8 È ubriaco

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Lui sorride e appoggia le mani sui miei fianchi, l'ora di cena è passata da un po' ma nessuno dei due sente la fame. Continua a baciarmi mentre cammina all'indietro verso il letto e poi mi fa salire sopra di lui a cavalcioni, afferra la maglia a righe che indosso e la alza lentamente quasi come a chiedermi il permesso e io annuisco convinta
"Sono sicura Paulo"
"Prima ci sono delle cose che devi sapere" mi dice guardandomi dritto negli occhi, d'un tratto la preoccupazione mi assale
"Dimmi"
"Sono stato con altre ragazze, ed è giusto che tu lo sappia" deglutisco, sapevo che era andato a letto con molte ragazze ma immaginare la scena mi provoca proprio disgusto
"Lo so"
"A cosa stai pensando?" chiede quasi con un sorriso, forse ha notato la mia espressione
"A niente"
"Dimmelo su"
"Stavo solo immaginando altre ragazze con te"
"E te?"
"E io cosa?"
"Sei mai stata con qualcun altro?" le cose sono due e forse non sono solo paranoie che mi faccio io, mi aggrappo sperando che a qualche altra ragazza sia venuta questa paranoia prima. Da una parte c'è la verità, dirgli di no ma questo vorrebbe dire metterli addosso anche tanta pressione, forse non se la sente di essere lui. Dall'altra c'è la bugia, il togliergli questo peso. Per fortuna, lui mi anticipa prima che potessi rispondere
"Lo so Ronnie che non sei mai stata con nessuno" dice sorridendo
"È un problema?" chiedo un po' spaventata
"No assolutamente, lo preferisco" sembra pensarci un attimo
"Solo che adesso capisci perché mi devo assicurare che tu lo voglia veramente?"
"Certo, ma io voglio veramente Paulo, solo che così facendo mi fai credere che sia tu che non voglia"
"Cosa sono questi pensieri? Certo che voglio Ron ma voglio anche che tu sia sicura" ma non sembra aver finito qua con le notizie, infatti mi fa scendere da sopra di lui e così mi siedo sulle ginocchia mentre lo guardo appoggiare i piedi per terra e i gomiti sulle ginocchia
"E qua a Torino sono uscito con una ragazza" a questo punto mi sento come se tutte le mie sicurezze si fossero infrante, come se il mio cuore si fosse infranto
"Chi?" chiedo quasi balbettando
"La ragazza dai capelli rossi nella foto che ha fatto il giro della rete"
"Cosa?"
"Non è successo quello che pensi te Ronnie"
"Non penso niente"
"Si, so anche a cosa pensi ma sul serio non ho fatto niente" mi alzo dal letto ma lo sento chiamarmi prima di chiudermi la porta alle spalle e scappare in bagno per chiudermici dentro. Pochi minuti dopo sento dei pugni sulla porta
"Ronnie apri" ma io non faccio come mi ha detto e resto seduta sul bordo della vasca a tenermi la testa mentre le lacrime iniziano a scendere veloci rigandomi le guance
"Ronnie cazzo non te lo ripeto più, aprimi" urla questa frase ma io non voglio aprire la porta, non mi voglio ingannare così con due paroline dolci. Così aspetto che i pugni alla porta si plachino per poi uscire e solo dopo aver messo un piede nel corridoio mi rendo conto che Paulo è uscito. Mi guardo e vedo che ho ancora addosso la sua divisa, mi piace così tanto e ha il suo odore, in più c'è il suo numero dietro la maglia.

Solo dopo un paio d'ore durante le quali non riesco a prendere sonno, sento la porta d'ingresso aprirsi ed alcune voci insieme. Così resto vicina al muro e scendo le scale più silenziosamente del normale, ho paura che sia entrato qualcuno. Solo quando giro l'angolo per entrare in salotto vedo Alvaro e Pogba che tengono in piedi Paulo
"Cos'è successo?" chiedo spaventata correndo verso il mio ragazzo che sembra non capirne molto di quello che sta succedendo
"Che bel pigiama" dice Pogba ridendo mentre mi vede correre verso di loro con aria preoccupata e la divisa ancora addosso
"Dobbiamo criticare il vestiario o mi dici cos'è successo?"
"Criticare il vestiario"
"Non ti conviene, guarda come sei vestito tu" lui inizia a ridere e Morata ride con lui
"Che caratterino, aveva ragione Paulo" mi chiedo su cosa abbia avuto ragione ma adesso non ho il tempo e neanche è il momento di chiedere, voglio solo sapere perché il mio ragazzo non si regge in piedi ed ha gli occhi rossi ed uno leggermente nero
"Beh, ha bevuto troppo ed ha anche preso un pugno sotto l'occhio" si spiega tenendo in piedi il suo amico
"Come un pugno?" chiedo scrutando il viso di Paulo per cercare i segni di una rissa, eppure non è il ragazzo che fa a pugni con il primo che vede in strada
"Si, ha provato a difendere un ragazzo e gli hanno tirato un pugno" questo è più da lui, adesso mi spiego. Ha un cuore enorme e non mi stupisco del suo voler aiutare chiunque, anche se a volte è più tosto e fa il duro alla fine è buono
"Perché ha bevuto così tanto?" chiedo
"È uscito con quella ragazza ma è successo niente di quello che pensi te" dice Alvaro prima di uscire di casa.

Mi giro verso quegli occhi chiari contornati di rosso e al momento anche con un segno nero sotto, mi fa tenerezza e rabbia allo stesso tempo
"Non volevo ma mi mancavi" dice balbettando con la voce impastata
"Parliamo quando sarai sobrio"
"Io sono sobrio" dice cercando di mettersi su una gamba sola, se solo non ci fosse stato il divano come piano d'appoggio, sarebbe caduto
"Si lo vedo, adesso vieni che ti porto su" appoggia il braccio intorno alle mie spalle e insieme facciamo le scale
"Ronnie" dice mentre si stende vestito sul letto e io che cerco di coprirlo con le coperte
"Dimmi"
"Puoi venire un attimo?" così mi avvicino e sento un forte odore di alcool,
"Dimmi"
"Io non volevo, veramente" gli accarezzo i capelli e mi sdraio di fianco a lui
"Ne parliamo domani, adesso dormi" lui annuisce e si tira le coperte.

Il mio numero 21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora