Chapter Eleven

2.8K 117 13
                                    

È ormai passata una settimana dalla conversazione fra me ed Harry e da quella volta non abbiamo più parlato.

Quel ragazzo è veramente strano. E poi, dopo che gli ho fatto un discorso del genere, lo trovo con un'altra donna, stavolta nella cantina dei vini. Ci rendiamo conto?

Sto per entrare in biblioteca per leggere qualcosa ma dalla stanza accanto, l'ufficio di re Astor, sento delle urla. Non dovrei ma mi avvicino per origliare.

"Non voglio più vederti né venire a sapere che eri con altre donne che non siano Cassandra, chiaro Harry? Questa volta ha fatto Gemma la spia ma se era qualcun altro avremmo fatto delle pessime figure." sentii dire dal re.

"Calmati caro, tuo padre ha ragione Harry, ti stai comportando da immaturo, hai 20 ed è arrivato il momento che ti metti la testa a posto" quella era la regina.

"È inutile parlare con voi, inutile" urlò Harry prima di uscire dalla porta e sbatterla. Io mi allontani di scatto guardandolo e indietreggiando.

Lui mi vide e mi prese la mano. "Vieni con me."disse trascinandomi in giardino. Lo seguii senza fiatare ed arrivammo davanti alle stalle dei cavalli.

Prese un cavallo nero, con gli occhi azzurri e la criniera bianca. Era stupendo. Mi aiutò a salire, impresa ardua visto che avevo la gonna, e salí anche lui.

"Tieniti forte principessa." Mi disse e partì velocemente. Oltrepassammo prima una breve campagna, poi i confini del palazzo ed un'altra campagna fino a trovarci su una spiaggia bellissima.

"Wow" dissi scendendo dal cavallo con il suo aiuto. Lui sorrise e mi porto davanti ad un albero con un'incavatura, abbastanza grande per entrarci, che conteneva delle coperte ed un cestino.

"Ti piace?" mi chiese. "È splendido" dissi entrando. Lui mi seguii. "Vengo sempre qui quando voglio stare solo, posso riflettere senza che nessuno mi interrompa."

"Perché mi hai portato con te?" chiesi dando parola alle mie curiosità. "In realtà non lo so, sono uscito da lì e quando ti ho vista ho pensato ti sarebbe piaciuto."

Sorrisi lusingata. "A proposito, non si origlia, principessa." continuò col solito ghigno, ormai non mi dava più fastidio, quasi quasi mi piace.

"Sai che il tuo ghigno mi sta antipatico?" gli dissi e mi maledissi da sola. Lui rise. "L'avevo notato, fai una faccia ogni volta che lo faccio."

"E tu continui a farlo nonostante hai capito che non lo sopporto?" dissi indignata.

"Sei carina con la faccia da 'ora ti prendo a pugni se non la finisci di fare quel ghigno'." Disse continuando a ridere.

Io arrossii. "Sei così carina, ma così ingenua, Cass." di solito odio chi mi chiama Cass, solo lei mi chiamava così, ma quando lo dice lui, mi fa sorridere.

"Sai, di solito non mi faccio chiamare Cass, mi ricorda mia madre" dissi. "Vuoi che smetta di farlo?" chiese preoccupato.

"No" sorrisi. "Tanto avrei continuato comunque." disse scherzando ed io risi. Ora era un'altra persona.

Questo è il vero Harry, non quello arrabbiato con tutti, antipatico e che fa sesso con molte ragazze.

Harry è dolce, divertente e scherzoso, in questi momenti lo gli si legge negli occhi, che sono brillanti e mostrano tante emozioni.

Passammo il tempo a ridere, a scherzare, a parlare di noi ed a bere un po' di vino che si trovava in quella cesta.

Quando si fece sera tornammo al castello con il re e la regina ad aspettarci.

"Harry si può sapere dove diavolo..." iniziò il re ma quando mi vide vicino a lui si calmò e trattenne un sorriso.

"Dove siete stati?" chiese Anne, la regina. "In un luogo." rispose Harry superandoli e andando via.

Io feci un sorriso di scuse ad entrambi e lo seguii. "Harry!" lo chiamai, perché non si fermava. Si fermò e mi aspettò e poi mi portò in camera sua.

È davvero molto bella, ha due pareti bianche e due blu notte con i mobili, le tende e le coperte di questi due colori.

Mi accomodai sul divanetto mentre lui sul letto. "Non dovresti essere arrabbiato con loro, vogliono solo il tuo bene." dissi riferendomi ai suoi genitori.

Lui avrebbe tanto voluto sbraitarmi contro ma si trattenne e lo apprezzai. "Tu non capisci, non sopporto il fatto di non essere libero."

Sospirai, quanto lo capivo. "Mio padre fa così solo con me, crede che mio fratello sia un santo, un principe perfetto, mentre crede che io..."

Mi bloccai, cosa crede mio padre di me? Che sono una pessima figlia, una pessima principessa, che se mia madre è morta è solo colpa mia.

"Non devi dirmelo se non vuoi." mi disse Harry. "Mio padre pensa che io sia una pessima figlia ed anche una pessima principessa, ma non ci ho mai litigato."

Lui strinse i pugni. "Come puoi non litigarti? Non si può permettere di dire queste cose tu.. Tu sei.. Fantastica." arrossii al complimento.

"A quanto pare lui non la pensa così, ma io non ci bado molto. Tu hai la fortuna di avere entrambi i genitori ed entrambi pensano al tuo bene."

"Non proprio sai, so che sono fortunato ad averli entrambi e so che a volte vogliono il mio bene, ma credimi, a volte litigano con me per cose futili solo perché sono nervosi.

Sono sempre io la persona con cui litigano, il loro sfogo, Gemma invece. Lei è la figlia perfetta, responsabile, educata, timida.

Non sia mai toccano Gemma. Io sono sempre quello maleducato e stronzo. Anche quando non faccio nulla ho fatto qualcosa." mi disse, e quanto lo capii in quel momento.

"Nessuno può capirti meglio di me Harry, ma quando vogliono sfogarsi, guardali con sufficienza, va via alla prima occasione e fai qualcosa che ti piace o stai con qualcuno che ti tranquillizza.

Io, per esempio, andavo alla tomba di mia madre, oppure da Adelina, a volte, invece, andavo a cavallo. Mi aiutava a non pensare ed andare avanti." sorrisi. Lui ricambiò il mio sorriso.

Continuammo a parlare e per cena ci facemmo portare qualcosa in camera sua mentre per dormire mi prestò una camicia da notte di Gemma che aveva in camera e mi chiese di restare con lui.

Dormimmo abbracciati. Furono la giornata e la nottata più belle passate in vita mia.

Prince ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora