2 Tutto cambia

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Non è stato facile addormentarsi dopo il film horror che ha messo alla televisione ma alla fine ce l'ho fatta.

Alloro gli occhi lentamente, mi ci vuole sempre un momento per riconnettermi con la realtà è realizzare di non essere più nel mondo dei miei sogni. Quando sono sicura di essere sveglia giro lo sguardo ma Paulo non è qua, sposto a fatica le coperte e scivolo fuori dal letto. Non so se i suoi fratelli stiamo dormendo, così nel dubbio decido di fare piano mentre apro la porta leggermente scricchiolante e mi precipito giù per le scale cercando con lo sguardo il mio ragazzo. Arrivo in cucina ma non è neanche qua, sbuffo mentre la porta d'ingresso si apre e spunta fuori Paulo
"Ti sei svegliata?" chiede avvicinandosi
"Sì ma dov'eri?"
"Ho solo preso una boccata d'aria"
"Va bene" prendo un biscotto dalla ciotola appoggiata sopra il tavolo guadagnandomi una sua occhiata di comprensione
"Oggi hai qualcosa da fare?"
"No" rispondo mentre saliamo un gradino alla volta le scale che portano alla sua stanza.

Avrà qualche idea per la testa ma prima devo passare a casa per cambiarmi i vestiti, nel frattempo mi sfilo la sua maglietta e indosso di nuovo i vestiti di ieri sera. Sua madre, insiste per farmi pranzare con loro, anche se la cosa mi dispiace
"Non voglio creare disturbo, e posso comunque pranzare a casa non vi preoccupate" dico cercando di non farle preparare qualcosa anche a me
"Nessun disturbo" è la risposta, così non posso far altro che sedermi al loro tavolo e iniziare a mangiare.

Nel frattempo che la pasta nel piatto diminuisce sua madre esce a controllare la posta, e quando rientra consegna una lettera a Paulo
"Questa è per te" dice dandogliela nelle mani, lui sembra guardare velocemente la busta e i suoi occhi si illuminano mentre rivolge un'occhiata d'intesa con i suoi fratelli. Cerco di non sembrare troppo preoccupata o comunque troppo infastidita dal non sapere cosa stia succedendo, così continuo a mangiare e Paulo non rivolge neanche un'altra occhiata alla lettera.

Dopo pranzo iniziamo a camminare verso casa mia, non è lontana da qua ma è sufficiente per provare a scoprire cosa contenesse quella busta bianca con le scritte nere
"Paulo cos'era quella lettera?" lui sembra ammutolirsi e continua a camminare conoscendo a memoria la strada
"Paulo"
"Niente di preoccupante" dice solo quando usciamo da casa mia e io sono già vestita per uscire
"Non che debba essere preoccupante, volevo solo sapere cosa contenesse, in fondo ho una specie di diritto di saperlo" lo sento ridere
"Una specie di diritto? E quale?" e così facilmente lui cambia discorso per il resto della giornata, finché dalla a cena in un ristorante non molto lontano è il momento di tornare a casa.

Fino a qua, per tutta la giornata, non gli ho più parlato della busta e neanche lui ma adesso è il momento di tirarlo nuovamente in ballo
"Prima hai cambiato discorso ma adesso dimmelo, cosa c'è scritto in quella busta?"
"Niente Ron, te l'ho detto"
"Paulo gli ho visti i tuoi occhi quando hai letto il mittente" lui si ferma per girarsi e guardarmi negli occhi
"Tu dimmi che mi ami"
"Certo"
"No Ron, dimmelo"
"Ti amo Paulo"
"Anche se dovessi andarmene Ronnie?" la sua domanda mi lascia con il fiato sospeso
"Andartene dove?"
"In Italia"
"Italia?" non riesco a capire per quale motivo dovrebbe andarsene in Italia
"La Juventus mi ha comprato amore, andrò a giocare in serie A"
"Cosa?" non è possibile
"Hai capito, la Juventus mi ha preso in serie A" neanche il tempo di sentire queste parole che le sue mani mi stringono la vita
"È uno scherzo vero?" chiedo sapendo che quello che mi ha detto è la verità ma aggrappandomi lo stesso ad un po' di speranza, sento qualche lacrima che mi bagna le guance
"No, non piangere Ronnie" i suoi pollici mi sfiorano la pelle sotto gli occhi per asciugarmi le lacrime e le sue labbra si avvicinano alle mie
"Te ne andrai Paulo, te ne andrai sul serio?" chiedo dopo il bacio
"Beh si, è quello che ho sempre voluto e adesso che me l'hanno proposto non posso rifiutare"
"Per questo mi hai portata al ristorante, vero? Così quando mi avresti dato la notizia non mi sarei potuta arrabbiare"
"Non è così, ti ho portata la in modo che tu abbia più ricordi di me quando partirò"
"E che ne sarà di noi due?" sembra accorgersene solo adesso che così facendo staremo lontani e molto probabilmente ci dovremo lasciare
"Ron continueremo a stare insieme"
"Paulo pensaci un attimo, sarai dall'altra parte del mappamondo"
"E con questo?"
"Non lo so" mi avvicino per dargli un altro bacio e poi mi giro per andarmene ma figuriamoci se lui mi lascia andare così
"Aspetta" dice infatti parandosi davanti a me
"Devo andare a casa"
"No, resta ancora un attimo"
"Quando partirai?"
"Tra una settimana" sobbalzo appena sento questa scadenza, ed è proprio una scadenza. Scadrà il nostro tempo, scadrà il suo tempo in Argentina, scadrà la sua attesa di giocare in una squadra di serie A, scadrà tutto in sette giorni, che a dirli così sembrano meno di quanto siano in effetti. Si sporge più avanti per abbracciarmi, gli abbracci caldi di chi vorrebbe che non te ne andassi mai, ma non sono io che me ne andrò, sarà lui.

Mi riaccompagna a casa, entrambi consapevoli che abbiamo a disposizione una sola settimana e dobbiamo passarla insieme tra risate e scherzi, invece che tra pianti e lacrime. E la lancetta inizia a girare da domani.

Solo che la settimana più velocemente di quanto avevamo pianificato e oggi è il giorno prima della partenza. Siamo fuori casa sua, dopo una pausa dal fare le sue valige
"Non pensavo che dovessi mettere via tutta quella roba"
"Neanch'io" dice ridendo, poi si ferma e guarda un punto che in realtà non so dove sia
"Spero che siano simpatici"
"Chi?" chiedo
"I ragazzi della squadra"
"Certo che lo saranno, tu solo a una cosa devi pensare"
"A cosa?" si gira per guardarmi
"A stare lontano dalle giornaliste e dalle fan" inizia a ridere
"Sono seria"
"Ti ricordi l'altro giorno cosa ti ho detto?" prende una pausa per poi iniziare di nuovo a parlare
"Non ti dico spesso che ti amo ma sono serio e non potrei mai toccare un'altra ragazza Ron"
"Lo so ma ho paura" dico sussurrando
"Di cosa?"
"Di tutto quello che succederà adesso" si avvicina e mi abbraccia prima di tornare di sopra e riprendere un clima di leggerezza per continuare a fare le valige.

Il mio numero 21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora