SIGARETTE | CAPITOLO 09

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Bridget's pov.

Quando la sveglia suonò, il suo tintinnio iniziò a causarmi fitte alla testa molto forti. La spensi e mi guardai attorno, spaesata.
"Come sono arrivata a letto?" mi chiesi sottovoce tentando di alzarmi.

M'impegnai per qualche istante, per ricordare. "Nathan" pensai.
Avevo bevuto troppo la sera prima, e mi aveva portata in braccio. Ricordai.

Avevo ancora addosso il vestito della sera precedente.
Mi recai in bagno per farmi una doccia rigenerante.
Mi spogliai e mi guardai allo specchio. Ricordai il complimento che Nathan mi aveva fatto la sera precedente, e sorrisi.
Non capitava mai che qualcuno mi facesse dei complimenti. E le sue parole mi aiutarono.
Quella mattina, guardandomi allo specchio, mi trovai diversa.
Esteticamente, non era cambiato nulla, ma per qualche istante mi sentii più sicura di me stessa.
Ricordai di essere donna, e mi resi conto di non essere poi così male.

Stetti una decina di minuti sotto l'acqua bollente.
Ci misi mezz'ora a sistemarmi i capelli e decisi di indossare un paio di jeans aderenti, un top bianco senza maniche e una giacca nera.

Salii la rampa di scale che portava all'appartamento di Nathan e bussai alla porta.

Nathan's pov.

Erano le otto e trenta quando sentii bussare alla porta. Ero ancora steso nel letto, con i pantaloni della tuta, e senza maglia.
Mi affrettai ad arrivare alla porta, avendo paura che fosse successo qualcosa.

Aprendo la porta, mi trovai di fronte Bridget, impeccabile come sempre, e mi sentii a disagio per il mio abbigliamento totalmente fuori luogo.

Quando Bridget mi vide spalancò gli occhi e sorrise, arrossendo. "Ehm, ti ho svegliato?"
"Nono, ero sveglio, ma non mi ero ancora alzato dal letto" risi
"Volevo ringraziarti per ieri sera, avevo alzato un po' troppo il gomito"
"Non ti preoccupare, succede a tutti - risi - vuoi un caffè? Stamattina posso preparartelo io"
"Oh, si ti prego. Un caffè"

La feci accomodare e iniziai a preparare il caffè.
"Era da tanto che non mi prendevo una sbronza del genere. Mi ero dimenticata di quanto fossero tragici i postumi" rise
Appoggiai sul tavolo il caffè "Una volta ho bevuto così tanto che ho avuto i postumi per quattro giorni. Per quello ora mi risulta molto facile capire quando smettere di bere" le risposi ridendo

Dopo aver bevuto il caffè, presi le sigarette dal mio zaino.
"Vuoi?" Le chiesi mostrandole il pacchetto
Ci pensò un attimo, e annuì. "Non sapevo che fumassi"
"Fumo poco, solo in qualche momento del giorno. Più che una dipendenza, è un'abitudine" le dissi

Uscimmo in balcone a fumare e Bridget, dopo il primo tiro, tossì un paio di volte. "È da tanto che non fumo una sigaretta" rise
La guardavo, con la sigaretta in mano, appoggiata al mio balcone, di mattina. Per qualche istante pensai a quanto sarebbe stato bello se tutte le mattine, fosse successo.

"Sono contenta che tu ti sia trasferito qui. Mi sento molto meno sola a sapere che mi basta fare una rampa di scale per poter parlare con qualcuno" sorrise
"Io sono felice, Bridget. Sognavo da tanto di allontanarmi da casa e di rendere la musica il mio lavoro. Mi hai fatto un regalo molto grande, davvero"
"Mi fa piacere" disse lei sorridendo dopo aver dato un altro tiro dalla sigaretta.

"Comunque Brì, ho notato che spesso durante il giorno sei veramente molto indaffarata col lavoro. Quindi se avessi bisogno, potrei trasformarmi anche in un cameriere"
Lei rise "mi sembrerebbe di chiederti troppo"
"Mi sto offrendo io di dare una mano, non sarebbe un problema"
"Mi sembra un miracolo che un ragazzo della tua età abbia così tanta voglia di fare"
Io sorrisi. Presi quelle parole come un complimento.

"Oggi devo andare a fare delle visite, verrà Sophie a sostituirmi, magari puoi darle una mano.. non è molto portata per questo lavoro" rise
"Nessun problema, con piacere" le risposi spegnendo la sigaretta.

"Mi cambio, aspettami che scendiamo insieme" le dissi
Indossai velocemente un paio di jeans, una t-shirt grigia e una felpa con la zip nera.

"Sono pronto" dissi dopo pochi minuti
"Che velocità - rise - Io ci metto un'ora a prepararmi"
"Eh, infatti tu esci e sembri pronta per una sfilata, io esco e sembro pronto per andare a fare l'elemosina" sorrisi, e lei scoppiò a ridere. "Non dire cavolate" disse.

Entrando dentro al locale, trovammo Sophie ad aspettarci. "Buongiorno dormiglioni" rise lei.
"Buongiorno" dissi in coro con Bridget.

Bridget diede un bacio alla figlia "Lascia stare, serata impegnativa ieri - rise - ora vado a fare quelle visite, tornerò tra qualche ora. Se avete bisogno chiamatemi, non fate danni. Aspettatevi tante persone oggi, dato che la stagione del vino inizia stasera, i turisti sono già in giro"
"Mamma, tranquilla, posso farcela"
"Lo spero! Poi Nathan oggi ti darà una mano, va bene?"
Sophie fece una smorfia "okay"

Quando Bridget uscì dal locale, Sophie mi fulminò con lo sguardo. "Ci vai a letto, per caso?"
Probabilmente diventai fuxia in viso "Mh, no. Perchè?"
"Perchè devi lavorare con me? Non sei un cantante tu?"
"Si, ma dato che potresti aver bisogno di una mano oggi e io sono qui, mi ha chiesto di aiutarti"

La giornata con Sophie era appena iniziata, e già avevo iniziato a sperare che finisse in fretta.

Dopo qualche ora Sophie di avvicinò a me, mentre lavavo delle stoviglie. "Dai, forse ti avevo giudicato male. Ti dai da fare"
"Grazie" le sorrisi

Mi toccò il braccio, facendomi sentire a disagio "Fai palestra?" Mi chiese
"No"
"Sembra di sì" disse lei, ammiccando.
Le sorrisi, imbarazzato.

Si tolse la giacca. La canottiera che indossava metteva in evidenza le sue forme, perfette, ma totalmente diverse da quelle della madre, e i numerosi tatuaggi che le coprivano le braccia.
Non faceva caldo, dentro il locale. E pensai che avesse tolto la giacca solo per risultare più provocante.

"Se ti va in sti giorni possiamo andare a provare il nuovo ristorante italiano che è stato aperto la settimana scorsa" disse, appoggiandosi al muro
"Si, okay" dissi io, solo per concludere presto il discorso
"Quando sei libero?"
"Ehm, non so, dato che inizia la stagione oggi.."
"Il locale martedì è chiuso. Potremmo andare, no?"
"Mh ci metteremo d'accordo meglio" dissi, sperando che stavolta il discorso fosse chiuso definitivamente.

Quando la porta del locale si aprì e Bridget fece il suo ingresso, mi sentii totalmente sollevato. Sophie nell'ultima ora non aveva fatto altro che farmi sentire a disagio.
"Ehi, come sono andate le visite?" le chiesi
"Sono sana come un pesce" sorrise "tutto bene qui?"
"Benissimo, io e Nathan ce la siamo cavata alla grande" disse Sophie appoggiandosi nuovamente a me, facendomi arrossire.

Il modo in cui Sophie mi aveva toccato, era fin troppo confidenziale, e quando Bridget sorrise, sperai che non pensasse fosse nato un qualcosa tra me e la figlia. Quello proprio non ci voleva.

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Fatemi sapere che ne pensate fino ad ora della storia.
Un bacio.♡

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