Esatto, i miei genitori mi lasciarono andare con Lucky...
...a patto che io ne scrivessi una relazione. Avete capito bene, una relazione.
Quel giorno Pyper compì 18 anni, nonostante sermbrasse molto più giovane, l'età adulta le aprì le porte;
ricordo la piccola torta alle fragole che le comprammo alla stazione di servizio, mentre eravamo in viaggio per il campeggio; sostammo vicino ad una piazzetta in mezzo al nulla per cantare la solita canzoncina dei compleanni e stappare uno spumante tutti insieme.
Un momento unico, perfetto nella sua semplicità.
Verso tarda serata, ci rimettemmo in viaggio, tutti erano accasciati sui sedili, sfiniti dalla giornata, tranne il guidatore; persino Lucky stava dormendo, al mio fianco con la bocca leggermente aperta. Era così tenero.
Spostai lo sguardo fuori dal finestrino, dove le stelle illuminavano la notte e mentalmente iniziai a canticchiare una canzone di Keaton Henson che passarono in quel momento alla radio.
Pensai al destino, cosa sarebbe successo se non avessi incontrato Lucky quel giorno? Sarei ritornata con Frankie?
Erano le tre del mattino e proprio non riuscivo a prendere sonno, avevo bisogno di dormire, ma non ci riuscivo. Così presi dalla borsa il cellulare e iniziai a scrivere nelle note quello che mi passava per la testa; ogni tanto, soprattutto durante la notte, abbozzavo qualche poesia per alleggerire la mente.
"Ella si tuffò
si sentì precipitare
amò quella sensazione
ma era sempre più profondo
cercò di prendere fiato
ma l'acqua la soffocò".
Avevo la mente colma di pensieri. Strinsi le mani in due pugni, a tal punto da graffiarne i palmi. Allo stesso tempo sentii Lucky muoversi al mio fianco, posai il cellulare e mi rimisi dritta sul sedile; la notte era scura come la pece, ma nonostante ciò notai i suoi occhi azzurri e luminosi scrutarmi.
"Che ore sono?" mi domandò sbadigliando.
"3.27, bello addormentato" sorrisi cercando il suo sguardo.
"Hey sei tu quella stramba" rise. "Come mai non dormi?" si sistemò sul sedile e mi tirò vicino a sè.
"Beh, adesso sarà sicuramente più facile prendere sonno" risi leggermente, respirando il suo inconfondibile profumo. Chiusi gli occhi e finalmente mi addormentai.
Quando mi svegliai, l'alba della California mi abbracciò con i suoi caldi raggi; arrivammo al campo e subito preparammo le tende.
"Allora.." mi prese a disparte Daisy. "...tu e il mio fratellino? Come vanno le cose?" sorrise furba.
"Non potrei chiedere di meglio." Dissi imbarazzata. "Le cose vanno alla grande"
"Amore? Intendo, credi sia amore, quello fra di voi?"
"Woah, amore. Non lo so, cioè si, Lucky è davvero tutto quello che ho sempre cercato in un ragazzo" affermo sognante.
è una persona meravigliosa, si preoccupa tanto per me e lo dimostra in ogni momento; inoltre sa sempre cosa dire e i suoi occhi, beh, quelli parlano e il mio cuore perde un battito ad ogni suo sguardo.
"Se quello che sento viene chiamato amore, allora si, sono innamorata di Lucky" abbassai lo sguardo sulle mie converse e sorrisi.
"Secondo me dovresti dirglielo, anzi no, ti verrà spontaneo pronunciare le paroline magiche" mi rassicurò "Quando sarà il momento giusto lo sentirai" concluse e si avvicinò alle tende.
Presi un respiro prondo e sentii la fresca aria delle 5 del mattino solleticarmi i polmoni, una bellissima sensazione che mi alleggerì parecchio dalla tensione.
Spostai lo sguardo più in là, verso Lucky, intento a sistemarsi il ciuffo ribelle, con le braccia leggermente sollevate, riuscii ad intravedere gli addominali dalla maglietta che gli si era alzata.
Rimasi a godermi lo spettacolo, incapace di distogliere lo sguardo.
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Feci un sonnellino di due orette circa, fui svegliata dall'odore degli hamburgers;
distesi le braccia e le gambe intorpidite dal sonno e uscii fuori dalla tenda. Subito vidi la famiglia Smith alle prese col cibo, erano delle persone straordinarie, sorridevano e scherzavano tra di loro.
Ero molto felice per loro, per me un po' di meno; non che ne fossi gelosa, però mi mancava da morire mio fratello e il nostro rapporto. Mi mancava la famiglia che eravamo.
Scacciai dalla testa tutti quei pensieri e mi avvicinai.
"Hey dormigliona!" mi salutò il padre di Lucky, "Alana potresti gentilmente dare un'occhiata alla griglia, senza toccare il cibo però" rise e Alana roteò gli occhi divertita.
Preparai il mio hamburger gustandomi un'Alana più impacciata che mai ai fornelli e presi posto accanto Lucky.
Dopo ciò, andammo ad una festa privata vicino il lago; quella sera suonavano i "The Atomics".
Lucky, Pyper, Daisy and Starlie. Loro erano la band.
Lucky intrecciò la sua mano con la mia. "Ti stai divertendo?"
"Sempre, quando sto con te." sorrisi e lui mi diede un bacio sulla guancia, poi sul naso e infine sulla fronte; ero stordita da una sensazione così afrodisiaca che non mi resi conto della piccola passerella di legno su cui eravamo, infatti feci un passo indietro e sentii mancare la terra sotto i piedi.
Letteralmente, nel senso che stavo per cadere in acuqua.
Fortunatamente Lucky mi prese al volo, ridendo per la mia goffagine.
Passamo tutto il tempo seduti, abbracciati, lasciando i piedi dondolare dalla piattaforma.
"è così semplice, naturale,ma perfetto." disse guardando il tramonto. Restai in silenzio e riempii il cuore di quel momento stupendo.
Lucky prese una coperta e ci sdraiammo sotto il cielo, uniti come se entrambi avessimo bisogno l'uno dell'altro per respirare. Forse era davvero così, forse no. In quel momento l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era la fugacità del momento, che prima o poi sarebbe finito, quindi me lo godetti in ogni suo particolare.
"Ti comprerò una stella." si sollevò su un gomito e mi guardò dritto negli occhi.
Non so cosa accadde in quel momento, qualcosa dentrò di me cambiò, in positivo certamente.
Le parole uscirono da sole, senza ragionare, solo cuore.
"Ti amo" gli dissi emozionata. Lui non rispose, non ce n'era bisogno. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò, un bacio profondo e intenso che valeva più di mille parole o canzoni d'amore.
"Ti comprerò l'intera galassia" rise come un bambino. "Comprerò anche una navicella spaziale, per poter ammirare tutto l'universo da vicino, e mentre tu osserverai i pianeti e tutto il mondo, io starò a guardare te, solo te, perchè tu sei il mio dannatissimo mondo" fece un sorriso che non seppi descrivere, un misto tra gioia e consapevolezza.
"e ti amo così tanto, davvero tanto Alana Davis."
Poi riprese a baciarmi "ti amo, ti am, ti amo..." continuò a sussurrarmi all'orecchio.
SO DI ESSERE STATA PESSIMA E DI NON AVER AGGIORNATO PER MESI E MESI, MA CREDETEMI NON ERA MIA INTENZIONE.
DETTO QUESTO, ECCO A VOI IL CAPITOLO, SPERO VI PIACCIA.
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