Giorno 1 - Parte 7 - "Fumiamo i casini, beviamo i problemi"

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Era arrivato il momento di spostarsi in spiaggia. Così, sono andata davanti alla grande massa di persone con la miglior animatrice di sempre: Alice. Stava radunando i bambini e poi sono arrivata io e mi sono messa in mezzo.😅
A: "ei Gaia, come va?"
G: "bene bene tu?"
A: "stasera ci si diverte!"
Anche se il mio unico pensiero quella sera sarebbe stato solo uno le sorrisi e annui.
G: "San Lorenzo è sempre magico!"
Mentre stavamo parlando mi sono resa conto che non stavamo andando verso la nostra spiaggia, ma parecchio più in giù.
G: "Ali, ma non stiamo andando alla 51?"
A: "no, andiamo alla 54 perché almeno c'è anche il chiosco"
Così dicendo siamo entrati tutti nella spiaggia.
Mi sembrava di essere in una di quelle foto che si vedono solo sui social. La passerella era tutta illuminata da piccoli led, la luna che splendeva in cielo e quella leggera brezza che sapeva di mare. Il chiosco bianco, anch'esso illuminato, era verso la fine della spiaggia ma davanti aveva ancora un bel po' di spazio dove erano distesi alcuni teli bianchi, sui quali ci si poteva sdraiare per guardare le stelle. Tutto attorno erano piantate nella sabbia alcune fiaccole che rendevano ľatmosfera ancora più romantica.
Mi ero tolta le scarpe e subito avevo sentito la sabbia morbida.
Così sono andata verso il mare, fino a quando ho percepito ľacqua calda sfiorarmi i piedi.
Da qua la vista era ancora più bella: vicino al chiosco c'era il dj che metteva la musica, poi c'era chi ballava, le coppie sdraiate con gli occhi al cielo e le mani incrociate, i bambini che giocavano.
Poi c'ero io. Come sempre vedevo le cose belle dall'esterno senza poterne  farne parte anche io. Ma nonostante ciò ero felice. Felice perché dopo tutto quello che era successo nei mesi precedenti ero felice di essere lì, ancora in piedi col sorriso. Mi sembrava di sognare.
Dopo aver guardato ľora mi resi conto che Mattia non era ancora arrivato. Poi capii subito il motivo: lui sapeva di dover venire alla 51 non qui. Così, in un attimo, tutta la mia felicità era scomparsa perché ero convinta che non ci saremmo potuti vedere. Tutte le mie fantasia si erano distrutte e, essendo parecchio emotiva, sono diventata subito triste e ho iniziato a pensare cosa gli avrei dovuto dire il giorno dopo se non mi avesse trovato. Iniziai a darmi tutte le colpe perché gli avevo detto il numero della spiaggia sbagliata, nonostante io non lo sapessi.
Mentre tornavo verso il chiosco ho visto le "vippine" mezze ubriache che si facevano foto in costume mentre continuavano a bare e fumare. Non so perché, ma in quel momento ho pensato che forse loro, la loro vita, se la stessero vivendo davvero. Forse fumare fa bene, se ti ubriachi ti dimentichi tutti i problemi. Così sono andata da mio papà e gli ho chiesto se mi faceva assaggiare il Mojto che aveva appena preso.
P: "assaggiato solo però, che è quello alcolico"
G: "sisi"
Dicendo ciò mi ha lasciato il grande bicchiere in cui c'era la bevanda. Aveva un profumo troppo buono ma si sentiva abbastanza ľalcol.
Così ho bevuto il primo sorso. Mi sono sentita subito tutta la faccia calda ma sapevo che quello non sarebbe stato ľunico sorso. Era troppo buono: il ghiaccio aveva reso ghiacciata la bevanda. Era troppo forte così dopo un altro paio di sorsi decisi di ridare il bicchiere a mio papà, che nel frattempo era tornato.
Mi limitai in una parola:
G: "buono"
Era davvero troppo buono ma iniziavo già a sentirmi girare la testa e sentirmi gli occhi lucidi, ma non troppo perché non mi ero ubriacata ma mi aveva fatto stare bene in un certo senso.
Mi stavo allontanando dal chiosco perché la musica mi stava iniziando a far venire ancora più mal di testa, quando ho sentito qualcuno che mi stava chiamando toccandomi la spalla

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