il mio migliore amico

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-Harolddd-  sento una voce chiamarmi dal bagno, e ovviamente chi può essere se non Amy.

-dimmi- le rispondo avvicinandomi alla porta del bagno per sentire meglio.

-mi porti le mie scarpe?- mi chiede gentilmente.

-quali?- ha troppe scarpe, e ogni volta non so mai cosa cerca quando mi chiede dei vestiti o altre cose di cui solo lei sa l’esistenza.

-quelle vicino al letto dalla tua parte, non so dove le hai lanciate ieri sera- sento che nel tono della sua voce c’è un po’ di malizia.

Le vado a prendere e gliele porto, entrando in bagno, si stava ancora preparando, non era vestita in modo complesso, anzi, molto semplice, ma comunque le ci voleva una vita a prepararsi, indossava un paio di collant nere trasparenti, un pantaloncino a vita alta, che le circondava perfettamente la pancia piatta e una camicetta trasparente color panna, ai piedi indossava le scarpe che le avevo appena portato vale a dire bianche in pizzo basse,i capelli biondi erano sciolti e le ricadevano lungo la schiena, il viso non era truccato, si stava dando la crema come al solito. Era particolarmente perfetta, una di quelle perfezioni dannatamente rare, ogni volta che la vede continua a chiedermi cosa ci faccia una come lei con uno come lei, oggi pomeriggio dopo gli allenamenti abbiamo passato un po di tempo insieme, e non so come dopo tutto quello che le ho detto lei è qui, come me, mi sorride, mi bacia, mi fa stare bene dopo che le ho detto tutto il male che ho fatto io.

***

Qualche ora prima

-Amy, andiamo? Noi abbiamo finito ci troviamo dopo alla partita, possiamo andare a casa.- Le vado incontro salendo sulla gradinata su cui ormai ha passato la maggior parte dei pomeriggi ultimamente, richiude il libro che leggeva, lo avrà letto già tre volte, lo posa nella borsa e si alza venendomi incontro, con un cenno della mano saluta i ragazzi ormai lontani e loro ricambiano, riesce ad essere sempre gentile con tutti, cosa che a me è praticamente impossibile. Ci avviamo alla macchina, poso il mio borsone e la sua borsa nei sedili posteriori e saliamo in macchina, onestamente non ne ho voglia di andare a casa, so che tra poche ore ci sarà la partita, ma ho bisogno di stare un po di tempo da soli e non in Hotel o in un bagno a scuola.

-Harold, dovevi girare alla prima- mi avverte voltandosi a guardarmi.

-tranquilla, non mi va di andare subito a casa.. ti porto in un posto- la rassicuro poggiandole una mano sulla gamba.

Arrivammo davanti al grande parco, quanti ricordi questo posto sperduto, anche solo il profumo dell’erba mi fa tornare a mente tutte le lacrime versate su di essa, Amy mi guardava stranita, e come biasimarla, davanti a noi un distesa verde, che andava in salita, a è proprio oltre la salita che si nasconde la bellezza. La presi per mano e la tirai dietro di me, camminavo lentamente riportando alla mente tutti i ricordi.

-cos’è questo- la voce sottile di Amy interrompe i miei pensieri.

-è il mio migliore amico- le rispondo senza neanche pensare a quello che dico, dico la prima cosa che quel posto rappresenta.. il mio migliore amico. Sento la sua mano stringersi nella mia quando arriviamo in cime alla collina,da li si può ammirare tutta la città, adesso c’è il tramonto e questo rende le cose più affascinanti, mi siedo a terra e porto Amy con me.

-è bellissimo- sussurra.

-lo so, sai perché ti ho portato qua?- mi volto verso di lei.

Scosse la testa.

-questo posto sa tutto di me, il mi fido di lui. E voglio che tu sappia tutto di me.. ma quando lo saprai non so se ti fiderai ancora di me-le dissi voltandomi di nuovo verso il paesaggio.

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