5.

128 9 0
                                    

CAPITOLO 5

Quando entro Lucas è di spalle affacciato ancora alla finestra, si gira e ridendo mi domanda se sapessi leggere visto che non ho bussato, ovviamente la mia risposta è stata "Leggo quello che mi sembra utile ed opportuno, no quello che potrebbe farmi perdere tempo". Mi guarda stranito e poi si volta di nuovo verso la finestra. Incuriosita mi avvicino a lui e cerco di capire cosa stesse guardando. Dopo vari minuti si gira velocemente e fa Buuu. No ok, adesso mi spiegati che problemi ha questo ragazzo, soprattutto perché è riuscito a spaventarmi. Lo guardo spaventata e anche arrabbiata. Avvicina la sua testa alla mia finché non c'è contatto fronte con fronte, mi guarda negli e finalmente posso vedere i suoi magnifici occhi, deglutisce e dopo pochi secondi avvicina le sue labbra al mio orecchio e ci soffia dentro. Lo picchio giuro. Ma può farmi questi screzi?! C'è il mio cuore stava per esplodere e poi mi ha fatto male!

-Ma sei scemoooo?!-

-No, sono Lucas, piacere-

Dopo averlo guardato in cagnesco si inchina e mi bacia la mano a modo di cavaliere, ne approfitto e lo spingo così da farlo cadere di chiappe a terra. Ragazzi la sua faccia esprimeva tutto, era troppo divertente giuro infatti scoppio a ridere e lui mi prende per le gambe e mi fa cadere sopra di lui ma non mi dà il tempo di realizzare il tutto che inizia a farmi il solletico per vendetta. Fra tutte quelle risate riesco solo a implorarlo di fermarsi per farmi respirare.

-Ti prego tregua-

-Per ora-

Lo guardo in modo accusatorio e poi mi vado a sedere sul suo letto, solo ora noto che i gemelli non ci sono e ancor prima che possa chiedere qualcosa lui mi dice che ogni Natale vengono delle fondazioni benefiche e fanno degli spettacoli negli spazi più grandi quindi in tutto il reparto e probabilmente il piano non c'è nessuno. La cosa non mi preoccupava affatto, forse avrei dovuto avere paura di uno sconosciuto, ma non mi importava, ormai Lucas era diventato un mio amico, e che amico...

-Cosa ti va di fare? –

-Non saprei, cosa si può fare in un ospedale?

- Per prima cosa si può soffrire senza che nessuno ti giudichi, ma non mi sembra il caso, ti ve di vedere un film? –

-Ok ma scelgo io-

Ho scelto Frozen, ovviamente, ci siamo messi su un unico letto, ha impostato lo schienale quasi in modo retto cosicché ci saremmo potuti appoggiare comodamente. I letti di ospedale non sono larghi come quelli che si possono trovare a casa, sono più stretti e perciò Lucas ha dovuto necessariamente sedersi dietro di me e io appoggiata a lui. Non mi è dispiaciuto affatto. Sentivo il suo cuore battere in modo regolare e aumentare di velocità quando iniziavo a cantare i testi delle canzoni. Ad un certo punto, quando è arrivata la canzone dei trolls si è avvicinato lentamente al mio orecchio e ha sussurrato tutte le parole e alla fine mi ha dato un bacio sulla guancia, poi mi ha fatto sedere sulle sue gambe e mi ha abbracciata appoggiando la testa sulla mia spalla mentre le sue mani fredde erano in contatto con la piccola parte di pelle lasciata scoperta dalla maglia troppo corta. Ha continuato a fare cerchi immaginari con le sue dita su quella pelle e ho continuato ad avere brividi e la pelle d'oca per tutto il resto del tempo, ad ogni brivido sentivo una sensazione strana salire dallo stomaco e andare in tutto il corpo. Avrei voluto che non si fosse mai fermato, ma nello stesso istante in cui sono iniziati i titoli di coda lui ha smesso quasi come se fosse impaurito o che si fosse accorto solo ora di cosa stesse facendo. Non ho avuto il coraggio di girarmi verso di lui ed avere la sua faccia a pochi centimetri dalla mia, ma lui sì invece...

LUCAS

Scusate ma voglio anche io una parte in questo racconto, non sono filosofico come lo sono le ragazze quindi non so se la versione dei fatti vi possa interessare, ma vorrei che sapesse anche ciò che prova il mio cuore malato. Vorrei parlarvi di Amelie, credo non esista una parola sul dizionario per descriverla. Sapevo benissimo che mi stesse fissando ma ho voluto metterla in imbarazzo solo per vederla sorridere. E' stata la prima volta che ho voluto provarci con una ragazza, ed è stata la scelta giusta. Forse vi sorprenderete nel sapere questo, ho letto molti libri per ragazze, non perché mi sentissi una di loro, ma perché volevo sapere quale fosse l'ideale di ragazzo perfetto, ma nessuno di loro era un malato oncologico quindi non so cosa fare con lei. Ho paura di aver corso troppo invitandola oggi qui da me, nella mia versione di casa, di rifugio, dove la sofferenza e la tristezza non possono entrare. Probabilmente Amelie non è interessata a me, e questo mi distrugge ancora prima di essere creato, ho metà cuore malato e metà sano e se entrambi hanno iniziato a battere in sincrono solo quando ho visto lei giocare con Hope c'è una ragione credo e spero. Amelie mi fatto sorridere in dieci minuti il doppio delle volte rispetto gli ultimi tre anni, ma non solo, quando eravamo fronte contro fronte avrei voluto tanto baciarla, anche solo sfiorare quelle labbra mi sarebbe bastato, ma sto correndo troppo, ma avete presente quando tu vuoi ad esempio urlare ma hai qualcosa che ti copre la bocca, oppure quando volute correre ma avete un piede legato ad un ostacolo? Io mi sono sentito così. Forse sono dei limiti che mi impongo io, forse posso togliere ciò che copra le mie labbra o forse sono io che me le copro per non urlare, però forse è la cosa giusta avere dei limiti, sarò sempre disposto a superarli in questo modo.

Ho un solo obbiettivo da quando l'ho vista, voglio creare una storia con lei, che narri qualsiasi cosa, cose brutte, belle, divertenti o paurose, io voglio che lei faccia parte della mia storia, non mi importano le vicende, lei ne deve fare parte.

In poco tempo è già riuscita ad aggiustare ciò che io stesso ho rotto a me stesso, la capacità di voler narrare, non dico narrare solo perché sto facendo di un romanzo, ma anche perché paragono la mia vita ad un romanzo, pensateci bene, scrivere nuove parti è il presente che affrontiamo, non possiamo scrivere cose senza tempo e connettivi temporali, questo è il futuro, non possiamo averlo finché non viviamo il presente, mentre la cosa più affascinante è il passato, quando vogliamo correggere o eliminare una cosa scritta molte pagine prima nel romanzo, tutto il resto dovrebbe cambiare e quindi non lo facciamo. Sono consapevole che faccia pensieri troppo complessi da spiegare ma relativamente facili da apprendere, dovete scusarmi per questo ma io passo molto tempo a pensare e come le ragazze faccio film mentali, ma non lo faccio notare molto.

Ma ora torniamo all'argomento principale, che sicuramente non sono io, e alle mie incertezze. Non so neanche se sia fidanzata, se sia etero, se sia già innamorata di un altro, se sia disposta a conoscermi e se accetta i miei atteggiamenti solo perché le faccio pena, tutte queste incertezze mi creano confusione nel mio cervello malato. Credo che sia una pentola a pressione, troppe cose dentro che viaggiano ad una velocità assurda e si scontrano tra di loro creando trambusto, forse è per questo che a volte sento un ronzio e mi sento vibrare la testa e per questo metto le cuffiette, non collegate ovviamente. E ho nuovamente tralasciato Amelie, sono un caso perso....

AMELIE

Siamo uno di fronte l'altro, il mio cuore batte a mille e non so perché ma guardo le sue labbra che vengono morse da quei denti così bianchi, credo lui stia facendo lo stesso. Pian piano avvicina la sua faccia alla mia e sorridendo mi tappo le orecchie per prevenzione.

-Oh mia cara Amelie sei sicura che stessi per fare quello? –

-Sì-

No, non lo fa, si avvicina ancora di più mi dà un bacio sulla guancia che però sfiora le mie labbra, ne sta per dare un altro e...

Dietro quelle muraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora