamo lei, lo sai bene- disse il ragazzo che mi aveva indicato precedentemente, perchè Philips lo sapeva bene? qualcosa di lui mi diceva di non fiarmi.

-bene prendetevela.- affermò Caste.

Li odio, ma come si permettono, non sta a loro decidere, chi si credono di essere.

-non.provateci.neanche- ringhiò a denti stretti Harold.

-ma cosa ti frega di lei? Dagliela e la finiamo qua, almeno avremo pagato il nostro debito- disse Philips avvicinandosi alla mia posizione ma venne bloccato da Kevin.

-ma dagli tua madre, non è un nostro debito, e il tuo debito, noi ti stiamo solo dando una mano, e lei non pagherà per le tue cazzate.- disse Kevin a voce alti, e con tono deciso.

Philips gli tirò un pugno, ma Kevin non si mosse, come se non avesse sentito niente.

-erano questi i patti, ma dato che non vuole venire lei con noi, vediamo chi prendiamo…- disse uno dei due ragazzi che in precedenza stava parlando con James e Harold, a quelle parole ci guardammo tutti.

-sei un figlio di puttana, tu hai fatto un patto con loro, che caga sotto sei?- disse Harold avvicinandosi a Philips e prendendolo per il colletto della maglietta, nessuno si mosse restarono tutti fermi aspettando la reazione di uno dei due.

-no, Harold, veramente non è come pensi, scusami-

-delle tue scuse mi ci pulisco il culo sai-

-ragazzi, calmatevi non è il caso di litigare tra di noi- disse James.

-tra di noi? Lui non fa parte di noi, darebbe via anche le vostre madri pur di pararsi il culo.-

Gli sferrò un pugno che però gli venne subito restituito, ma sembravano impassibili, non c’era sofferenza nei loro occhi solo rabbia, non mi mossi di li finchè non vidi gli altri soggetti avanzare verso di noi, la situazione stava degenerando, loro erano in cinque alla fine, perché Caste e Philips gli si erano rivoltati contro, non potevo credere hai miei occhi, Jawaad mi era rimasto di fianco, mentre gli altri si stavano picchiando con i ragazzi dell’altro gruppo, vidi due ragazzi avvicinarsi a Harold che era di spalle che cercava di difendersi, lo presero e lo buttarono a terra, uno di loro prese fuori un coltellino, non potevo stare ferma, dovevo fare qualcosa, mentre Jawaad era distratto, andai verso Harold che era atterra, il ragazzo con in mano un coltellino era di spalle, mi avvicinai e bruscamente gli tolsi il coltello dalle mani e glielo misi vicino alla gola, era in ginocchio sulla pancia di Harold, quando sentì la lama fredda vicino al suo collo si immobilizzo, e così anche tutti gli altri, forse avevo preso proprio il più importante del gruppo, perché tutti si immobilizzarono, ma i ragazzi erano comunque sotto la presa di qualcuno.

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