Chapter Twenty-nine

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One year later

Caro papà,
È ormai passato un anno da quando sono in Inghilterra e sta andando tutto a gonfie vele, proprio come tu volevi che andasse. Purtroppo non sei mai riuscito a venire a trovarmi e, se avessi immaginato che l'ultima volta che ti avrei visto sarebbe stato mentre salivo su una carrozza per allontanarmi per sempre dalla Spagna, ti avrei detto tante ma tante di quelle cose su tutto. Ti avrei detto che ti volevo bene, che eri stato un padre fantastico fino alla morte della mamma. So che le assomiglio tanto, me lo dicevi sempre, a volte perso nel vuoto, a volte innamorato, a volte anche schifato. Ma nonostante tutto io ti ho sempre giustificato. Fa male perdere la persona che ami. Se io perdessi Harry probabilmente starei tanto male, probabilmente morirei insieme a lui. Se avessi un figlio con Harry, invece, e lui morisse io penserei solo ad amare tanto il mio bambino ed a crescerlo con tanto amore e parlargli con amore di quel padre che tanto lo ha voluto bene, non eviterei mai l'argomento. Ora sono qui, davanti a te, il giorno del mio compleanno (forse il meno felice della mia vita), a scriverti queste cose. Mi dispiace che tu non mi possa rispondere. Purtroppo il tempo è scaduto anche per te. Mai mi sarei immaginata di perderti così. Purtroppo, come dicevi tu, piangere non è la soluzione a nulla, quindi mi limito a sfogarmi su un pezzo di pergamena. Almeno, l'ultimo ricordo di te è quello di un abbraccio. Qui stiamo tutti pensando al lato positivo di questa situazione, almeno sei con mamma, è questo ciò che volevi no? Questa, probabilmente, sarà l'ultima volta che sono qui in Spagna, la mia vita è altrove.
Buon riposo, padre.
Salutami la mamma da lì su.
Tua figlia.

Poggio la lettera tra le sue mani, ormai fredde e bianche.

Guardo il parroco che mi sorride tristemente, tutti mi guardano con compassione. Credono che io sia forte. Meglio così.

Mio padre è morto proprio questa notte, subito dopo avermi fatto gli auguri. Aveva preso una brutta malattia purtroppo. Non piango. Lo guardo ma non piango.

Sono sconvolta, ma non piango. Sono triste e non piango. Non so cosa mi succede ma non riesco proprio a piangere.

Guardo mio fratello, sta malissimo. Guardo i miei amici, compassione. Guardo Harry, mi guarda anche lui, molto preoccupato. Nei suoi occhi non c'è un velo di compassione.

Mi prende per mano, mi porta via di lì.

"Come stai?" mi chiede.

Come sto? Non lo so. Sto bene? Sto male?

Probabilmente sto bene.

Non pensate male, amavo mio padre ma stava soffrendo tanto, ora invece è felice lassù, con la mamma.

Ha tutto ciò che voleva. Noi figli dobbiamo continuare a vivere.

Sono tanto triste. Sto bene ma sono triste. Sto male ma sono felice.

Posso sembrare incoerente ma dentro di me sento tante emozioni che si contraddicono tra di loro.

Guardo Harry negli occhi. "Sto bene." gli rispondo. Mi capisce. Non so come fa. Mi capisce sempre.

Mi sorride e mi abbraccia. "Puoi sfogarti ora." mi sussurra in un orecchio.

Una lacrima scende dai miei occhi seguita da tante altre. "È con lei." sussurro anche io quando finisco il mio breve pianto.

"Sai lui cosa voleva?" mi chiese. "Voleva tante cose." lui mi porta nel roseto di casa mia, o meglio, la mia vecchia casa, e, davanti la fontana, si inginocchia.

Non ci posso credere. Si è inginocchiato.

Cazzo questo ora ti sposa.

Già, coscienza, hai ragione, ORA MI SPOSA.

Non vagare con la mente.

Ma tu...

Ma se io sono te, ora stai zitta che sta per parlare.

Sto litigando con me stessa? Meglio che torno a prestare attenzione a lui.

"Oggi doveva essere un giorno speciale per te, in questo momento dovevamo essere a casa nostra a ridere ed essere felici con i nostri amici. Almeno questa era l'idea iniziale. Purtroppo però i piani vengono sempre rovinati, a volte in meglio a volte in peggio. Quando una settimana fa abbiamo ricevuto quella lettera che parlava di tuo padre ho smosso mari e monti per portarti qui. Dovevi rivedere tuo padre. Non mi sarei mai aspettato che venisse a mancare oggi. Però possiamo esaudire uno dei suoi più grandi desideri. Vederti sposata. Non avrei mai immaginato di chiedertelo qui ma lo farò lo stesso. Quindi." si ferma per sospirare, prende una scatoletta dalla tasca e la apre mostrando lo straordinario anello che c'è all'interno [foto]. "Cassandra Diana Blanco, io ti amo, ti amo dalla prima volta che ti ho vista probabilmente, solo che ero troppo accecato dall'odio per capirlo. È così strano come dall'odio si passa all'amore. Tu sei... Sei fantastica. Davvero sei stata per me un dono del cielo. Ed ora, Cass, io voglio chiederti di diventare mia per sempre. Cassandra, mi vuoi sposare? "

Le lacrime ormai non accennano a fermarsi ed io non credo di riuscire a parlare. Lo guardo e piango di gioia prima di saltargli addosso ed annuire vigorosamente." Sì, sì, sì, sì, sì.... " continuavo a dire commossa.

Lui mi strinse a sé prima di staccarsi e infilarmi l'anello al dito. "Dovremmo dirlo a Gemma?" mi chiede ridendo.

Mi asciugo le lacrime e ridacchio. "Magari più tardi." mugugno e lo bacio. Lui è l'uomo con cui voglio passare il resto della mia vita.

Il sole, innamorato della luna, si tuffò nel mare e si fece tramonto per poterla abbracciare.

Prince ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora