37. Non l'amore è cieco, ma la gelosia
Il pomeriggio dopo, Akihito e Shinichi tornarono nell'ufficio di Asami a sorvegliare Kirishima.
-Sì, sì... Direi che hai fatto un buon lavoro.- commentò Shinichi, esaminando tutti i documenti prodotti dal segretario di Asami durante la notte.
-Pensate che possa sottoporli a Juniper-san, adesso?- domandò nervosamente Kirishima.
-Sì, ma devi assolutamente andare a casa a farti una doccia, prima. E pettinarti.- convenne Akihito.
Kirishima annuì: erano due giorni che non tornava a casa. Tra i documenti per Juniper e il lavoro per Asami-sama era stato molto occupato.
-Va' a casa. Fatti una bella doccia e una lunga dormita, okay? Asami sopravvivrà senza di te per qualche ora.- disse Shinichi.
-D'accordo. Gli lascio comunque detto di contattarmi nel caso avesse bisogno di me.-
-Glielo diremo noi.- rassicurò Akihito e, quando Kirishima si voltò per recuperare la giacca, guardò Shinichi e scosse la testa, come a dire: "Col cavolo che glielo diciamo, Kirishima deve dormire". E Miki annuì, d'accordo con lui.
Una volta che il segretario fu uscito, Shinichi si sistemò al suo computer.
-Che fai?- domandò Akihito.
-Cerco di capire dove possa essere Ayano. Non è tornata a casa dai nostri genitori: voglio sapere dov'è. Non risponde alle mie chiamate e nemmeno a quelle di Okura. Rintraccio il suo cellulare.- rispose Shinichi.
Akihito annuì appena, poi chinò appena lo sguardo, pensieroso: il giorno prima Asami lo aveva fatto sentire più vivo che mai. Dicendogli quelle cose, donandogli quella confessione, era come se, in una volta sola, gli avesse fatto raggiungere mille orgasmi. Finalmente Akihito ed Asami erano sullo stesso livello anche mentalmente, non solo più fisicamente. Si completavano in modo maturo, assoluto. Però Akihito non doveva scordarsi di Ayano: l'aveva a dir poco sopravvalutata credendo di non ferirla con il suo atteggiamento. Doveva assolutamente chiederle scusa e ammetterle la sua gelosia, proprio come Asami aveva fatto il giorno prima.
"Asami mi ha fatto capire quanto sia importante mostrarsi vulnerabili. Anch'io lo devo fare: Ayano ormai fa parte della mia vita e non posso mettere un cerotto sulla faccenda e basta, no. Le devo delle scuse e delle spiegazioni." Pensò Akihito, così disse:
-Perché non lasci fare a me? In redazione abbiamo degli ottimi computer con cui lei non ha mai avuto a che fare: posso provare a rintracciarla con quelli.-
Shinichi ci pensò su per qualche secondo, poi annuì:
-D'accordo. Grazie, Akihito.- rispose.
-Non preoccuparti: ci penso io. Si sentirà in colpa per averci messo tutti in pericolo e voglio farle capire che così non è. Le dirò di chiamarti, d'accordo? Così potrete parlare.-
-Va bene.-
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Non fu esattamente facile trovarla, ma, per fortuna, Akihito riuscì a farsi aiutare da un ottimo informatico che avevano in redazione, il quale estrapolò un indirizzo grazie al numero di cellulare di Ayano, visto che Asami le aveva reso il telefono dopo la cattura definitiva di Svetozar.
Akihito giunse sul posto con la Vespa e vide la ragazza che giocava con il suo Tamagotchi rosa, seduta su un muretto. Il ragazzo prese un profondo respiro, convinto di poter filtrare il coraggio dall'aria, ed andò a sedersi accanto a lei.
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Una persona dannatamente carismatica 2
FanficUn particolare ritorno sconvolge nuovamente le cose. Sguardi, denaro, carisma e attrazione: il sole attorno al quale ruotano le vite e le aspettative. Ogni dettaglio, modesto o costoso che sia, ritorna ad essere messo in discussione e tutti devono n...