Ottavo Capitolo

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Vincent
Ci sono laureati che per lavorare con me firmerebbero carte false, invece lui mi tiene testa come se non ci fosse un domani, senza pensare alle possibili conseguenze.
Lo conosco da poco ma è la persona più imprevedibile che abbia mai conosciuto. Lo metto al corrente del viaggio di lavoro ad Amsterdam e lui pensa a girare la città.. Uno sfacciato.
<<Si? Chi è?>> aprì senza neanche vedere chi fosse..
Petto nudo, asciugamano in vita e capelli bagnati. Porca troia!
<<Ingegnere..>>
<<Derek, apri la porta senza prima verificare chi è la persona che ha suonato?>> dissi riprendendomi
<<No, è solo che non ho sentito la sveglia questa mattina e per non fare tardi con te, ho aperto velocemente la porta>>
<<Sei in ritardo lo stesso..>> dissi poco convinto. Non era facile parlare come se niente fosse davanti a lui in quelle condizioni.
<<Che succede? Ti sento un po' titubante..>> mi rispose facendomi un sorriso maligno
<<Perché dovrei essere titubante?>>
<<Forse perché ti piace quello che stai vedendo..>>
<<Derek, vai a vestirti che dobbiamo partire!>>
<<Eh, quando qualcuno è in difficoltà cambia sempre discorso. 5 minuti e sono da te, ingegnere zuccherino>> disse dandomi un bacio sulla guancia.
La scossa dopo il bacio, il profumo della sua pelle.. Basta, cazzo!

Derek
Il contatto con il suo viso e il profumo del dopo barba.. Come si fa a resistere? Come?
Da come mi guardava ho capito che non gli sono indifferente..
Asciugato, pettinato e vestito.
<<Sono pronto, possiamo andare. Mi sono vestito casul, va bene?>>
<<Va benissimo, anche io non indosso l'abito elegante>>
<<Ah no? Beh, il cappotto è lungo e non si vede niente..>>
<<Capito.. Ora come ti sembro?>> disse sbottonando il cappotto.
Pantaloni neri, camicia azzurra e gilet nero: il sesso.
<<Sembri il sesso che cammina, ecco cosa sembri>>
<<Ah si? Sembro il sesso che cammina?>> disse avvicinandosi..
<<Oh, si che lo sei.. Gallo vecchio fa buon brodo!>>
<<Bimbo, posso farti scuola come e quando vuoi>>
<<Allora, non vedo l'ora di provare..>>
........
Cazzo, l'aereo. Non ci pensavo più..
<<Ingegnere quante ore sono?>>
<<8, bimbo>>
<<Io-io non..>>
<<Il bimbo ha paura>>
<<No, vecchio. Ho un brutto ricordo.>>
<<Ricordo? Ti sei fatto la pipì addosso?>> disse ridacchiando
<<No pezzo di coglione! Ho un brutto ricordo perché ho perso mio padre per colpa di un incidente aereo>> perse completamente il sorriso
<<Derek, scus..>>
<<Stai zitto, prendiamo questo aereo e basta>>
......
<<Derek, da questa parte. Da quella parte ci sono i voli pubblici>> la voce era davvero minima..
<<Che volo spetta a noi?>> domandai senza neanche guardarlo
<<Il volo sul mio aereo>> mi rispose.
Trascorsero le prime ore di viaggio in assoluta indifferenza. Vincent voleva attaccare bottone, ma Derek non era della stessa idea.
<<Mi scusi, potrei avere un succo di frutta?>> chiesi all'hostess dell'aereo
<<Certo signore, come lo vuole?>> mi chiese gentilmente
<<Lo avete alla mela verde?>>
<<Si, glielo porto subito>>
<<Grazie>>
Vincent non la smetteva di guardarmi ma io lo ignoravo bellamente.
Arrivammo ad Amsterdam sotto il diluvio universale. La pioggia era talmente tanto forte che non si riusciva a vedere ad un palmo dal naso. Vincent mi prese per mano, io mi scostai immediatamente ma lui la riprese e allora per non aggravare la situazione decisi di non fare niente.
Mentre cercavamo la macchina privata che ci avrebbe accompagnati in albergo, lui iniziò ad intrecciare le nostre 2 mani unite e ad accarezzarle.. Chiusi gli occhi per un momento perché l'emozione era di quelle forti..
<<Ingegnere Gillonis, benvenuto ad Amsterdam. Benvenuto anche a lei>> ci salutò cordialmente l'autista.

Vincent
<<Salve signori, ecco a voi le chiavi delle vostre stanze>> disse il concierge
Il facchino portò le nostre valigie al terzo piano e ci salutò.
Finalmente soli!
<<Ei Derek..>>
<<Sono stanco ingegnere, vado a riposarmi>>
No, basta.
In uno scatto fulmineo, lo presi per il colletto del cappotto e mi avvicinai fino a far scontrare le punte dei nostri nasi.
<<Quante volte devo dirtelo che mi dispiace?>> chiesi chiudendo gli occhi perché la vicinanza mi giocava brutti scherzi.
<<Non me lo devi dire più, per me è apposto così>>
<<No, non è apposto perché stai continuando ad evitarmi>>
<<Evitarti? Siamo capo e dipendente. Il nostro rapporto deve essere lavorativo e basta>>
<<Questo lo so, anche perché per altre cose non ho bisogno di un bimbo come te>> lo provocai
<<E io non me ne faccio niente di un vecchio come te. A me piacciono quelli giovani>>
Cazzo, che colpo basso.
Sentì bussare alla porta e mi alzai velocemente ad aprire.
<<Ei Bimbo, ti se..?>>
<<Bimbo? È così che mi chiamerai tra 10 minuti mentre mi scoperai?>>
<<Gimmy? Perché sei qua? L'appuntamento è per la cena>>
<<Sono venuto per divertirmi un po' da solo con te..>>
<<Io non ho nessuna voglia scopare>>
<<Da quando?>>
<<Da una settimana>>
<<Da una settimana cos?>>
<<Non intendo parlare con te di una cosa che non ti riguarda>>
<<Posso restare solo a riposarmi prima della cena?>>
<<Fai come vuoi, io entro in doccia e poi mi preparo per stasera>>

Dannatamente imperfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora