Giorno 2 - Parte 11 - Mi sono addormentata!

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Vedevo solo della luce da i miei occhi, ma nessuna immagine ben definita. Le onde del mare mi facevano da sottofondo mentre il mio corpo era rimasto a peso morto sul lettino. Così ho capito, capito di aver commesso uno degli errori più grandi della mia vita: mi ero addormentata sotto ľ ombrellone; ma il problema era che avevo detto a Mattia che ci saremmo visti nel pomeriggio. Così ho preso il telefono e ho letto ľora: 15:38. Mi aveva mandato già dei messaggi per sapere dove fossi così gli ho risposto con un semplice "vengo dov'eravamo oggi?" per ricevere un "vieni dove c'è il campo da pallavolo/basket".
Così dopo essermi data una pettinata e visto che la mia faccia fosse un minimo presentabile (cosa difficile), mi sono diretta verso il campetto. Mentre stavo percorrendo la passerella ho incrociato lo sguardo del ragazzo strano, ma non ci ho fatto molto caso perché ormai avevo solo più Mattia in testa, un pensiero fisso, un pensiero che colmava a pieno la mia felicità.
Li ho trovati lì, tutti e tre a guardare quelli che giocavano a pallavolo.
Ero ancora mezza addormentata infatti penso di aver avuto la faccia di una che si era appena fatta qualcosa. Proprio per questo, quando Paolo mi ha vista arrivare mi ha chiesto se andasse tutto bene ridendo. Anche gli altri due sono scoppiati a ridere: ho fatto un po' la parte della bambina stroppicciandomi gli occhi e ho detto loro che mi ero addormentata.
Così mi hanno chiesto se volessi fare una partita di pallavolo ma non ero nelle condizioni.
Mattia mi ha chiesto se gli potevo tenere il telefono mentre stava giocando e mi sono seduta sulla panchina sotto la tettoia a guardare i tre, intenti a mostrare le loro "abilità" da pallavolosti. O meglio, diciamo che mi sono incantata a guardare Mattia e il suo splendido ciuffo che brillava nella luce del sole. Le sue braccia si muovevano veloci e ogni tanto si lanciava per terra per salvare qualche palla ma subito dopo si girava verso di me, mandandomi sorrisi luminosi e sguardi profondi.
Dopo un bel po' la partita è finita e i tre amici sono tornati da me; così ho restituito il telefono a Mattia e mi sono alzata.
Giovanni e Paolo si sono diretti al bar così Mattia si è rivolto verso di me chiedendomi se mi andava di andare a fare una passeggiata. Io ovviamente ho accettata ma prima sono passata da mia mamma a dirle che per un po' non ci sarei stata.
Così siamo corsi verso il bagnasciuga e abbiamo iniziato a camminare, ľuno di fianco alľ altro e abbiamo iniziato un po' a parlare di argomenti a caso per conoscerci un po' meglio.
Attorno a noi si era formata un'atmosfera che mi trasmetteva molta tranquillità perché il sole, anche se stava iniziando a calare, era ancora più caldo del solito; il rumore del mare accompagnava la voce profonda di Mattia che mi parlava e qualche volta rideva, quelle risate che mi facevano essere in paradiso.
I nostri occhi si sono incrociati molte volte, ma io non lo fissavo in continuazione, ma quando vedevo il suo volto stavo semplicemente bene, un'emozione che non si può descrivere perché solo vivendola capivo cosa volesse davvero significare: i suoi occhi azzurri e i suoi capelli che riflettevano la luce calda che gli accarezzava le braccia.
Su ogni bagno che passavamo si vedevano gli animatori che con la musica facevano balli e giochi.
Così parlavamo, e ad un certo punto abbiamo trattato il tema "scuola". Da quello che ho capito non mi sembrava molto entusiasto della scuola così per stimolato un po' gli ho detto che alla fine del primo quadrimestre delľ anno scolastico che sarebbe arrivato gli avrei chiesto la pagella e, se fosse stata buona, ci saremmo potuti vedere e lui ha accettato con uno dei suoi soliti sorrisi mozzafiato.
Siamo iniziati a tornare indietro.
Così ho iniziato a pensare che anche se lui era di Bologna e io di Venezia, alla fine con il treno è abbastanza fattibile vedersi anche se non molto spesso; effettivamente anche lui la pensava abbastanza come me.
Dopo poco siamo arrivati alla nostra spiaggia e, avendo visto ľora, abbiamo deciso di salutarci e ci siamo promessi che ci saremmo visti la sera anche perché in quella spiaggia avrebbero rifatto una festa la sera stessa.

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