Capitolo 1

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Chrystal

"Apri gli occhi" disse con voce dura e fredda. Cominciai a tremare, mentre sentivo la mia lupa risvegliarsi.

Mi morsi il labbro inferiore, cominciando a torturarmi le mani. Non pensavo fosse così tanto arrabbiato, erano passati molti anni e pensavo fosse acqua passata.

Feci come mi aveva detto, ritrovandomi davanti un ragazzo davvero bellissimo. Era la copia di suo padre Mestex.

I suoi capelli castani erano corti, i suoi occhi dorati erano freddi, senza nessuna emozione. Aveva una cicatrice che gli partiva dallo zigomo sinistro e gli arrivava fin sopra l'occhio.

Non sapevo come se la fosse procurata, ma sicuramente aveva fatto molto male. Vedevo che le sue mani erano chiuse a pugno, segno che si stava trattenendo dal non trasformarsi.

Feci un passo indietro, mentre lui ne fece due in avanti. Cercai di calmarmi, non volevo che sentisse la mia paura.

Speravo davvero che un giorno mi perdonasse, ma da come mi stava guardando in quel momento, capii che forse non c'era nessuna speranza.

"Ti ho spiata per tutto questo tempo, e ora finalmente posso portarti con me" disse impassibile, mentre continuava ad avanzare verso di me.

Le mie gambe non si volevano muovere, questo perché tutto il mio corpo era attratto dal ragazzo che avevo davanti.

Dovevo svegliarmi da quel trans, non potevo permettere che i sentimenti offuscassero tutto, non volevo.

La frase che aveva appena detto mi provocò diversi brividi e, senza che me ne accorgessi, me lo ritrovai davanti, a pochi centimetri dal mio viso.

"Senti, so che sei arrabbiato..." cominciai, sperando mi lasciasse parlare. I suoi occhi cambiarono subito colore, facendomi prendere un colpo.

Stavo iniziando veramente ad avere paura, non sapevo cosa fare. Vidi le sue labbra avvicinarsi al mio orecchio e dire: "Tu non sai niente".

Dopodiché si staccò da me, mentre i miei occhi si immergevano nei suoi. Non avevo più saliva, avevo la gola secca e non sapevo nemmeno il motivo.

Le sue labbra si avvicinarono al mio collo, mentre sentivo il suo respiro farsi sempre più pesante.

Rimasi immobile, anche perché ormai non controllavo più il mio corpo. "Non hai paura vero? Non sai molte cose di me" disse con un sorriso sinistro.

Sentimmo dei passi fasi sempre più vicini, dopodiché lui continuò, dicendomi: "Sei mia".
"Chrystal!" Gridò Damon, facendomi girare di scatto.

Il cuore mi stava battendo a mille. Stavo provando delle strane sensazioni, che non sapevo se fossero buone o cattive.

Non sarebbe stato facile vivere con il mio compagno, ma non impossibile. "Ti stavo cercando, dov'eri?" Chiese, aggrottando la fronte vedendo la mia faccia.

Ero sicuramente sconvolta. Sentivo che le mie guance stavano andando a fuoco; dovevo ricompormi.

"Sono sempre stata qui" dissi sorridendogli e scompigliandogli i capelli. Dovevo cercare di essere il più normale possibile.

Damon era molto legato a nostro padre, quasi più di me e, ogni cosa che mi succedeva, andava a dirgliela. Odiavo quando lo faceva.

Lui mi guardò stranamente. "Chi c'era?" Domandò, incupendosi all'improvviso. Era ovvio che avesse sentito il profumo del mio compagno.

Non sapevo cosa fare, anche se gli avessi mentito, sarebbe andato comunque da mio padre a raccontare tutto.

Trasalii. "Nessuno" sussurrai, cominciando a sudare freddo. Dietro di me sentivo la presenza del mio compagno, anche se sapevo fosse a molto chilometri di distanza.

La sua vicinanza mi rendeva debole, non ne capivo il motivo. Di solito un compagno rendeva più forte l'altro, invece nel mio caso accadeva il contrario.

"So che stai mentendo" disse incrociando le braccia al petto. "Nessuno, te lo giuro" affermai, rivolgendogli un sorriso smagliante.

Damon se andò, lasciandomi nuovamente sola.

Damon

"Papà!" Urlai, cominciando a cercarlo in ogni stanza. Dovevo dirgli di mia sorella, gli avevo promesso che ogni cosa fuori dall'ordinario gliel'avrei riferita.

"Damon, sono qui!" Gridò dal suo ufficio. Corsi verso la porta, per poi entrare senza bussare.
"Cosa succede?" Chiese, guardandomi con ancora i fogli in mano.

Mi sedetti davanti a lui, prendendo un bel respiro. Sapevo quanto fosse protettivo nei confronti di Chrystal, era un bene dirglielo.

"Chrystal, penso abbia incontrato qualcuno" risposi, mentre la sua faccia cambiava radicalmente.

Forse sapeva chi aveva incontrato e, se aveva reagito in quel modo, non era per niente una buona notizia.

Senza dirmi nient'altro si alzò e corse fuori dalla stanza.

Halem

"Chrystal!" Gridai quando la vidi. Appena i suoi occhi incontrarono i miei, li abbassò subito.

Sentivo che il suo cuore stesse battendo sempre più velocemente. Aumentai il passo, mentre anche lei faceva lo stesso.

"Vieni qui" ordinai, mentre la vedevo fermarsi.
Lei mi venne vicino. Odiavo parlare con quel tono, ma c'era in gioco la sua vita.

"Chi c'era del bosco?" Chiesi,
incrociando le braccia al petto. Ero sicuro che non mi rivelasse nulla, anche perché sapeva come avrei reagito.

Il momento che tanto temevo era arrivato, non riuscivo ancora a credere che Alec l'avesse trovata, quello stupido ragazzino.

Lei mi guardò scioccata.
"È stato Damon a dirtelo vero? Non c'era nessuno!" Gridò guardandomi male.

Odiavo quando mi gridava contro, anche perché non succedeva quasi mai. Non capiva che volevo proteggerla a tutti i costi.

"Hai l'odore di qualcun'altro addosso, e so chi è" sibilai, mentre sentivo i miei occhi cambiare colore.

Dovevo controllarmi, non potevo di certo fare una scenata davanti a mia figlia, non volevo che avesse paura di me.

Lei abbassò lo sguardo, mentre vedevo che chiudeva gli occhi e prendeva dei respiri profondi.

"Papà, posso difendermi da sola" disse superandomi per andare in camera sua. Non mi interessava se sapeva combattere o meno, l'avrei sempre protetta, anche se fosse stata una guerriera migliore di me.

"Torna qui" ringhiai piano. Lei si fermò. "Papà..." tentò, guardandomi un'altra volta negli occhi.

Sapevo quanto odiasse essere comandata a bacchetta, proprio come me, ma era l'unico modo che avevo per proteggerla.

"Decido io come proteggerti, chiaro?" Chiesi con i pugni chiusi. Annuì e se ne andò.

Ritornai nel mio ufficio dove c'era Damon che mi stava aspettando. Il suo viso esprimeva curiosità, come sempre. "Allora?" Chiese.

"Ho sistemato le cose" risposi, mentre prendevo nuovamente in mano la carte.




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Eccomii

Come state?

Alla prossima

The Alpha King: The Hybrid's PowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora