Il nemico del mio nemico è mio amico

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16. Il nemico del mio nemico è il mio amico

Oh. Lo sguardo di Asami passò da Akihito alla ragazza, la quale sorrise come a dire: "Ops, ho fatto un altro errore, ma ora rimedio". La sorella di Shinichi.

-Sì, è così...- ammise lei, poi raddrizzò le spalle:
-Mi chiamo Miki Ayano. Vi stringerei le mani, ma sono ammanettata ad una sedia. A proposito, gran bella casa.- sorrise nervosamente.

Akihito si infervorò maggiormente, ma non era più del tutto sicuro che fosse perché la ragazza si rivolgeva in certi modi ad Asami, no... C'era dell'altro.

-E che cosa ci fa la sorella di Shinichi in casa mia senza che io lo sappia?- domandò Asami.

-Ecco, ora ti spiego, d'accordo? Ma prima ho anch'io una domanda per te.-

-Mi pare che io ti abbia già offerto una chiamata.-

-Sì, ma in cambio volevi il mio nome e Akihito ha già provveduto: hai il mio nome e persino alcuni dei miei famigliari. Quindi siamo pari.-

-Ti ascolto.- commentò allora Asami: essendo le cose messe in quel modo, doveva affrontare diversamente da come faceva di solito, anche perché, sì, era senza scrupoli, ma non abbastanza la questione da torturare una ragazzina (sorella poi di un suo... amico o arcinemico?).

-Mio fratello è vivo, vero?-

-Sì, è vivo.-

Sul volto di Ayano apparve un sorriso che pareva tirare un gran sospiro di sollievo:
-Lo sapevo! Ha finto la sua morte, tre anni fa, lo sapevo.- disse entusiasta e sollevata.

-Ora è il mio turno.- ricordò Asami:

-Raccontami tutto dal principio.-

-D'accordo, mi sembra giusto. Sarà una lunga storia, quindi, per quanto tu sia una visione da qui, ti conviene sederti.- rispose Ayano.

Asami assottigliò appena lo sguardo, dopodiché si sedette sulla poltrona e ascoltò, mentre Akihito ribolliva di rabbia, ma era curioso di capire che cosa avesse spinto la sorella di Shinich ad hackerare il computer di Asami.

-Dunque, presumo voi sappiate che mio fratello si è spacciato morto, tre anni fa, in seguito ad un passato rapimento, vero?- disse Ayano.

-Sì, lo sappiamo.- rispose Asami.

-Bene... Io e Shinichi siamo sempre stati molto legali l'uno all'altra, è un rapporto solido, il nostro. Quando venne rapito i nostri genitori pensarono che fosse partito per qualche folle viaggio e, all'inizio, lo pensai anch'io. Finché non venne a casa mia un uomo che diceva di essere dell'Interpol.-

-Brain Fox.- commentò Asami.

-Sì, era proprio lui. All'epoca ero, come dire?, schedata in Giappone per qualche piccola violazione informatica, quindi su di me avevano tutto. Pensavo volessero arrestarmi per qualche sciocca marachella, invece mi dissero che cos'era realmente accaduto a Shinichi, ossia che un gruppo di uomini misteriosi stava rapendo scienziati e fisici teorici da più parti del mondo per scopi ancora da definire.- proseguì Ayano:

-Mi dissero che avevano individuato una serie di messaggi in codice, stile telegramma, ma che non riuscivano a decifrarli. Non avevano bisogno di aiuto informatico, non del tutto, almeno: il codice, seppur passasse da più server e quindi fosse ben protetto, era strano agli occhi dell'Interpol. Questo perché era un codice che io e Shinichi avevamo inventato tempo prima, così: per divertirci.-

"E' vero: Shinichi ci aveva detto che aveva chiamato aiuto attraverso un messaggio in codice." Si ricordò Akihito.

-Così ho tradotto il codice per loro e sono riusciti a liberare mio fratello e gli altri, anche se Shinichi rimase molto in pericolo dopo quella storia. Infatti non poté più esercitare la propria professione.- continuò la ragazza:

Una persona dannatamente carismatica 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora