FIDUCIA | CAPITOLO 07

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La mattina seguente, mi svegliai presto, con un nodo stretto attorno alla bocca dello stomaco.
Rimasi per qualche minuto steso, a guardare il soffitto.

"Bravo Nathan, anche stavolta stai riuscendo ad incasinarti la vita" pensai a voce alta.
La situazione in cui mi trovavo, era totalmente nuova per me. Era nuova perchè non mi era mai successo di vedere una donna e desiderarla, non mi era mai successo di rimanere senza parole e protezioni davanti a una persona. Fondamentalmente, ogni emozione che stavo provando in quei giorni, era nuova, perchè non avevo mai amato.

Mi alzai dal letto e feci una doccia calda. Indossai un paio di jeans strappati e una camicia a quadri rossa e nera. Tirai indietro i capelli con un po' di lacca e uscii dall'appartamento per andare al locale.

Quando entrai, le mie narici si riempirono di profumo.
"Oh, buongiorno Nathan" disse Bridget
"Buongiorno" sorrisi, senza guardarla negli occhi
"Sto preparando i pancakes, li vuoi?"
"Si grazie, volentieri" risposi, sedendomi su uno sgabello davanti al bancone

Bridget mi porse davanti un piatto con tre pancakes e marmellata ai frutti di bosco. "Come ti trovi in appartamento?" mi chiese
"Benissimo, non potevo chiedere di meglio. Non so davvero come ringraziarti" diedi una prima forchettata ai pancakes.

Erano ottimi e mi uscii dalla bocca un commento istintivo "Oh, dio".
"Ti piacciono eh? Nessuno li sa fare come me" rise lei
"Sono ottimi" dissi solamente.

Avevo sperato di trovarle un difetto. Speravo che per lo meno non fosse brava a cucinare. Ma speravo invano.

Ero completamente immerso nei miei pensieri quando sentii la porta del locale sbattere e mi voltai, vedendo una ragazza avvicinarsi a noi sorridendo.

"Mamma! Ti sono mancata?" disse abbracciando Bridget e lasciandole un bacio sulla guancia
"Certo che mi sei mancata! Non ti aspettavo così presto, pensavo tornassi tra due giorni"
"Sorpresa!" Urlò lei

"Di bene in meglio - pensai - ha una figlia che ha almeno dieci anni più di me. Non ho speranze."

"Sophie, Nathan. Nathan, Sophie." Ci presentò Bridget
"Piacere di conoscerti" dissi
"Piacere mio.. posso sapere chi sei?" rise Sophie, che aveva ereditato il bellissimo sorriso della madre.

"L'ho assunto per la stagione del vino. Suonerà tutte le sere, è molto bravo" disse Bridget facendomi sorridere
"Oh, capisco. È una bella idea mamma" disse la ragazza, squadrandomi.

"Bridget, io vado in paese a fare una passeggiata, hai bisogno di qualcosa?"
"Potresti fermarti al supermercato? Dovresti ritirarmi gli alcolici che ho ordinato. Sono già stati pagati, dovresti solo ritirarli"
"Si certo, nessuno problema" le risposi, uscendo dal locale.

Bridget's pov.

"Stai attraversando la crisi di mezza età per caso?" mi chiese Sophie
"Mh, non credo proprio, perchè?"
"Sono stata in viaggio una settimana. E in una sola settimana ti sei messa in casa un ragazzo, giovane, bello, sconosciuto. Gli hai dato l'appartamento e l'hai assunto. Te lo porti anche a letto, per caso?"
"Sophie! Prima cosa: non sto attraversando la crisi di mezza età, anche perchè fortunatamente alla mezza età non ci sono ancora arrivata"
"Mamma, manca poco alla mezza età" rise Sophie
"Fa lo stesso! Seconda cosa: è un bravo ragazzo, è tranquillo, ha una voce stupenda. Con la stagione del vino il locale si riempie, e un pò d'intrattenimento attirerà ancora più clienti"
"In ogni caso, non lo conosci. Non ti puoi fidare della prima voce carina che senti per strada"
"Suvvia, Sophie, non essere paranoica" le risposi
"Oh, fai come ti pare mamma. Dico solo che quel ragazzo non mi convince, e non capisco le tue scelte"

Alzai gli occhi al cielo "se t'interessa, tua figlia è in camera mia che dorme, comunque"
"Certo che m'interessa"
"Ah, sei arrivata qui e hai iniziato a criticarmi prima di aver chiesto di lei" afferma
"Sei sempre la solita. Ti senti attaccata, e attacchi a tua volta" mi rispose, aprendo la porta che conduce al mio appartamento.

Rimasi per qualche minuto sola. Sophie era con Loren, e Nathan stava facendo una commissione.
Forse Sophie aveva ragione, dicendo che mi ero fidata di uno sconosciuto; ma avevo capito tanti anni prima di chi ci si poteva fidare, e di chi no.

Nathan's pov.

Quando rientrai al locale, Bridget stava calcolando gli incassi del giorno precedente. Appoggiai gli alcolici sul bancone senza parlare, per non disturbarla.

"Grazie mille Nathan, mi hai fatto un favore enorme!" mi disse
"Figurati, nessun problema" le risposi

"Ti assomiglia" dissi
Bridget alzò lo sguardo "eh? chi?"
"Sophie - dissi - specialmente il sorriso, è identico"
"Conoscendoci capirai che in realtà abbiamo ben poco in comune" rise lei

Indossava un vestito al ginocchio, una giacca rossa e delle décolleté abbinate. "È vero - pensai - Bridget è molto meglio di Sophie"

"A me sarebbe piaciuto assomigliare ai miei genitori" dissi
"Sei molto diverso da loro?"
"Si, per questo ho sentito il bisogno di allontanarmene"
"Oh, capisco.. come hanno reagito alla decisione di partire?"
Risi "L'hanno scoperto quando era ormai tardi. Io ero già qui"
"Nathan! Si saranno preoccupati tanto per te!"
"Lo so.. ma non ti è mai successo di renderti conto di esserti dedicata troppo agli altri e troppo poco a te stessa? Io avevo bisogno di evadere da quella realtà"
"No, non mi è mai successo" disse lei.

Aveva un sguardo diverso da quello che aveva precedentemente alla mia domanda. Come se stesse riflettendo. Come se la mia domanda avesse fatto nascere in lei molti dubbi.

"Sono contento di aver preso questa decisione, in ogni caso. Anche se posso aver fatto soffrire la mia famiglia." dissi, e lei mi sorrise, guardando in basso.

**

Fatemi sapere che ne pensate fino ad ora della storia.
Un bacio.♡

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