Sei un fottuto Cupido tarocco

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Sei un fottuto Cupido tarocco

Bakushima

Una giornata soleggiata.

Tanti bambini che giocano allegramente.

Un parco pieno di piante sempreverdi e fiori colorati.

Ma, soprattutto, quel parco era pieno di coppiette. Troppo pieno.

Possibile che ne avesse incrociate ben sette dopo qualche passo fatto verso l'unico chiosco aperto di domenica mattina in quel buco di città?

Il diciasettenne Bakugou Katsuki ne aveva piene le scatole di star lì, anche se era appena arrivato al parco, ma non aveva fatto colazione e doveva mettere qualcosa sotto i denti, tutto meno quella merda di cracker che sua madre gli aveva lanciato addosso solo cinque minuti prima.

Sbuffò. Quella maledetta vecchiaccia lo aveva sbattuto fuori dopo che, per la ventesima volta quel giorno, ed era solo mezzoggiorno, le aveva urlato contro quanto ormai fosse avanti nell'età e che avrebbe dovuto rinchiuderla in una casa di riposo per farla smettere di rompere. Perché le aveva detto ciò? La signora Bakugou s'era fissata che lui dovesse uscire un po' con qualche amico e non passare il tempo ad allenare il proprio corpo a casa o giocare con i videogames.

Era preoccupata perché non usciva quasi mai con degli amici e non aveva mai avuto una ragazza... O almeno questo l'aveva sentita dirlo al signor Bakugou solo qualche giorno prima. Quello che diceva a lui era solo che doveva far qualcosa che fosse produttivo o che almeno lo facesse socializzare un po'. S'era anche stancata di tutte le volte che era stata chiamata e convocata per le varie risse che il figlio aveva scatenato o a cui aveva preso parte.

E, ragionandoci in quel momento, Bakugou sentiva di aver avuto davvero ragione a dirle che era più che andata mentalmente a causa della vecchaia. Quale madre sana di testa caccia fuori di casa il figlio dicendogli di tornare solo a cena, cosicché lei possa rilassarsi un po' e non averlo tra i piedi?

Almeno gli aveva lanciato in faccia qualche banconota, oltre i cracker. Abbastanza da permettergli di comprarsi ciò che preferiva, rimandendo anche con qualche soldo che avrebbe conservato per la merenda del giorno dopo. "Quei cazzo di cracker che compra sanno di merda. Perché non acquista qualcosa di commestibile quella vecchia?", pensava il ragazzo, irritato.

Sbraitando contro le coppie che incontrava, disturbandole, si ritrovò a camminare in un sentiero meno percorso, grazie al cielo. Guardandosi intorno, scocciato e innervosito, vide un qualcosa che lo lasciò piuttosto perplesso.

"Perché quel bastardo indossa un vestito da cazzone romano e lancia delle cazzo di frecce di Barbie?"

Bakugou era confuso, ma si avvicinò al tipo dai capelli rossi. Gli sembrava familiare. -Ehi, tu, idiota, girati!- gli disse, ma il rosso era così intento a sfogliare un quaderno dalla copertina rossa, soffermandosi ogni tanto su qualche riga in particolare, da non averlo neppure sentito.

Katsuki non aveva pazienza, soprattutto quando era già nervoso per altri motivi, perciò gli posò una mano sulla spalla e lo girò.

Era Kirishima Eijirou, il suo migliore amico, nonché compagno di banco.

-Capelli di merda- mormorò, sbarrando un po' gli occhi, prima di tornare alla solita espressione arrabbiata. -Come cazzo sei vestito? E che diavolo stai facendo?!-

Sei un fottuto Cupido tarocco - Bakushima // One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora