A volte le parole non bastano

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35. A volte le parole non bastano

Ehilà!!!!

Allora, da qui in avanti iniziano i capitoli che ho recentemente rivisitato per meglio concludere la ff. Essa, infatti, inizialmente terminava con questo capitolo (che riassumeva malamente tutti i fatti che meglio approfondirò adesso). Spero che così possa andare meglio di com'era inizialmente!!!!

Grazie per tutte le recensioni e i pensieri che mi arrivano!!!!

Alla prossima!!!!

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Due giorni dopo, tutto era tornato tranquillo.

Mikhail sarebbe partito proprio quel giorno, con Svetozar imbavagliato e pronto per essere giustiziato dinanzi a tutta la sua organizzazione.

Era inverosimile come la faccenda s'era conclusa, ma, come Asami stesso aveva detto, "a caval donato non si guarda in bocca". Era un dispendio inutile di energie chiedersi come fosse possibile essere arrivati a quella tregua.

Tra Giappone e Russia non c'erano più conti in sospeso. La faida tra bande moscovite e gang americane avrebbe potuto giungere al termine se Mikhail avesse ben sfruttato le informazioni dategli da Feilong (avute dalle Tong americane che avevano costantemente a che fare con quelle gang statunitensi). Ayano e Shinichi erano liberi di tenere le loro identità. Ed era giunto il momento, però, di chiarire le innumerevoli questioni rimaste in sospeso. Ma con calma. Ora il clima era sereno e si poteva procedere con tutto il tatto del mondo.

Bisognava rimediare all'attrazione fisica che incombeva su Asami e Okura, rimediare alla gelosia di Akihito nei confronti di Ayano e ridefinire la situazione tra Asami ed Akihito. Queste erano le tre prerogative. Ma, si sa, gli uomini spesso danno priorità errate alla vita.

-Io dico che è un androide.- disse Shinichi.

-Tipo un automa? Ci avevo pensato anch'io.- ammise Akihito.

Erano appostati dietro ad una macchina, intendi a controllare l'uscita dell'edificio dall'altro lato della strada, dov'era appena entrato Kirishima.

-Vive in funzione di Asami, poverino, e non sorride mai: è sicuramente un androide.- disse Shinichi.

-Dovremmo provare a bagnarlo per confermare questa teoria.- convenne Akihito, poi si sedette sul bordino del marciapiede. Shinichi lo imitò e sospirò appena:

-Come stai, del resto?- domandò.

-Sto stranamente bene, sono solo un po' confuso.- ammise Akihito, guardandosi i piedi:

-Mio fratello ha ragione: stavamo solo coprendo le nostre paure continuando a proteggerlo in quel modo.- aggiunse.

-Mi ha sorpreso. Non mi aspettavo una reazione simile, ma ha ragione lui. Come sempre, del resto: stavamo illudendo noi stessi, gettavamo su di lui i nostri problemi perché avevamo paura di ammetterci che è più forte di noi nonostante ciò che crediamo.- disse Shinichi.

-Già... E Ayano come sta? Non la vedo da ieri.- ammise Akihito.

-Ayano non è capace di stare ferma troppo a lungo.- e Shinichi sospirò, guardandosi a sua volta i piedi:

-I nostri genitori sono sempre stati molto scrupolosi ed esigenti. Volevano il meglio da noi, pretendevano il massimo. Io sono sempre stato in grado di concedere loro ciò che volevano e, al medesimo istante, nascondere loro ciò che veramente desideravo. Ayano no. Lei mi ha sempre preso a modello, un po' come tu hai fatto con Okura, e questo l'ha spinta ad andare contro i nostri genitori.- spiegò.

Una persona dannatamente carismatica 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora