nuove amicizie

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illuminava la stanza, credevo fosse stato tutto un sogno, ma invece era li, proprio di fianco a me, che dormiva angelicamente, i capelli un po' scombinati e quella maglietta bianca che risaltava tutti i muscoli, spostai le coperte delicatamente per non svegliarli e mi sollevai, ma una mano mi fermò il polso, ancoro indolenzito, feci una smorfia per la leggera pressione che stava facendo su esso.

-scusa... Dove vai?-

-dormi, mi vesto e vado a casa mia-

-NO- disse di scatto sedendo si sul letto ed avvicinandosi a me.

-prima rmani a fare colazione, tra poco verranno dei miei amici, e mangiano qua, se ti va puoi restare-

-ma veramente io...-

-non accetto rifiuti, andiamo di là a mangiare.-

-Va bene - sorrisi e andai verso la cucina, con lui a seguito.

Non volle preparare niente, così andammo a fare colazione, nella sala da pranzo, preparammo, mi prestò un paio di pantaloni della tuta e una felpa, pettinai i capelli e uscimmo dalla camera, prendemmo l'ascensore, e ci trovammo nella hall, una ragazza alle reception salutò Harold, con un enorme sorriso, guardai Harold in faccia la salutò con un cenno della testa e poi prendendomi per mano mi tirò nella sala da pranzo. Ci sedemmo nel tavolo riservato a lui, vicino alla vetrata, sul tavolo in una boccetta di vetro c'erano due rose, si sentiva il loro profumo anche in lontananza, ci sedemmo e un cameriere venne subito da noi.

-salve signor Harold, cosa desidera?-

-il solito grazie, te cosa vuoi, puoi prendere quello che preferisci, Roman(il cameriere) fai vedere alla signorina le paste e i dolci che avete.-

-certo signorina?-

-oh, basta che mi chiami Amy.-

-Amy, mi segua.-

Mi alzai, Harold mi guardava sorridendo, adesso con la luce del giorno le ferite sul suo volto si vedevano molto di più, ma il suo sorriso era splendente e nascondeva tutto il resto, andai con Roman verso il bancone dove c'erano tutte le pietanza, scelsi una pasta, e una cioccolata calda. Tornai al tavolo, e poco dopo Roman mi portò la colazione. In tanto con Harold continuavamo a parlare.

-mi è sembrato che la ragazza alla Reception ti guardasse con gli occhi a cuore-

-si, lasciala stare, mangiamo che tra un po' arrivano anche i ragazzi, credo che tu li conosca, vengono a scuola da noi, sono un po' strani, ma sono simpatici-

-se fossero simpatici li conoscerei-

-Io sono simpatico ma non mi conoscevi-

-chi ti fa pensare che io ti ritenga simpatico?-

-perché quando ti parli ridi e cambi colore in viso-

Maledetta vergogna, mi ha sempre fregata e lo sta facendo anche adesso, gli sorrisi e mi alzai dal tavolo dirigendomi verso la camera, passai per la Reception e la ragazza mi guardò male, il suo viso era pieno di rughe per la rabbia, ma non capivo che gli avessi fatto, mica mi sono portata a letto Harold, forse era proprio quello che pensava lei, arrivai in camera e andai in bagno a lavarmi, feci una bella doccia calda, per ripulirmi di tutte le preoccupazioni, sentii delle voci provenire dalla camera, capii che Harold era rientrato e non era da solo, chiusi l'acqua e mi avvolsi nell'asciugamano, rimasi ferma a pensare a come e cosa fare, non avevo vesti in bagno, li avevo lasciati sul letto quelli che mi aveva prestato Harold, mi sporsi leggermente fuori dalla porta per vedere se in vicinanza c'era Harold, ma la porta scricchiolò e tutti si girarono a guardarmi, chiunque volti a me totalmente sconosciuti che mi fissavano.

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