Nessuno mi ha mai detto che il rimpianto si sente come paura

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9. Nessuno mi ha mai detto che il rimpianto si sente come la paura

Era da un paio di giorni che Shinichi soggiornava in casa Asami. Aiutava volentieri Akihito nei lavori domestici e, spesso, uscivano insieme.

Asami, invece, iniziava a spaventarsi da solo: più volte s'era intrattenuto in un discorso con Shinichi e, tutte le volte, rimaneva coinvolto dall'argomento e partecipava volentieri, se pur con pochissime parole. Erano sempre stati discorsi brevissimi, ma le parole di Shinichi erano talmente d'impatto che Asami rimaneva sempre segretamente colpito.

Arrivò il quinto giorno dall'arrivo di Shinichi.

Asami era nel suo ufficio, a picchiettare nervosamente le dita sulla lucida scrivania. Teneva la testa sull'altra mano e rimuginava.

Entrò Kirishima:

-Asami-sama, ho effettuato quelle ricerche su cellule terroristiche attive fino a cinque anni fa, ma nessuna di loro sembra combaciare con la descrizione fatta da Shinichi-san. Così ho ampliato la ricerca a organizzazioni segrete finanziate illegalmente ed ho ottenuto qualche risultato coerente con... Asami-sama?- l'assistente si bloccò, vedendo che Asami nemmeno lo stava guardando.

-Quanti Paesi hai visitato, Kirishima?- domandò Asami, senza guardarlo.

Kirishima si ritrovò spaesato e provò a trovare un perché a quella strana domanda:

-Non saprei, Asami-sama. Non più di cinque, oserei dirle.- rispose.

-Io ho compiuto molti viaggi, specialmente all'interno del Giappone o verso gli Stati Uniti... Ma mai per piacere o per avventura, per spirito di vita. Ho sempre viaggiato per lavoro o solo per una vacanza.- disse Asami.

Kirishima iniziò a preoccuparsi seriamente:

-Asami-sama, c'entra per caso Shinchi-san?- domandò.

Asami assentò appena con il capo, poi si alzò e, seducentemente come sempre, andò verso la porta:
-Vieni con me.- disse.

Kirishima, sempre più confuso, lo seguì:

-Ahm... Asami-sama, posso sapere dove mi sta portando?- domandò, quando poi si ritrovò nella sua BMW (nuova, tra l'altro).

-Questa mattina presto, Shinichi ha accompagnato Akihito al lavoro e si sono poi dati appuntamento a una pasticceria.- rispose Asami.

Kirishima non commentò: trovava il capo un tantinellino geloso... o curioso. Forse entrambe le cose.

Asami seguì la strada, per poi accostare di colpo, tanto che Kirishima si irrigidì. Guardò verso l'altro lato della strada, dove stavano dei ristornati etnici.

Kirishima seguì il suo sguardo e, lungo la traiettoria, incontrò un'Harley Davidson, poi, seduti ad un tavolino rotondo, stavano Takaba Akihito e il misterioso e affascinante avventuriero Miki Shinichi.

Asami strinse involontariamente il volante, guardandoli ridere e mangiare di tutto.

Akihito stava parlando e ridendo nel contempo, mentre Shinichi rideva e mangiava nello stesso momento. Il tavolino rotondo, posto sotto il telone esterno del ristorantino, era coperto di cibo: cinese, giapponese, tailandese, indiano,... Di tutto.

Akihito alzò le bacchette ed indicò il piatto che aveva davanti Shinichi, dicendo qualcosa che Asami e Kirishima non capirono perché erano troppo lontani. Shinichi rispose, masticando un po' nel mezzo, ed Akihito gli rubò qualcosa dal piatto.

Asami, a quella scena, strinse talmente tanto il volante che le nocche delle mani divennero bianche. Si mangiavano a vicenda dal piatto?! E la prossima tappa qual era? Imboccarsi a vi... Oh cazzo!

Una persona dannatamente carismatica 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora